Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Virus, chiudete le fabbriche» Appello di sindaci e Provincia
Scelta autonoma: stop produzione in Polaris, De Rigo Refrigeration e Procond
BELLUNO La salute prima di tutto. Nei giorni della quarantena forzata per 200 mila bellunesi, tra le categorie più esposte al rischio di contagio ci sono i lavoratori. Non solo gli eroi in trincea negli ospedali, ma anche tutti quelli del comparto industriale. Pur con le tutele del caso, nelle fabbriche non sempre è possibile rispettare le norme su distanze e avere dispositivi di sicurezza individuali contro l’epidemia.
L’appello alla chiusura dei siti produttivi arriva anche da alcuni amministratori pubblici bellunesi. In particolare dagli eletti nella lista di centrosinistra in consiglio provinciale, sindaci e consiglieri comunali.
«Stiamo interessando gli organi competenti — si legge nella nota a firma Paolo Vendramini (Ponte nelle Alpi), Paolo Perenzin (Feltre), Walter Cibien (Belluno), Franco De Bon (San Vito di Cadore), Simone Deola (Borgo Valbelluna), Fabio Luchetta (Vallada Agordina) — perché i lavoratori delle aziende siano tutelati. Chiediamo che, dove non sia possibile rispettare le norme previste dal decreto governativo anti-epidemia, le aziende siano chiuse».
All’appello si unisce il presidente della Provincia Roberto Padrin. «Mettiamo al primo posto la salute di tutti, compresi i lavoratori — scrive — Capisco le necessità delle aziende, ma chiedo loro di consentire il più possibile l’utilizzo di ferie, permessi e altri sistemi per ridurre le presenze».
A chiudere c’è chi già ci pensa. Secondo Stefano Bona (Fiom-Cgil), fra gli stabilimenti che chiuderanno per una settimana, i giganti della refrigerazione commerciale: la «Costan» di Limana (gruppo «Epta»); la «Polaris Ali group» e la «De rigo Refrigeration», entrambe di Sedico. Con loro la «Phoenix El-mec» (timer elettromeccanici) di Pieve di Alpago. Secondo Bona, rimarranno chiusi, ma per soli due giorni, la «Npe Procond» (componentistica elettronica) di Longarone e la «Edim» di Quero Vas, azienda di produzione e lavorazione di getti pressofusi in alluminio del gruppo Bosch.
«Tante altre aziende — continua Bona — non si fermeranno, ma ridurranno il personale nei turni di lavoro o chiuderanno comparti non strategici». Gli impiegati saranno per lo più delocalizzati col telelavoro.
Ma imprese e sindacati si attendono che il governo stabilisca a breve linee-guida per salvaguardare la salute dei lavoratori.
Intanto iniziata la caccia ai «furbetti» che escono di casa senza giustificazione, secondo la stretta governativa. Tra giovedì e venerdì le Forze dell’ordine hanno controllato 306 persone, denunciandone 9 e 828 esercizi commerciali senza rilevare violazioni. L’operazione della Prefettura «State a casa» ha messo in campo 140 pattuglie dei carabinieri, un team operativo di supporto antiterrorismo, due squadre operative speciali e gli elicotteri del 14° Elinucleo dei carabinieri.
Intanto crescono i contagi. Ieri 66 le persone positive al coronavirus (+7 rispetto a giovedì). Calano i ricoveri: 16 tra Belluno e Feltre, nessuno in Terapia intensiva. Aumentano le quarantene, 392, sono 1.447 tamponi effettuati finora.
E seguendo le nuove direttive regionali anche l’Usl 1 «Dolomiti» si attrezza per affrontare il possibile picco di contagi. Oltre alla sospensione di tutta l’attività chirurgica non urgente, all’ospedale «San Martino» di Belluno accorpate le degenze di alcuni ospedali per lasciare spazio ad eventuali pazienti Covid-19. In allestimento un «Punto medico» avanzato sul fronte sud dell’ospedale.
Sanificata la Geriatria all’ospedale di Feltre, a Pieve di Cadore si allestisce il filtro all’ingresso per il controllo degli accessi. Arrivata un’ulteriore scorta di mascherine, la cui carenza era stata alla base delle proteste sindacali.
Infine il Comune di Belluno chiude i parcometri del centro, ad eccezione dei parcheggi di Lambioi e della stazione. E lunedì «Bellunum» inizierà la disinfezione di strade e marciapiedi. Aperti i parchi cittadini, ma col rispetto della distanza interpersonale. i
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