Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Municipi in quarantena Le giornate dei sindaci tra rabbia e «fai-da-te»
E Conegliano vieta le lunghe passeggiate
TREVISO C’è chi ha il municipio in quarantena e chi lo fa funzionare a ranghi ridotti. Chi ha aperto il Centro Operativo Comunale (Coc) e chi invece ha deciso di temporeggiare. Chi si fa aiutare dai volontari di protezione civile e chi ha ideato varie iniziative a sostegno di famiglie e anziani.
E’ la vita dei sindaci al tempo della pandemia da Coronavirus. Con giornate vissute in prima linea, tra telefonate e computer, a gestire l’emergenza. Ne sa qualcosa Ezio Dan che ha dovuto sbarrare le porte del municipio di Fontanelle perché sette impiegati si sono ammalati e cinque sono risultati positivi al Covid-19. Solo uno degli impiegati positivi vive nel comune, dove le positività sono quattro: «Adesso c’è la psicosi del tampone – spiega Dan -. L’azienda sanitaria sta convocando i contatti stretti, ma sono molti a chiederlo». Intanto con i dipendenti in ferie, in quarantena e quelli che lavorano in smart working, in municipio è rimasto da solo: «Ma nessuno in questi giorni ha mai suonato al campanello».
Stessa situazione a San Fior dove i contagiati sono 20, quasi tutti riferibili al focolaio innescato dalle partite a carte in un circolo di Caneva (Pordenone) che ha coinvolto anche Orsago con 3 contagiati e Cordignano dove i positivi sono 15 tutti ricoverati in ospedale. Nel suo comune quasi tutti gli uffici lavorano da remoto, eccetto anagrafe e assistente sociale che si alternano. A cui si aggiungono i volontari di protezione civile per la spesa a domicilio per anziani e persone in difficoltà. Per il sindaco Giuseppe Maset c’è però un grande rammarico: «La delusione di vedere che ancora troppe persone si muovono da casa senza motivi validi». Per questo Fabio Chies, sindaco di Conegliano si è spinto oltre vietando le passeggiate a un chilometro di distanza da casa. Nonostante l’emergenza molti non hanno attivato i coc. È il caso di Fabio Collot a Orsago e Alessandro Biz a Cordignano: «Al momento non lo riteniamo necessario. Anche per tutelare i volontari di protezione civile che, se la situazione dovesse aggravarsi, saranno indispensabili». Chi ha deciso di aprirlo è invece Stefano Giuliano sindaco di Casale
sul Sile, dove le 31 positività sono riferite alla casa di riposo Ca’ dei Fiori: «Per noi è indispensabile perché abbiamo la protezione civile attivata su più fronti». Lavorano infatti al pre-triage all’ospedale Ca’ Foncello, nelle consegna dei pasti a domicilio e in supporto a Ca’ de Fiori. A loro si aggiungono i carabinieri in congedo che presidiano i parchi pubblici e la Restera sul Sile per evitare gli assembramenti. A Silea invece il sindaco Rossella Cendron è contenta della reazione dei suoi cittadini che sembrano aver accolto il suo appello, diffuso sui cartelli esposti nei parchi e in Restera: «State a casa se volete bene a voi e ai vostri cari e abbiate rispetto della comunità». Spiega infatti: «I cittadini stanno rispondendo bene. Benissimo il volontariato grazie al quale abbiamo attivato servizi a supporto di famiglie e anziani». Non solo consegna pasti, spesa e farmaci a domicilio ma anche la Consulta dei Giovani che offre un servizio di compiti online e il progetto giovani che si è fatto smart con gli educatori sempre disponibili per ragazzi e famiglie.
Dan (Fontanelle)
Sono rimasto solo in Comune ma nessuno suona al campanello