Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Più contagi, ora uno ogni 1.900 abitanti
Epidemia: 116 malati, ma solo quattro gravi in Terapia intensiva. Il Feltrino l’area maggiormente colpita Da Confindustria all’Usl 50 mila euro e due letti. Già a 20 mila euro la raccolta fondi di giovani all’estero
BELLUNO Non esplode, ma cresce costantemente il numero di contagiati da coronavirus in provincia. Dieci nuovi casi nelle ultime 24 ore, per un totale a 116. Così l’ultimo bollettino ieri di Azienda Zero. Numericamente il Bellunese è penultimo in Veneto per numero di contagi, dopo il Polesine con soli 28 casi positivi.
Ma trasformando i numeri in percentuali la situazione cambia. Analizzando i dati in tempo reale dal sito www.coronamaps.it (frutto del lavoro di due giovani ingegneri, Mauro Nicassio e il bellunese Marco Dalle Feste) si scopre che 116 casi significa un bellunese contagiato ogni 1.915 persone. Il dato pone la provincia in quarta posizione in Veneto. Se Padova, la provincia più colpita, conta lo 0,085% di contagi (1 persona ogni 1.180), davanti a Belluno (ma non di molto) anche Treviso (0,057%, 1 ogni 1.747) e Venezia (0,053%, 1 ogni 1.872). Belluno, con lo 0,052% di positività ha più contagiati di Verona (0,045%), Vicenza (0,085%) e dell’inarrivabile Rovigo (0,012%, 1 contagio ogni 8.655 abitanti). L’area del Bellunese con più casi positivi è il Feltrino.
A Feltre più persone positive (13), davanti al capoluogo (12). Ma 8 casi a Pedavena, 5 a Lamon e Santa Giustina, 4 a Cesiomaggiore, gli stessi di Alpago, Chies, Cortina e Ponte nelle Alpi. Tre i casi a Fonzaso, Quero Vas e Seren del Grappa.
Dopo i quattro morti, per ora 33 i ricoverati negli ospedali bellunesi con sintomatologia sospetta: 29 in area non critica (20 al «San Martino», 9 a Feltre). Quattro in Terapia intensiva all’ospedale di Belluno. Ma, come ha spiegato ieri in diretta web il direttore generale dell’Usl 1 «Dolomiti», Adriano Rasi Caldogno, sono pazienti provenienti da Treviso. Rasi Caldogno ha anche fatto il punto sul personale sanitario. «Abbiamo una trentina di positivi — ha chiarito — Dieci medici, 12 infermieri, 7 operatori socio-sanitari e un dipendente di altro profilo. Tutti in quarantena a domicilio». Il «San Martino» è centro di riferimento Covid-19 per la provincia e avrà posti-letto supplementari. Agli attuali 9 per Terapia intensiva se ne aggiungeranno 6, oltre ai 10 riservati alla Pneumologia e a una quarantina per Malattie infettive. «Le dotazioni sono a disposizione — ha spiegato il Dg — Da utilizzare quando e se necessario». Sospese tutte le prestazioni specialistiche, tranne quelle urgenti e indifferibili, potenziato il Dipartimento di prevenzione con una decina di sale operative.
Intanto è corsa alla solidarietà. Confindustria Belluno ha stanziato un contributo di 50 mila euro per l’acquisto di macchinari e ha donato due letti per Terapia intensiva al «San Martino». A gonfie vele anche la raccolta-fondi online a favore dell’Usl 1 promossa da Daniela Gorza, Tommaso Calabro e Mario Parteli, tre giovani bellunesi all’estero. In pochi giorni la campagna lanciata sulla piattaforma www.gofundme.com ha raccolto oltre sordi, attivato lo sportello telefonico «Io resto a casa... e ci segniamo», aperto tutti i giorni dalle 9 alle 13 telefonando al 3400017909. Possibili chiarimenti sui comportamenti da tenere e le normative durante l’emergenza inviando videomessaggi col lingiaggio dei segni su WhatsApp o Telegram, scrivendo sms e seguendo la pagina Facebook «Blhyster».
Intanto, per il coronavirus, Auronzo perde il Soccorso alpino della Guardia di Finanza (Sagf). Da ieri la stazione ha dovuto chiudere: in caserma rimaste solo due unità su un organico di 14. La decisione del comandante provinciale Gaetano Giacchi per l’emergenza-epidemia. Uffici chiusi, con sanificazione di questi e dei mezzi in dotazione.