Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Atleti fermi: incognita per i Giochi»
Bardelle: «Stop giusto ma questi sono mesi cruciali per la preparazione»
Anche lo sport attende un segnale per la ripresa. Gianfranco Bardelle, presidente del Coni Veneto, fa il punto: «Giusto fermarsi ma questi sono mesi cruciali per prepararsi alle Olimpiadi».
Gianfranco Bardelle, presidente del Coni Veneto: secondo lei le Olimpiadi di Tokyo salteranno?
«Non vedo come possano disputarsi. La stragrande maggioranza degli atleti, compresi i nostri in Veneto, non può allenarsi, come possono pensare di imbastire un sistema così enorme senza tenere conto della necessità di chi non si è ancora qualificato e deve stare a casa senza poter far nulla?»
Quale sarebbe la sua proposta in merito?
«Temo la situazione non si risolverà a breve. I mesi che precedono i Giochi da sempre sono fondamentali; in questo periodo si tengono i principali tornei di qualificazione. Ora che è tutto fermo, mi chiedo: quali atleti andrebbero a Tokyo per giocarsi le medaglie? Penso sia molto meglio pensare fin da ora a un rinvio al 2021. Prima viene la salute, poi le Olimpiadi»
E’ d’accordo con le nuove direttive che vietano le corse all’aria aperta?
«Certo, in questo momento le attività si trasformavano in punti di ritrovo fra persone prima che in reali occasioni di allenarsi in solitaria»
Alla gente e agli sportivi comuni cosa vorrebbe dire?
«Lo sport è una componente importante per una regione come la nostra. Oltre il 40% della popolazione pratica sport, ci sono più di duecentomila volontari che si impegnano nelle nostre società e decine e decine di famiglie vivono grazie allo sport. Per questo, inizialmente, non è stato facile recepire i messaggi arrivati dal governo. Però nel giro di pochi giorni la risposta degli sportivi veneti è stata importante. Si può continuare a fare sport anche a casa e in giardino. In questo momento serve la massima attenzione da parte di tutti. Cerchiamo di rimanere in casa il più possibile e seguiamo diligentemente le direttive che ci vengono impartite dal Governo».
Lei ha partecipato a un tavolo regionale con l’assessore allo Sport della Regione Veneto, Cristiano Corazzari. Cosa ne ha ricavato?
«Bloccare lo sport significa mettere in grossa difficoltà tutte le realtà che operano e vivono grazie a questo settore. Dopo questo periodo le società sportive faticheranno molto a trovare nuovi sponsor. L’80% dei nostri impianti sportivi è in gestione a privati che ora, dopo la chiusura totale, sono in ginocchio. E poi, naturalmente, c’è il turismo. Intere aree della nostra regione hanno nello sport un volano irrinunciabile, anche grazie a una serie di manifestazioni consolidate».
Che cosa si può fare?
«E’ indispensabile che Governo e Regione prendano in considerazione aiuti alle società impegnate nell’organizzazione di eventi sportivi importanti per il territorio».
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