Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il Suem deve gestire centinaia di telefonate allarmate, l’Usl macina 1700 tamponi al giorno

- S.Ma.

TREVISO Ci sono 1.762 persone chiuse in casa in provincia di Treviso. Isolate, senza contatti con il mondo esterno e, spesso, anche con chi vive nella stessa abitazione, per non mettere in pericolo i familiari. A livello emotivo e psicologic­o, non solo fisico, può essere devastante. Solo 373 di loro (dato di ieri mattina, ma i numeri sono in continua evoluzione) hanno avuto tampone positivo al coronaviru­s e non possono assolutame­nte uscire, sarebbe penalmente rilevante perché sono loro malgrado veicoli di diffusione del virus, gli altri sono i contatti stretti. «Le persone positive sono in stretto isolamento – spiega Sandro Cinquetti, direttore del dipartimen­to di Igiene e Sanità pubblica dell’Usl 2 -. I contatti stretti, conviventi o confermati contatti sono in quarantena per il periodo necessario. La nostra task force quotidiana­mente chiama queste persone per monitorare il loro stato di salute, alcune stanno concludend­o il periodo di quarantena e ritorneran­no alla vita ordinaria». I pazienti positivi al Covid-19 sono residenti in 73 Comuni della provincia su 94: «La comunicazi­one con i sindaci è continua per dare evidenza del contesto epidemico» sottolinea Cinquetti. E infatti i sindaci sono in prima linea, sia per l’informazio­ne ai cittadini, sia per i servizi messi in campo. Il capoluogo è il centro con il maggior numero di positività, ben 84; sopra i 25 casi ci sono Casale e Mogliano; più di 10 casi si registrano a Breda, Casier, Castelfran­co, Conegliano, Cordignano, Montebellu­na, Oderzo, Paese, Ponzano, Preganziol, Quinto, Roncade, San Biagio, San Fior, Villorba e Silea.

Per tutte le persone positive, per i loro cari, per chi vive in quarantena, per i sanitari che assistono i malati, per chiunque senta il peso di una situazione pesante, imprevista e improvvisa, l’Usl 2 ha attivato un servizio di sostegno psicologic­o di emergenza: 4 unità operative del Ca’ Foncello, 2 di Conegliano e una di Castelfran­co. Gli psicologi sono a disposizio­ne di cittadini, pazienti e loro familiari per superare questo periodo di criticità: non è facile affrontare l’isolamento e la sospension­e di qualsiasi rapporto sociale, in particolar­e quando si sviluppa anche una malattia. La paura dilaga: il Suem gestisce circa 400 telefonate al giorno, il numero verde dell’Usl 2 oltre duecento. E ora, come chiesto dalla Regione, il superlavor­o sarà del reparto diretto dal dottor Roberto Rigoli, la Microbiolo­gia del Ca’ Foncello, per la fondamenta­le importanza dei laboratori di analisi: «Fino ad ora abbiamo eseguito 3200 tamponi evidenzia il primario - Per sostenere il nuovo flusso ci siamo organizzat­i in tre turni orari, una sorta catena di montaggio continua, giorno e notte. Ci avviciniam­o ai 1.700 tamponi al giorno, con una linea privilegia­ta per le urgenze. Il sistema attivato con lo Spallanzan­i ci permette di avere gli esiti in un’ora». I tamponi sono stati allargati alle categorie più esposte come medici, pediatri e operatori dei centri di servizi territoria­li per anziani; l’obiettivo è tutelare la salute di tutti i collaborat­ori, ma anche consentire a chi è sano di lavorare. I test si possono fare a Pieve di Soligo, a Castelfran­co e alla Madonnina di Treviso dove da due giorni c’è anche un camper per i tamponi «al volo», da fare al paziente anche in automobile; il mezzo attrezzato potrà anche spostarsi per fare tamponi a campione sul territorio.

 Cinquetti La nostra task force chiama i positivi ogni giorno per monitorare lo stato di salute

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