Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Le fabbriche che lavorano
VENEZIA Dopo le alzate di scudi della prima ora, ieri sono stati piuttosto i casi in cui fra le parti è stata trovata un’intesa sulla sicurezza. Ecco le fabbriche che tengono aperto.
Il Veneto non ferma le fabbriche. Dopo le alzate di scudi della prima ora le proteste dei lavoratori nelle molte imprese si stanno attenuando mentre sono iniziati i controlli degli Spisal ed a moltiplicarsi, ieri sono stati piuttosto i casi in cui fra le parti è stata trovata un’intesa. Accordi per poter continuare la produzione in sicurezza, oppure, per fermare momentaneamente gli impianti con le coperture salariali assicurate da ammortizzatori sociali e ferie da recuperare o da anticipare.
Merito dell’accordo fra i vertici di Cgil, Cisl e Uil del veneto e le associazioni datoriali di venerdì scorso, con l’imprimatur della Regione Veneto, che ha stabilito metodo e condizioni assegnando agli Spisal il ruolo di arbitro. Ma anche della reazione immediata di operai di alcune grandi fabbriche: «Gli scioperi e le mobilitazioni spontanee dei lavoratori di questi giorni – rivendica Enrico Botter, segretario della Fiom Cgil di Treviso - sono serviti a richiamare le imprese del territorio a non sottovalutare quanto sta accadendo e a rinunciare alla logica dell’interesse economico a ogni costo. Ora la situazione comincia a essere sotto controllo». Nella Marca le braccia sono tenute saldamente incrociate ormai solo alla Electrolux Susegana, data l’irremovibilità di Stoccolma, e alla Prima Sole di Oderzo, forse perché, azzarda il sindacato, azienda riconducibile ad un gruppo guidato da un nome forte di Confindustria. Per il resto anche alla refrattaria Somec la protesta è rientrata e negli ambienti di lavoro tutto pare in regola, De’ Longhi ha articolato i turni in modo da evitare addensamenti di persone e sotto insegne come Irca e Stiga si è convenuto sulla Cassa integrazione.
Uscendo dal Trevigiano vale sottolineare come lo Spisal abbia dato il via libera agli impianti di Sàfilo di Longarone e di Santa Maria di Sala. Nel vicentino accordi soddisfacenti sono stati raggiunti alla Silgan, di Bassano, e alla Ariston Cavi, di Brendola, completamente riorganizzata all’interno per evitare contatti fra i dipendenti. Resta tesa, invece, la situazione alla Fis, colosso della chimica in cui si contano nove lavoratori infettati e in cui la contrattazione fra le parti non si è conclusa. Domani nella sede di Lonigo è previsto uno sciopero. «Il problema centrale – riferisce Igor Bonatesta, segretario Uiltec Vicenza – è la comprensibile paura dei dipendenti». Polverizzata e difficile da esplorare, infine, l’area della concia, attraversata da differenze piuttosto marcate fra le varie realtà. Sindacati e proprietari, in provincia di Padova, hanno trovato punti di convergenza alla Alluminium, dove è sospesa l’attività fino a fine mese con ferie arretrate e Cigo, e cassa integrazione anche per il 60% del personale della Antonio Carraro. Alla Toffac riduzione di orario per due ore al giorno mentre ferie arretrate e permessi retribuiti risolvono la situazione alla Arneg.
Ancora proteste, invece, alla Fincantieri, dove per la fermata degli impianti l’azienda ha optato l’anticipo ferie anziché gli ammortizzatori sociali, invertendo la priorità, secondo i sindacati, indicate nei protocolli firmati a Roma tre giorni fa: «Continua ad essere preoccupante e non del tutto chiara – è il rilievo avanzato da Loris Scarpa, leader della Fiom di Padova - la situazione in quelle aziende dove non è presente il Sindacato. Oggi molti lavoratori di queste realtà ci hanno contattato per capire come comportarsi e come riuscire ad astenersi dal lavoro come previsto dal Protocollo d’intesa». Rimane il fatto che le ispezioni nei luoghi di produzione sono iniziate in grande stile e che già lunedì, come riferito dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, le imprese visitate sono state una sessantina «di medie e grandi dimensioni, e i risultati finora sono buoni». I controlli riguardano soprattutto la presenza delle mascherine, dei gel sanificanti, e il rispetto delle distanze di sicurezza nei reparti: «Adesso proseguiremo – ha aggiunto - e pensiamo di esaminarne almeno un centinaio ogni giorno».
Fiom Cgil Gli scioperi sono serviti a richiamare le imprese a non sottovalutar e la situazione, ora sotto controllo