Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Merlara, altri 3 morti paura nella casa di riposo
Positiva anche il sindaco Claudia Corradin
PADOVA Ancora morti nella casa di riposo di Merlara, nel Padovano. Tutti e tre, positivi, avevano delle patologie pregresse. Il conto delle vittime sale quindi a sette. «Abbiamo paura».
MERLARA (PADOVA) Continuano a morire, uno dopo l’altro. Altri tre ospiti della casa di riposo Scarmignan di Merlara, in provincia di Padova, se ne sono andati dopo essere risultati positivi al coronavirus: Ottaviano
Correzzola, 79enne di Merlara, è deceduto in ospedale mentre Norina Boraso, 94 anni di Megliadino San Fidenzio, e Zefferino Baldo, 85enne di Carceri, sono morti nella casa di riposo. Tutti e tre, come del resto quasi la totalità degli ospiti della struttura, avevano delle patologie pregresse che si sono aggravate con l’infezione da coronavirus. Il conto delle vittime sale quindi a sette dall’inizio dell’epidemia. E a risultare positivi sono anche il sindaco di Merlara, Claudia Corradin, e il vicesindaco Matteo Migliorin, da settimane in prima linea. Entrambi al momento presentano sintomi lievi.Prima che dilagasse l’infezione la casa di riposo contava 73 anziani e una cinquantina di lavoratori tra medici, infermieri, oss, logopedisti, fisioterapisti e amministrativi. Ora sono rimasti 61 ospiti all’interno della struttura completamente blindata (escono ed entrano solo gli operatori sanitari e i volontari), altri cinque sono ricoverati nell’ospedale Covid di Schiavonia. Venticinque lavoratori sono positivi e un’altra ventina circa sono in isolamento domiciliare perché hanno avuto un contatto stretto con un positivo. Meno di dieci persone lavorano ancora nella struttura, si prendono cura degli anziani, danno loro da mangiare, li cambiano e puliscono. Dire che la situazione è drammatica forse è troppo poco. «Siamo molto preoccupati, ci sono altri cinque ospiti che si stanno aggravando ogni giorno di più – spiega la presidente dell’Ipab Roberta Meneghetti, la voce quasi un soffio –. Andiamo avanti ma abbiamo
paura. I pochi operatori rimasti fanno turni massacranti, li devo ringraziare dal profondo del cuore. Cerchiamo di stare loro vicino come possiamo ma per loro è dura e lo è anche per gli ospiti che vedono morire i loro compagni di stanza». Inutile dire che cominciano a scarseggiare mascherine (come in tutte le case di riposo), senza le quali non si può entrare in struttura perché è un vero e proprio focolaio. A questo si aggiunge un altro problema: i ritardi degli esiti dei tamponi. «Da una settimana a questa parte riceviamo gli esiti nel giro di due o tre giorni mentre prima li avevamo in giornata – riferisce Meneghetti –. Per noi è fondamentale sapere se un operatore è positivo altrimenti può far girare il contagio». Una settimana fa il governatore del Veneto Luca Zaia aveva annunciato «tamponi a tappeto» ingolfando così la macchina dei laboratori di microbiologia. Il sindaco di Merlara, Claudia Corradin, ha chiesto ripetutamente aiuto alla Regione perché c’è necessità di personale ma ancora si deve contare sull’aiuto dei volontari. Ma non è solo Merlara a preoccupare nel padovano. Ci sono altre bombe pronte a esplodere: Galzignano Terme e Monselice. Alla residenza al Parco di Galzignano ci sono 120 anziani e vi lavorano una sessantina di persone: i positivi tra gli ospiti sono ventuno, di cui tre ricoverati, mentre si sta ancora aspettando l’esito degli altri tamponi. Al momento gli anziani sono asintomatici o presentano sintomi lievi ma siamo solo all’inizio e non va abbassata la guardia. Così come a Monselice, dove un anziano di 87 anni è risultato positivo al Covid-19 dopo essere stato ricoverato all’ospedale Sant’Antonio di Padova per problemi cardiaci. In quel centro anziani ci sono 160 ospiti e un centinaio di lavoratori. Due donne sono state ricoverate giovedì a Schiavonia: una è tornata in struttura, l’altra, Maria Baratto, 90 anni di Bagnoli di Sopra, è morta.
Meneghetti Oltre ai sette morti che ci sono già stati, ci sono altri cinque ospiti che si stanno aggravando ogni giorno di più. E l’esito dei tamponi arriva sempre tre giorni dopo