Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Condannato a sua insaputa Processo da rifare
TREVISO Il 16 gennaio i carabinieri sono arrivati a casa sua a prelevarlo con un ordine di carcerazione. Perché la condanna a suo carico, a 5 anni di reclusione per violenza sessuale su minore, era diventata esecutiva. Un processo e una sentenza di cui, a suo dire, è venuto a sapere solo in quel momento. Per questo il suo nuovo avvocato Laura Mattucci ha presentato un’istanza di rescissione del giudizio di primo grado: «Il processo dev’essere rifatto per consentirgli di difendersi
La violenza
da accuse pesanti e infamanti. In primo grado non ha potuto farlo perché non sapeva di essere stato rinviato a giudizio». L’uomo era stato condannato nel luglio scorso perché avrebbe abusato di una ragazzina, all’epoca dei fatti, 11enne. Figlia di una vicina di casa che lui e la moglie (condannata a 4 mesi per favoreggiamento) avrebbero saltuariamente accudito. I fatti sarebbero avvenuti nel 2011 ma la ragazzina l’aveva denunciato solo nel 2016: «Mi costringeva a toccarlo, dopo che mi aveva fatto vedere film pornografici». Accusa confermata nel corso di un incidente probatorio. Il 44enne, che lavorava per una cooperativa, era stato interrogato e aveva respinto gli addebiti, spiegando anche di non aver mai avuto una televisione. Ma la procura ne aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio e il processo si è celebrato in tribunale a Treviso. Lui e la moglie, entrambi imputati e difesi da un avvocato d’ufficio, sono stati condannati. Per un errore la richiesta di processo d’appello è stata presentata in ritardo e la condanna, a gennaio, è diventata esecutiva. «Ma il mio assistito non sapeva nulla del processo – spiega l’avvocato Mattucci -. Altrimenti si sarebbe difeso in aula. Abbiamo dimostrato che, nonostante sia in Italia da molti anni ha difficoltà a comprendere la lingua scritta. Lui e la moglie sono persone perbene»