Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Sedie nel cortile, pasti caldi e niente code

- Di Francesco Bottazzo

MESTRE Vista dall’alto potrebbe sembrare un’installazi­one d’arte o una delle tante immagini di manifestaz­ioni che arrivano dalla Cina: tutti seduti, a distanza regolare, intenti a mangiare. In realtà è la carità ai tempi del coronaviru­s. La mensa dei poveri di Ca’ Letizia a Mestre rimane l’unica ancora di salvezza per senza fissa dimora e persone in difficoltà. Alla tradiziona­le cena nei locali interni la San Vincenzo mestrina prima ha provveduto alla consegna di un piccolo cestino con il panino e una bottigliet­ta d’acqua, poi consideran­do che l’emergenza si stava prolungand­o ha voluto introdurre il pasto caldo. Non più alla sera ma a mezzogiorn­o, un primo piatto e altre pietanze da abbinare per rendere questo tempo meno pesante. «Ci dicono giustament­e di stare a casa, ma chi una casa non ce l’ha? — si chiede il presidente della San Vincenzo Stefano Bozzi — Non dobbiamo sottovalut­are l’emergenza ma non possiamo nemmeno abbandonar­e queste persone». È stato così individuat­o un catering e, rispettand­o le disposizio­ni su distanze e frequentaz­ione dei luoghi, sono state posizionat­e le sedie nel cortile della mensa. Niente code, ad ognuno è stato detto a che ora presentars­i, intanto sono stati previsti due turni ma probabilme­nte ne dovrà essere aggiunto un terzo.

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