Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

SERVIREBBE­RO LE TAVOLE DI LEONTIEF

Il premier si rivolge ai cittadini di Veneto, Emilia, Lombardia e Piemonte-. Lo spirito di sacrificio, i medici, gli infermieri. «Così vi stiamo aiutando»

- Di Paolo Costa

Raccontava il premio Nobel Wassily Leontief che in piena seconda guerra mondiale il presidente Roosevelt era andato su tutte le furie perché, avendo ordinato la produzione di 50.000 aerei da schierare in battaglia, aveva visto accumulars­i ritardi insopporta­bili non per mancanza di alluminio, di cui gli aeroplani erano fatti, ma delle celle elettrolit­iche di rame necessarie per la produzione dell’alluminio stesso. Ci si era preoccupat­i della tecnologia della produzione di aeroplani, ma non di quella dell’alluminio. Leontief, allora capo della sezione economica dei servizi strategici dello stato maggiore americano, aveva segnalato il problema (risolto - se la rideva Leontief — usando, al posto del rame, argento preso da Fort Knox) e mostrato come si poteva evitare l’insorgere di altre strozzatur­e nella produzione di guerra, usando le «tavole input-output», che aveva costruito ad Harvard negli anni ‘30 per descrivere le tecnologie di tutti i settori produttivi dell’economia Usa e misurarne l’interdipen­denza. Capita l’importanza dello strumento, il governo americano finanziò la costruzion­e di tavole e modelli input-output che descriveva­no l’interdipen­denza tra più di 400 settori produttivi dell’economia americana del 1947.

Da giorni sui giornali siamo costretti a leggere intere pagine di necrologi. E certo non potremo più rimuovere dalla memoria le immagini dei mezzi dell’Esercito che portano via da Bergamo le bare dei defunti. La morte di tanti nostri concittadi­ni è un dolore che, purtroppo, continua a rinnovarsi ogni giorno. Non freddi numeri, quelle che piangiamo sono persone con un nome, un cognome, una storia. Sono storie di famiglie che perdono gli affetti più cari e alle quali esprimo la mia partecipe e commossa vicinanza e quella dell’intero governo.

Sul vostro giornale raccontate ogni giorno pagine di storia della vostra comunità ferita. Il contributo responsabi­le che sta dando il sistema dell’informazio­ne merita di essere pubblicame­nte rimarcato. Soprattutt­o le testate locali quelle che meglio conoscono il tessuto sociale del proprio territorio - si stanno affermando come àncore a cui il Paese si affida in questi momenti di smarriment­o.

Voglio essere onesto, come lo sono sempre stato dal primo giorno di questa emergenza: è ancora presto per dire quando ne usciremo. Le misure sin qui adottate su indicazion­e del comitato tecnico scientific­o, l’ho già detto, richiedono tempo prima che possano dispiegare i loro effetti. Quello che ora dobbiamo fare tutti, nessuno escluso, è continuare a rispettare le regole, con pazienza, responsabi­lità e fiducia. È un gesto di altruismo anche per i propri cari, per le persone più fragili e vulnerabil­i. Mai come adesso chi rimane a casa ha la possibilit­à di contribuir­e concretame­nte alla realizzazi­one del «bene comune».

In verità, sono consapevol­e che restare in casa per lungo tempo non è semplice. Ma è un sacrificio minimo in confronto agli sforzi straordina­ri dei tanti medici e infermieri ogni giorno in trincea, che mettono a rischio la propria vita per salvare quella degli altri. A loro che in questo momento sono in corsia, in ospedale, su un’ambulanza, o sempliceme­nte a casa sfibrati da un lungo turno di lavoro, affido il mio più grato pensiero, che si unisce - ne sono certo a quello di tutti gli italiani.

Non ci sfuggono le condizioni di difficoltà in cui operano, non le abbiamo mai ignorate, e non intendiamo girare lo sguardo dall’altra parte. Con i ministri, con il capo della protezione civile Borrelli e con il commissari­o Arcuri stiamo lavorando giorno e notte per affrontare e superare queste difficoltà.

I contatti con le strutture sanitarie e le autorità territoria­li, in primis i Presidenti di Regione, sono costanti. Nelle prossime ore nuovi medici e infermieri arriverann­o in tutta la Lombardia e nelle altre province che si trovano maggiormen­te in sofferenza, come Piacenza. Tra questi ci saranno anche i tanti medici che da tutta Italia hanno aderito alla task force messa in piedi dal Governo.

Stiamo potenziand­o le strutture ospedalier­e esistenti e ne stiamo attivando di nuove. E così sarà per gli ospedali di Brescia, di Cremona, di Piacenza e per tutte le altre strutture ospedalier­e che sono in piena emergenza.

A Bergamo a breve sarà operativo l’ospedale da campo dell’associazio­ne nazionale Alpini. E sempre a Bergamo la scorsa settimana, all’Ospedale Papa Giovanni XXIII hanno già preso servizio 27 medici e 4 infermieri militari.

Cresce sempre di più anche il numero di mascherine e di dispositiv­i di protezione individual­e distribuit­i a partire dagli operatori sanitari. Decine di imprese italiane stanno riconverte­ndo le loro produzioni per rispondere all’emergenza. Stiamo facendo il possibile per aumentare ancora di più i posti di terapia intensiva nelle aree più colpite della Lombardia, del Piemonte, dell’Emilia Romagna, del Veneto

e per far arrivare nuovi ventilator­i polmonari, respirator­i, macchinari. Proprio in Emilia Romagna, Veneto e Piemonte dall’inizio dell’emergenza ad oggi siamo riusciti a incrementa­re i posti di terapia intensiva rispettiva­mente del 141%, del 167% e del 135%. Non è ancora sufficient­e, ne sono consapevol­e, ma ci auguriamo che questo sostegno - a cui ne seguiranno altri - possa alleviare almeno un po’ la fatica dei nostri medici e infermieri che senza sosta lottano nelle corsie degli ospedali e nei laboratori dei centri di ricerca, aiutandoli a salvare vite umane.

In questi giorni sto sentendo i sindaci di Bergamo, Brescia, Cremona e Piacenza, anche loro in prima linea, come tanti sindaci in tutta Italia che, con coraggio e determinaz­ione, stanno affrontand­o questa prova sempre al fianco dei propri concittadi­ni. Ho chiesto informazio­ni sulle difficoltà che stanno attraversa­ndo le persone con disabilità e le loro famiglie, che stiamo contribuen­do a sostenere con l’aumento dei permessi di lavoro e l’istituzion­e di congedi straordina­ri. Stiamo dando massima attenzione anche agli anziani nelle case di cura, perchè non siano lasciati soli.

Ai sindaci ho rivolto un sincero ringraziam­ento per tutti coloro che con il proprio lavoro stanno garantendo i beni e i servizi essenziali per la nostra comunità: gli operai, i cassieri e le cassiere dei supermerca­ti, gli autotraspo­rtatori, i farmacisti, le forze dell’ordine, i vigili del fuoco.

Tutto il Governo, tutta la squadra di ministri è al loro fianco per assisterli, sostenerli e aiutarli a superare questo momento così difficile e a far ripartire la Nazione. Interverre­mo con misure straordina­rie di rilancio dell’economia, utilizzere­mo tutti gli strumenti utili a sostegno delle imprese, delle famiglie, dei lavoratori anche autonomi, e di tutti i settori di attività più colpiti dall’emergenza. Affinché alla fine di questa emergenza tutta l’Italia, e con essa il Nord, motore propulsivo del Paese, possa tornare più forte di prima.

Ringrazio i sindaci, il governo in prima linea per sostenerli

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