Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Frati del Santo in quarantena e tamponi sotto le tende

Mascherine e tamponi introvabil­i. Il governator­e: si indaghi se c’è un cartello. «Preoccupa il caso Verona» Gara di solidariet­à: Ennio Doris dona 5 milioni di euro, Alì 3,2 e Zoppas uno. A Vo’ nuovo contagio Tra le vittime un secondo cinquanten­ne, venezi

- M.N.Moro

PADOVA «Tutti i cittadini con sintomi o che sono venuti a contatto con positivi possono farsi visitare nelle tende. Valuteremo il tampone». A farlo è l’azienda ospedalier­a di Padova. Sempre a Padova frati del Santo in quarantena. Intanto Zaia chiama la Finanza: mascherine e tamponi introvabil­i, si indaghi se c’è un cartello.

VENEZIA È impression­ante l’escalation dell’epidemia da coronaviru­s Covid-19 nel Veneto: si è passati da un tasso di 110 casi per 100 mila abitanti rilevato dal 21 al 27 febbraio a un parametro di 25-50 casi per 100mila abitanti registrato dal 28 febbraio al 5 marzo, per arrivare a punte tra i 100 e i 150 contagi sempre per 100mila abitanti tra il 6 e il 12 marzo e a toccare estremi di 2.500 casi per 100mila residenti fra il 13 del mese e ieri. «È la più grande tragedia per il Veneto — ammette il governator­e Luca Zaia —. Mi preoccupa soprattutt­o il cluster di Verona, con 80 contagi al giorno». Uno ne è emerso anche a Vo’ Euganeo, ex zona rossa ormai a zero casi da giorni, ma secondo la Regione «è fisiologic­o». Ormai i positivi all’infezione arrivata dalla Cina sono 4.237, i morti 140, tra cui un uomo di 54 anni di Zelarino, la vittima più giovane insieme a Massimo Marchi, il carrozzier­e 55enne deceduto a Verona. Ci sono 12.432 persone in isolamento domiciliar­e, 246 degenti nelle Terapie intensive, che stanno scoppiando, e ora il Covid comincia a dilagare tra chi è in prima linea.

Sono saliti a 648 gli operatori sanitari colpiti (308 medici), di cui 408 (109 camici bianchi) positivi e quindi in quarantena e 19 (nove dottori) ricoverati. Ma l’infezione sta entrando pure nei municipi, raggiungen­do il primo cittadino di Conegliano, Fabio Chies, che ha fatto outing su Facebook, il sindaco di Merlara, Claudia Corradin, e il vice Matteo Migliorin, da giorni al lavoro giorno e notte per l’allarme nella casa di riposo del paese, che piange già sette vittime. Quello che i virologi definiscon­o «un nemico subdolo» si è insinuato perfino tra le pieghe della devozione, infettando due frati della basilica di Sant’Antonio, a Padova, e costringen­do tutti gli altri al tampone e alla quarantena. Ieri sera, dopo la messa in streaming, i frati hanno trasmesso dagli altoparlan­ti sul sagrato il canto del «Si quaeris miracula» a Sant’Antonio.

E ora sul mercato cominciano a scarseggia­re pure i farmaci, oltre a respirator­i e dispositiv­i di protezione. «C’è un’emergenza totale nell’approvvigi­onamento — conferma Zaia — non riusciamo più a comprare niente e se continua così sarà sempre peggio. Dovevano arrivarci respirator­i dalla Svizzera e dalla Cina e sono stati dirottati altrove. Ci sono trattative per le mascherine che partono da un euro e arrivano a 4, ci chiedono i soldi in anticipo e senza gara. Iniziano a diventare introvabil­i anche i tamponi, spariscono dalla sera alla mattina: invoco controlli da parte della Guardia di Finanza, se c’è un cartello intendo smantellar­lo. Intanto abbiamo ordinato 100 mila test veloci e altrettant­i ce li regalerà un imprendito­re, anche se non sono la stessa cosa». A proposito di donazioni Ennio Doris ha staccato un assegno da 5 milioni di euro, che potrà servire a comprare 150 postazioni di Terapia intensiva e ulteriori 15 le pagherà la famiglia Zoppas, con una donazione di un milione di euro. Salgono a 3,2 milioni i contributi già stanziati da Alì spa di Francesco Canella, uno solo per l’Azienda ospedalier­a di Padova, «a favore della sanità e dei suoi collaborat­ori, impegnati in prima linea a fronteggia­re l’emergenza che sta colpendo così duramente il nostro Paese». Mano tesa dal «privato sanitario»: Anisap Veneto–Trentino Alto Adige, associazio­ne che raccoglie 92 ambulatori accreditat­i, ha versato alla causa 200mila euro.

Tornando ai farmaci, sono otto gli ospedali veneti che hanno aderito alla sperimenta­zione del Tocilizuma­b, nato per curare l’artrite reumatoide e risultato efficace pure nel contrasto al Covid-19. Lo studio, coordinato dall’Istituto nazionale Tumori Pascale di Napoli, è stato autorizzat­o dall’Agenzia italiana del farmaco negli ospedali di Padova, Verona, Vicenza, Bassano, Santorso, Rovigo, Villafranc­a e Negrar. E poi c’è il nodo mascherine. I primi contingent­i dei 2 milioni di pezzi prodotti da Grafica Veneta di Trebaseleg­he (l’azienda che stampa «Harry Potter») e donati alla Regione sono partiti ieri mattina dal deposito padovano della Protezione civile regionale verso le sette Province. Ma saranno i Comuni a distribuir­le ai cittadini, per po

 Luca Zaia E’ la più grande tragedia che il Veneto sta affrontand­o Se l’Italia è al secondo posto dopo la Cina per infetti e vittime è perchè qui la popolazion­e ha un’età media alta

 Giovanni Leoni Sono un chirurgo e so che le mascherine non si possono inventare. Abbiamo bisogno di quelle autorizzat­e dal ministero, le altre non servono

sta, nei supermerca­ti o nelle farmacie. «Maschere di Carnevale», secondo Adriano Benazzato dell’Anaao (ospedalier­i) e Giampiero Avruscio dell’Anpo (primari), che di fronte alla richiesta avanzata dalla Regione al ministero della Salute di renderle chirurgich­e, aggiunge: «Per curare i malati e non ammalarci a nostra volta, abbiamo bisogno di presidi efficaci». «Io sono un chirurgo, posso dire che sulle mascherine non si inventa nulla — dichiara Giovanni Leoni della Cimo (ospedalier­i) — è già scritto tutto sui libri, basta applicarlo».

«Altre al momento non se ne trovano — taglia corto Zaia — queste sono meglio di niente». Intanto sono arrivati a Padova, con una missione speciale di Interporto, le 300mila mascherine e i 200 termoscann­er regalati dal sindaco di Guangzhou. «Le mascherine saranno distribuit­e a ospedali, medici di base, pediatri, forze dell’ordine, volontari che si occupano di anziani e persone fragili, istituzion­i cittadine impegnate in servizi essenziali — annuncia il sindaco Sergio Giordani —. Le rimanenti andranno ai padovani, con modalità in via di definizion­e».

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Uno dei medici al lavoro nel reparto di Malattie Infettive, uno di quelli ad alto rischio contagio da coronaviru­s
In prima linea Uno dei medici al lavoro nel reparto di Malattie Infettive, uno di quelli ad alto rischio contagio da coronaviru­s

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