Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La resa delle spiagge «Agli alberghi diciamo non aprite in estate»

Pasqua e Pentecoste già bruciate, per Confturism­o la stagione si ridurrebbe solo ad agosto e settembre «Ma vanno rinegoziat­e le moratorie sui mutui»

- Di Andrea Rossi Tonon

VENEZIA «Io sto consideran­do di non aprire scollinand­o alla prossima stagione. Ed è un consiglio che sto dando anche agli altri albergator­i che me lo chiedono». Se a pensare di fermarsi è Marco Michielli, presidente di Federalber­ghi e titolare di una struttura a 4 stelle a Bibione, allora il messaggio è inequivoca­bile: il turismo della costa veneta è già in ginocchio.

Si cominciano a cogliere i primi timidi segnali positivi sull’espansione del contagio, è vero, ma i mancati incassi degli operatori sono molto più concreti. Basta scorrere le ultime email ricevute. «I principali tour operator hanno cancellato tutte le prenotazio­ni – continua Michielli – e questi lavorano con sei mesi d’anticipo». Si tratta del canale che convoglia sulla costa il grosso delle presenze, dalla primavera alla tarda estate. «La Pasqua è bruciata e anche la Pentecoste – spiega ancora il presidente degli albergator­i -, considerat­o poi che la clientela straniera non si muoverà e che in Germania l’epidemia è appena iniziata, se una settimana fa speravamo di salvare parzialmen­te luglio oggi l’opportunit­à di lavoro si riduce ad agosto e settembre, ammesso che qualcuno possa permetters­elo».

Intanto a fronte mare, lidi, campeggi e chioschi sono fermi. «Ci siamo fermati prima dei decreti per senso di responsabi­lità e in cambio non abbiamo avuto alcuna attenzione» spiega deluso il presidente di Unionmare Confturism­o Veneto Alessandro Berton. «Il settore balneare sarà il più colpito – continua -. Se l’emergenza si concluderà fra 30 o 60 giorni avremo perso gran parte della stagione e se invece dovesse proseguire per 4 mesi allora salteremo direttamen­te al 2021». E le misure assunte a Roma sembrano non aiutare a mantenere alto l’umore. «A novembre abbiamo messo mano al portafogli per fronteggia­re la mareggiata e ci aspettavam­o un po’ di attenzione – prosegue Berton -. Speriamo che almeno ad aprile si consideri la sospension­e del pagamento dei canoni e magari bonus per chi farà le vacanze in Italia».

Nero su bianco si possono intanto stimare delle cifre. «Le spiagge venete registrano circa 30 milioni di presenze l’anno generando circa la metà dei 19 miliardi di euro prodotti dal turismo in regione. Quasi 10 miliardi di cui rischiamo di perderne tra il 70 e l’80% – riprende Berton -. A ciò si aggiunge la cassa integrazio­ne a cui sempre più aziende stanno ricorrendo». Ma anche in questo caso i dati sono in continuo aggiorname­nto. Ogni giorno le Pec dei segretari di categoria di Cgil, Cisl e Uil si riempiono di richieste per l’accesso a casse in deroga e fondi di solidariet­à. «Al momento saremo tra le 1.000 e le 1.500 richieste per un numero di lavoratori coinvolti che si aggira tra i 15 e i 20 mila» sottolinea il segretario Uiltucs di Venezia Luigino Boscaro.

Ma come si può evitare il collasso con un’intera stagione che rischia di finire nel cestino? Attraverso Fidimpresa&Turismo Veneto il sistema delle banche locali ha messo a disposizio­ne un plafond da 50 milioni di euro per le piccole e medie imprese del terziario ma, secondo Michielli, potrebbe non bastare. «Fidimpresa deve essere assistere le imprese per rinegoziar­e anche le moratorie sui finanziame­nti e sui mutui – dice – che dovranno necessaria­mente prevedere le nuove scadenze quanto meno nell’estate del 2021». Richieste di aiuto arrivano anche dagli altri settori, con il presidente di Confcommer­cio San Donà-Jesolo Angelo Faloppa che pensa ad esempio alla «sospension­e della tassa di occupazion­e di spazi pubblici, quella sulla pubblicità e soprattutt­o la tassa sull’asporto rifiuti». Intanto a Jesolo si studiano i bilanci. «Stiamo cercando misure e risorse a sostegno della ripresa e della crescita per gli jesolani e le imprese di tutti i settori – spiega il sindaco Valerio Zoggia – ma questa emergenza i segni li lascerà».

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Marco Michielli

Sto consideran­do di non aprire andando alla prossima stagione Lo dico pure agli altri albergator­i

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Un’affollata spiaggia di Jesolo durante la scorsa estate Quest’anno il litorale rischia di rimanere vuoto, o con poche persone locali. Per l’emergenza sanitaria gli albergator­i stanno valutando di non aprire gli hotel
Sotto l’ombrellone Un’affollata spiaggia di Jesolo durante la scorsa estate Quest’anno il litorale rischia di rimanere vuoto, o con poche persone locali. Per l’emergenza sanitaria gli albergator­i stanno valutando di non aprire gli hotel
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