Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Zaia: spesa, altri divieti anti furbi App, i paletti di Martella
Il governatore: «Il governo modifiche le regole sulla privacy». Il sottosegretario Pd: «Dati da distruggere a fine emergenza»
«Ancora troppi furbetti della spesa. Non costringetemi a emanare ordinanze cattive per controllare gli acquisti». Il governatore Luca Zaia annuncia una nuova stretta per arginare gli spostamenti. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Andrea Martella, interviene intanto sulle app che possono controllare gli spostamenti: «E’ uno strumento importante, ma servono dei limiti».
Luca Zaia Veneti, prendete tonno, carne in scatola e fate compere ogni 15 giorni
Andrea Martella Le tecnologie sono utili, ma vanno commisurate alle necessità di salute
VENEZIA
C’è ancora troppa gente in giro e proprio nei giorni in cui contagi e vittime da coronavirus Covid-19 stanno aumentando in modo esponenziale. Bloccate le passeggiate, «le scampagnate e le biciclettate di gruppo» nei parchi e nelle altre aree verdi dall’ordinanza firmata dal governatore Luca Zaia, che consente solo una breve camminata entro 200 metri da casa, ora la scusa per uscire è dover fare la spesa o andare in farmacia. E allora il presidente del Veneto torna ad ammonire i suoi cittadini, stavolta minacciando misure restrittive sugli acquisti.
«C’è gente che con il pretesto di aver dimenticato lo yogurt piuttosto che il pane, si ripresenta al supermercato due, tre volte al giorno — tuona Zaia — me lo riferiscono i commercianti stessi. Ora basta, chi non ha esigenze lavorative o di salute o altre urgenze, deve stare a casa. Lo dico ancora una volta ai veneti: andate a fare la spesa ogni due settimane, anche una volta al mese se riuscite, riempitevi di scatolame. Prendete tonno, carne in scatola, alimenti che durino e vi consentano di non rischiare di infettarvi andando in giro. Non costringetemi a emanare ordinanze cattive per controllare gli acquisti, non andate nemmeno in farmacia tre volte al giorno, insieme all’ospedale è il luogo più a esposto».
È dalla scorsa settimana al vaglio della Regione l’opzione di dotarsi di un sistema di tracciabilità per contingentare gli accessi ai supermercati e agli altri negozi autorizzati a stare aperti. Così come è già disponibile la app in grado di «seguire» i movimenti dei pazienti positivi al coronavirus, per allertare le persone a loro vicine, ricostruirne i contatti stretti e occasionali da mettere in isolamento fiduciario ed evitare fughe dalla quarantena da parte dei soliti «furbetti». «Ci sono arrivate tante proposte per rilevare la tracciabilità del clienti al supermercato, anche da Israele — conferma Zaia —. Si tratta di sistemi intelligenti, che permettono di fare la spesa in ordine alfabetico, cioè attribuendo una giornata a seconda dell’iniziale del cognome, o con una tessera magnetica d’ingresso timbrabile una sola volta ogni tot giorni. Lo stesso vale per la tracciabilità dei soggetti positivi in isolamento a casa, ma tutte queste iniziative cozzano con le norme sulla privacy, che in questo momento il governo dovrebbe sospendere, per lasciare ai sistemi sanitari una maggiore libertà d’azione nella gestione dell’emergenza».
Una prima risposta arriva da Andrea Martella, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria: «Le tecnologie digitali possono rappresentare una risorsa fondamentale in questa situazione, ma il loro utilizzo dev’essere perimetrato e commisurato alle effettive necessità di prevenzione e sorveglianza sanitaria della popolazione. E soprattutto sottoposto alla legge e al pubblico controllo». Aggiunge il sottosegretario veneziano: «E allora ben vengano le applicazioni che possono aiutare a salvaguardare la salute dei cittadini, ma bisogna assicurare un’attenta gestione della mole di dati raccolta nell’emergenza, con la garanzia della loro distruzione al venir meno dello stato di necessità. Dobbiamo essere consapevoli che l’utilizzo delle tecnologie digitali comporterà la raccolta di milioni di dati personali — chiude Martella — che vanno protetti da ingerenze illegali o utilizzi impropri. E tutto ciò a tutela dei cittadini e degli stessi valori su cui si fonda la nostra convivenza civile».
Insomma, un via libera prudente. Del resto una prima prova generale la Regione l’ha già vissuta, facendo rilevare dalla Tim, proprio sulla base degli spostamenti dei telefonini abbonati a questa compagnia, i transiti dei veneti dopo l’entrata in vigore dell’ordinanza «vieta-passeggiate». E con un procedimento che ha garantito il totale anonimato dei possessori di cellulari Tim, è stato possibile registrare un calo di movimenti pari al 44,6%. «Certo, il sistema migliore è puntare sul senso civico e sulla collaborazione di tutti — conclude il governatore — ma se non basteranno, per proteggere le vite dei veneti sono disposto a imporre ulteriori restrizioni. Dobbiamo uscire dall’emergenza con il sorriso, non con le bare».