Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il galateo in mail Elisa e i consigli sul saper vivere
Elisa Motterle rilegge in chiave contemporanea le regole del saper vivere Tendenze L’esperta vicentina organizza corsi di «etiquette» per privati e aziende. I consigli on line
«La gentilezza, il rispetto e la volontà di rendere più gradevole la vita a chi ci sta intorno». Così Elisa Motterle definisce la parola «galateo», l’arte di rendere il mondo un posto migliore. «L’argomento sembra inutile e antiquato – continua - ma mi sto impegnando per dimostrare che non è così». Vicentina, classe 1979, è il volto del galateo nel terzo millennio, esperta di etichetta e bon ton, ma anche di international business etiquette, ovvero quell’insieme di convenzioni che cambiano da paese a paese. Membro dell’Ancep – Associazione Nazionale Cerimonialisti degli Enti Pubblici e trainer certificata dall’International Etiquette and Protocol Academy di Londra, è docente di buone maniere all’Accademia svizzera di etiquette e presso l’Italian Image Institute, ma tiene corsi di business etiquette e di galateo contemporaneo in tutta Italia, per privati e aziende. In più, ogni giorno risponde a dubbi e quesiti direttamente sul suo profilo Instagram.
Qual è la differenza tra galateo, cerimoniale e bon ton?
«Il galateo (o etichetta) è un insieme di norme non scritte che regolano la vita sociale. Il cerimoniale (o protocollo) è un insieme di norme scritte, che regolano determinate occasioni pubbliche, motivo per cui esiste un cerimoniale ecclesiastico, militare e così via. Il bon ton invece è l’abilità di applicare le regole dell’etichetta e del protocollo con naturalezza, adattandosi alla situazione».
La situazione di oggi è: bisogna stare a casa.
«Il bon ton deve cominciare a casa, con le persone che abbiamo accanto tutti i giorni. Augurare buongiorno, dire grazie e per favore, rispettare gli spazi e gli oggetti degli altri, moderare il volume della voce sono tutti ottimi modi di portare l’etiquette tra le mura domestiche e far sì che la convivenza sia più piacevole per tutti».
Lo smart working ha un suo galateo?
«Per prima cosa, bisogna prepararsi come se si andasse in ufficio, anche se non si hanno videocall: stare alla scrivania in pigiama non è professionale, mentre essere ben vestiti e in ordine cambia la disposizione mentale. Organizzare lo spazio con tutto ciò che occorre, darsi degli orari e programmare delle pause aiuta a pianificare la giornata in modo efficace».
Buone norme sul lavoro? «Le email sono il problema in cima alla lista. Leggerle e rispondere ruba circa due ore al giorno. Siamo sicuri che sia sempre il modo migliore di comunicare? La chiave è ragionare su quale mezzo sia più funzionale di volta in volta: al posto di un’email, potrebbe esser più azzeccato uno slack, un instant message o una telefonata. Ad esempio, per decidere un regalo da fare a un collega, piuttosto che creare un thread di 700 email, sarebbe meglio chiamare una riunione, seppure di 5 minuti».
Quanto è importante conoscere i costumi di chi si ha di fronte?
«Il galateo interculturale aiuta a interagire efficacemente con la comunità globale, a comunicare e fare business. La cultura influenza profondamente il nostro modo di socializzare: in Italia siamo abituati a guardare negli occhi la persona con cui stiamo parlando, perché segno di affidabilità. In
Le regole
I messaggi elettronici ci fanno perdere troppo tempo, a volte meglio una telefonata Mai dimenticarsi di salutare
Giappone, si abbassa lo sguardo per rispetto. Nei Paesi Arabi, è maleducato accavallare le gambe e mostrare le suole, come non è ammissibile avanzare cibo nel piatto. Al contrario, se siamo in Cina lasciare l’ultimo boccone significa che il pranzo è stato gradito ed era abbondante. Sempre in Cina, se chi abbiamo davanti ride durante le trattative significa che è in imbarazzo: attenzione, perché questo atteggiamento potrebbe tradursi in un affare saltato».