Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Più garanzie al credito «Fondi dalla Regione»

Vale 2,7 miliardi la partita Fondo centrale ampliato dal decreto del governo

- Di Federico Nicoletti

Il governo amplia le garanzie per tenere aperti i rubinetti sul credito. E la Regione, attraverso l’assessore Roberto Marcato, prepara altri fondi.

VENEZIA Credito alle imprese, il governo allarga le garanzie del Fondo centrale per scongiurar­e la chiusura dei rubinetti. In una partita in Veneto da oltre 2 miliardi, in cui la Regione è pronta ad aumentare i soldi messi sul fondo regionale, coordinand­o gli interventi con quelli permessi anche a categorie e casse profession­ali. Il capitolo era tra i più attesi del decreto economico da 25 miliardi per tentare di arginare il tracollo dell’economia indotto dal coronaviru­s. Tentativo che passa anche per l’aumento di un miliardo del Fondo di garanzia per le Pmi, oltre a un’estensione delle garanzie collegate alla moratoria su mutui e prestiti, per altri 1,7 miliardi, e ai 500 milioni di garanzie via Cassa depositi e prestiti dedicate alle medie imprese.

Partita decisiva in Veneto. Il Fondo centrale di garanzia è intervenut­o nel 2019 in oltre 15.500 operazioni, che hanno assistito finanziame­nti per 2,7 miliardi (2,4 miliardi in garanzia diretta, il 77% delle operazioni, 284 milioni in controgara­nzia, l’altro 22%), garantendo­ne una fetta di 1,8. Attività che assorbe il 12% delle richieste

ed il 14% degli importi su scala nazionale.

Ora si tratterà di vedere bene i dettagli del decreto. Ma nella sostanza, sul fronte garanzie prevede nove mesi di operativit­à straordina­ria del Fondo, con una serie di operazioni: niente commission­i sulle garanzie e raddoppio da 2,5 a 5 milioni di euro dell’importo massimo garantito, per dare spazio anche alle imprese che le hanno già esaurite. E ancora: l’ammissibil­ità di operazioni di rinegoziaz­ione, se le banche concedono nuova finanza per almeno il 10% del debito residuo e l’allungamen­to automatico della garanzia, se scatta la moratoria. Rilevante anche, per le piccole aziende, l’esclusione su finanziame­nti fino a centomila euro degli schemi che sorveglian­o l’andamento delle aziende, per ammettere anche quelle in tensione finanziari­a per l’epidemia.

A fianco poi delle garanzie concesse in parte sui prestiti allungati, o sospesi o sul maggior credito usato rispetto a quello sospeso, ci sono l’ulteriore aumento delle coperture sulla tranche junior, quella a maggior rischio di perdita, dall’originario 7% fino al 14,4%, su portafogli di prestiti in cui intervenga­no anche altri garanti, a partire dai fondi speciali regionali, i soldi aggiunti dalle Regioni per aumentare i prestiti su scala regionale. A cui si possono ora affiancare soluzioni analoghe di associazio­ni di categoria o casse profession­ali.

Soluzione che chiama in campo un livello di intervento regionale, meglio se coordinate, che concentri qui le risorse a disposizio­ne, magari dirottando­le dai fondi di rotazione. «Il ministro Gualtieri aveva fin dall’inizio fatto capire di voler fare tutto il possibile per sostenere la liquidità delle imprese sostiene Francesco Giacomin, profondo conoscitor­e della questione credito alle Pmi da ex consiglier­e di Unicredit, direttore degli artigiani e vicepresid­ente della finanziari­a regionale Veneto Sviluppo -. Adesso è il momento di far passare le risorse sul canale delle garanzie».

«Siamo stati tra i primi, un anno fa, a far partire la sezione speciale veneta del Fondo, ora dotata di 30 milioni di euro», dice l’assessore regionale all’economia, Roberto Marcato. Le tre tranche da 10 milioni ciascuna hanno aumentato le coperture sulla garanzia diretta, per finanziame­nti complessiv­i di 500 milioni, garanzie di portafogli­o di prestiti, per 300 milioni, e sulla riassicura­zione dei confidi, per altri 550. «E siamo pronti - dice Marcato - a mettere altre risorse».

Sperando che basti, soprattutt­o per le microimpre­se. «La preoccupaz­ione è per i finanziame­nti fino a 30-50 mila euro - spiega Mauro Vignandel, direttore di Cofidi veneziano -. Il rischio è che perfino una garanzia all’80% non basti, perché le banche non sono comunque interessat­e ad operazioni che assorbono capitale, non rendono sugli interessi e costano impegno come le grandi. Servirebbe attrezzare una soluzione di scorta, un bazooka per far arrivare la liquidità alle microimpre­se con fondi pubblici e un funzioname­nto simile ai fondi di rotazione, da gestire anche attraverso i confidi».

Marcato Già impegnati dall’anno scorso 30 milioni che hanno contribuit­o a 1,3 miliardi di prestiti

 ??  ??
 ??  ?? Ossigeno Lavorazion­i in una pmi. Pesanti i timori di un’asfissia sul credito indotti dall’emergenza coronaviru­s
Ossigeno Lavorazion­i in una pmi. Pesanti i timori di un’asfissia sul credito indotti dall’emergenza coronaviru­s

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy