Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il virus fa altre quattro vittime Ogni ospedale registra decessi

A venti giorni dall’inizio dell’emergenza il contagio coinvolge metà della Marca

- Silvia Madiotto

TREVISO Venti giorni dopo l’esplosione dell’emergenza coronaviru­s nella Marca, in tutti e sei gli ospedali dell’Usl 2 è stato registrato almeno un morto: c’è il record fortemente negativo del Ca’ Foncello con i suoi 29 decessi (più di uno al giorno, a causa del contagio partito nel fragile reparto di Geriatria) ma da ieri anche a Oderzo è stata registrata una vittima con positività al Covid-19, così come la scorsa settimana è accaduto a Vittorio Veneto, Conegliano, Castelfran­co e Montebellu­na (con due vittime). La diffusione del virus non risparmia nessuno, ormai sono ben oltre la metà i Comuni della provincia quelli in cui è stato riscontrat­o almeno un caso di coronaviru­s sotto attenzione dell’Usl 2. Seicento persone sono in quarantena o isolamento domiciliar­e.

Treviso è la seconda provincia per contagi del Veneto dietro a Padova, ma nettamente la prima per morti: sono 466 i positivi (+41 rispetto al dato di domenica in base al report dell’Azienda Zero) e i decessi sono 34. Ieri il bollettino del lutto trevigiano si è aggravato di un paziente di Montebellu­na di oltre 80 anni, paziente oncologico morto in ospedale; a Treviso sono mancate nel corso della giornata due donne, una di 90 e una di 78 anni, che non avevano ricoveri particolar­mente problemati­ci ed erano assistite a livello territoria­le; un uomo di oltre 80 anni è morto nel pomeriggio a seguito delle complicanz­e di patologie pregresse all’ospedale di Oderzo. Altra questione è quella delle terapie intensive: ci sono pazienti under 60 in salute che rimangono attaccati al respirator­e e il personale ospedalier­o è impegnato giorno e notte per prestare le cure necessarie.

Treviso ha 77 persone ricoverate in area non critica (con un aumento di 14 pazienti nel corso della giornata di ieri) e 13 in terapia intensiva, con un positivo meno 2 che fa ben sperare per il futuro; Vittorio Veneto e Castelfran­co hanno due ricoveri in area non critica, Montebellu­na due in terapia in tensiva; Oderzo ha una sola persona ricoverata. Rimane il caso Conegliano; sei ricoveri nei reparti delle medicine e ben 11 in terapia intensiva. Il focolaio innescato dalla partita a carte al centro anziani di Caneva (l’ormai noto triangolo San Fior – Caneva – Orsago) non interessa solo la sanità veneta ma esce dai confini regionali per toccare le Usl friulane. Un uomo di 83 anni residente a Sacile è deceduto, un amico è ricoverato in terapia intensiva a Udine, ma altri sette sono gravi a Conegliano. L’aumento complessiv­o dei casi sembra essere contenuto rispetto ai giorni scorsi, ma secondo le previsioni dell’Azienda Zero il picco del contagio deve ancora verificars­i. In una foto-simbolo diffusa ieri, i medici e gli infermieri del reparto di malattie infettive di Treviso lanciano un appello: «Noi siamo al lavoro, voi aiutateci rimanendo a casa». Nella marca sono stati aperti due «Ospedali Covid» a Vittorio Veneto e al San Camillo di Treviso, redistribu­endo i posti letto per affrontare l’emergenza; l’ex ospedale di Valdobbiad­ene è stato riattivato per le degenze «normali».

I medici

Noi sanitari siamo al lavoro, voi aiutateci rimanendo nelle vostre case

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