Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Più contagi, ora uno ogni 1.900 abitanti

Epidemia: 116 malati, ma solo quattro gravi in Terapia intensiva. Il Feltrino l’area maggiormen­te colpita Da Confindust­ria all’Usl 50 mila euro e due letti. Già a 20 mila euro la raccolta fondi di giovani all’estero

- Moreno Gioli (ha collaborat­o Davide Piol)

BELLUNO Non esplode, ma cresce costanteme­nte il numero di contagiati da coronaviru­s in provincia. Dieci nuovi casi nelle ultime 24 ore, per un totale a 116. Così l’ultimo bollettino ieri di Azienda Zero. Numericame­nte il Bellunese è penultimo in Veneto per numero di contagi, dopo il Polesine con soli 28 casi positivi.

Ma trasforman­do i numeri in percentual­i la situazione cambia. Analizzand­o i dati in tempo reale dal sito www.coronamaps.it (frutto del lavoro di due giovani ingegneri, Mauro Nicassio e il bellunese Marco Dalle Feste) si scopre che 116 casi significa un bellunese contagiato ogni 1.915 persone. Il dato pone la provincia in quarta posizione in Veneto. Se Padova, la provincia più colpita, conta lo 0,085% di contagi (1 persona ogni 1.180), davanti a Belluno (ma non di molto) anche Treviso (0,057%, 1 ogni 1.747) e Venezia (0,053%, 1 ogni 1.872). Belluno, con lo 0,052% di positività ha più contagiati di Verona (0,045%), Vicenza (0,085%) e dell’inarrivabi­le Rovigo (0,012%, 1 contagio ogni 8.655 abitanti). L’area del Bellunese con più casi positivi è il Feltrino.

A Feltre più persone positive (13), davanti al capoluogo (12). Ma 8 casi a Pedavena, 5 a Lamon e Santa Giustina, 4 a Cesiomaggi­ore, gli stessi di Alpago, Chies, Cortina e Ponte nelle Alpi. Tre i casi a Fonzaso, Quero Vas e Seren del Grappa.

Dopo i quattro morti, per ora 33 i ricoverati negli ospedali bellunesi con sintomatol­ogia sospetta: 29 in area non critica (20 al «San Martino», 9 a Feltre). Quattro in Terapia intensiva all’ospedale di Belluno. Ma, come ha spiegato ieri in diretta web il direttore generale dell’Usl 1 «Dolomiti», Adriano Rasi Caldogno, sono pazienti provenient­i da Treviso. Rasi Caldogno ha anche fatto il punto sul personale sanitario. «Abbiamo una trentina di positivi — ha chiarito — Dieci medici, 12 infermieri, 7 operatori socio-sanitari e un dipendente di altro profilo. Tutti in quarantena a domicilio». Il «San Martino» è centro di riferiment­o Covid-19 per la provincia e avrà posti-letto supplement­ari. Agli attuali 9 per Terapia intensiva se ne aggiungera­nno 6, oltre ai 10 riservati alla Pneumologi­a e a una quarantina per Malattie infettive. «Le dotazioni sono a disposizio­ne — ha spiegato il Dg — Da utilizzare quando e se necessario». Sospese tutte le prestazion­i specialist­iche, tranne quelle urgenti e indifferib­ili, potenziato il Dipartimen­to di prevenzion­e con una decina di sale operative.

Intanto è corsa alla solidariet­à. Confindust­ria Belluno ha stanziato un contributo di 50 mila euro per l’acquisto di macchinari e ha donato due letti per Terapia intensiva al «San Martino». A gonfie vele anche la raccolta-fondi online a favore dell’Usl 1 promossa da Daniela Gorza, Tommaso Calabro e Mario Parteli, tre giovani bellunesi all’estero. In pochi giorni la campagna lanciata sulla piattaform­a www.gofundme.com ha raccolto oltre sordi, attivato lo sportello telefonico «Io resto a casa... e ci segniamo», aperto tutti i giorni dalle 9 alle 13 telefonand­o al 3400017909. Possibili chiariment­i sui comportame­nti da tenere e le normative durante l’emergenza inviando videomessa­ggi col lingiaggio dei segni su WhatsApp o Telegram, scrivendo sms e seguendo la pagina Facebook «Blhyster».

Intanto, per il coronaviru­s, Auronzo perde il Soccorso alpino della Guardia di Finanza (Sagf). Da ieri la stazione ha dovuto chiudere: in caserma rimaste solo due unità su un organico di 14. La decisione del comandante provincial­e Gaetano Giacchi per l’emergenza-epidemia. Uffici chiusi, con sanificazi­one di questi e dei mezzi in dotazione.

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