Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Aziende in difficoltà: chiesta cassa integrazione per cento Fiom-Cgil: salute ok o sciopero
BELLUNO Tra le voci che caratterizzano l’emergenza-coronavirus si era levata alta, nei giorni scorsi, la protesta dei lavoratori nelle fabbriche che invocavano più sicurezza. E proprio ieri, il governo ha definito, con le parti sociali, un protocollo per la sicurezza, alla luce dell’epidemia. Incentivate le attività di sanificazione nelle imprese e il telelavoro a domicilio. E il personale, prima dell’accesso in azienda, potrà essere sottoposto al controllo della temperatura.
Secondo Stefano Bona di Fiom-Cgil (metalmeccanici), «ora le imprese devono mettersi in riga e rispettare le regole. Se non lo faranno, chiederemo la sospensione delle attività di chi sgarra, usando la cassa integrazione. Se si rifiuteranno, sciopereremo».
Più morbido Rudi Roffaré, segretario aggiunto della Cisl Belluno-Treviso. «L’accordo va nella direzione invocata — spiega — anche nell’incontro avuto martedì con il prefetto. Molte aziende sono già in regola, ma bene che siano garantiti anche gli ammortizzatori sociali per il tempo necessario alle aziende di adeguarsi, chiudendo e attrezzando i reparti. C’è anche chi ha deciso da solo d’interrompere la produzione, per il calo di lavoro legato a Covid–19. Solo venerdì abbiamo firmato una cinquantina di accordi per la Cassa integrazione e sono oltre 100 le aziende che ne hanno fatto richiesta».
Di buon compromesso parla anche Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno. «La richiesta degli imprenditori di non spegnere del tutto l’economia non era dettata dall’avidità — puntualizza Berton — ma perché solo mantenendo in vita la produzione, anche se a regime ridotto, si potrà ripartire più velocemente».
Senza dimenticare che in azienda ci sono anche gli imprenditori. «La verità — chiude Berton — è in questa battaglia siamo tutti sulla stessa barca e l’interesse a salvaguardare la salute è universale. Certo vedo più semplice lavorare sulla distanza droplet più che sui dispositivi individuali, che non si trovano».
La sicurezza aumenterà anche nel settore del trasporto pubblico. In base all’ordinanza del governatore del Veneto di venerdì, il servizio svolto da Dolomitibus sarà ridotto al minimo, fino al 25 marzo almeno. Soppresso il servizio urbano di Feltre, Pieve di Cadore e Auronzo. Ridotte le corse dell’urbano di Belluno e di diverse linee extraurbane.
Da domani le corse che servono le aree industriali potranno contare sul raddoppio degli autobus, per garantire al meglio la distanza tra i passeggeri. Ridotto al minimo anche il servizio sulla linea Santo Stefano di Cadore-San Candido, gestito dalla «Saf».
Mentre anche i frati cappuccini di Mussoi sono alle prese con il virus. Due di loro (i frati Sandro ed Esterino) sono risultati positivi al Covid -19 e sono in isolamento. Cambiano anche le modalità di servizio alla mensa giornaliera per i poveri: pranzi solo da asporto, consegnati sulla porta, in un sacchetto, a debita distanza.
Servizi cambiati
Nel trasporto pubblico meno corse tranne che per i pendolari, pasti ai poveri «take away»