Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Impennata di morti e guariti Ricoveri, allarme minorenni
Positivi al virus 125 tra bambini e adolescenti, ricoverati tre neonati Convalescenti in vacanza
VENEZIA La curva dei contagi da coronavirus non si arresta in Veneto. Ieri si sono registrati altri 620 contagi, per un totale di 7202, e 35 morti (saliti in tutto a 308), con il cluster di Verona che preoccupa. Dopo il nodo case di riposo è ora allarme minori. Hanno contratto l’infezione 125 minori tra zero e 17 anni e sei di loro, tre bimbi di nemmeno un anno ricoverati a Venezia.
VENEZIA Mentre nel resto d’Italia da qualche giorno la curva dei contagi da coronavirus Covid-19 sembra scendere, nel Veneto continua inesorabilmente a salire. Ieri si sono registrati altri 620 contagi, per un totale di 7202, e 35 morti (in tutto 308), con il cluster di Verona che, partito per ultimo, sta esplodendo: 1532 casi confermati, 230 più di mercoledì, e 40 morti, ai quali si aggiungono i 14 di Legnago, gli undici di Negrar e i due di Peschiera. Il Covid Hospital di Villafranca va verso l’occupazione totale, come Santorso, Schiavonia e Villa Salus a Mestre, mentre in quello di Jesolo si stanno allestendo le postazioni di Terapia intensiva e Vittorio Veneto si sta svuotando. Nell’intera regione la curva dei pazienti dimessi, 536, segue lo stesso andamento verso l’alto della linea delle vittime. “E’ vero, i decessi crescono, anche se siamo riusciti a frenare una curva che poteva impennarsi ancora di più, in verticale — ammette il governatore Luca Zaia —. I nostri modelli matematici sono avanti di due giorni rispetto a quanto sta accadendo e attestano che le misure adottate per far stare la gente a casa hanno rallentato il contagio. Ne usciamo fuori se portiamo avanti questa strategia, adottando un atteggiamento prudenziale e non eroico, pensando: tanto a me il virus non tocca. Vuol dire essere folli, il virus c’è, può contagiare tutti e dobbiamo evitare ogni incontro”.
E ora all’allarme nelle 360 case di riposo (30 morti, 336 degenti e 211 operatori infetti), si aggiunge la preoccupazione per i più piccoli. Hanno contratto l’infezione 125 minori tra zero e 17 anni e sei di loro, tre bimbi di nemmeno un anno ricoverati a Venezia, un sedicenne seguito dall’Usl di San Donà e due diciassettenni degenti a Rovigo, sono appunto ancora in ospedale. Altri 42, seguiti a casa, hanno un’età compresa tra zero e 5 anni. «È così, ricoveriamo anche bambini e adolescenti — conferma Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità — il coronavirus non attacca solo gli anziani, benché gli over 70 siano la fascia più a rischio. Quindi attenti a nonni e bambini, tutelateli”. Ma i bimbi portano anche una nota lieta in mezzo al triste e quotidiano bollettino di guerra: ieri sono nati 91 “nuovi veneti”, come li definisce il governatore: “Hanno visto la luce in un momento tragico per la comunità, ma rappresentano la vita che continua”.
A proposito del “dopo”, la Regione sta predisponendo un piano per seguire i pazienti dimessi dall’ospedale ma che accusano i postumi dell’infezione. Il Covid-19 può provocare danni ai polmoni, al cuore, ai reni, oltre a grande debolezza. L’idea è di consentire loro di trascorrere quindici giorni di convalescenza in hotel sul lago di Garda, a Jesolo, ad Abano Terme, sotto la vigilanza di un infermiere per ciascuno che nell’arco della giornata misuri loro i parametri vitali e somministri l’eventuale terapia prescritta dal medico. In queste ore si stanno sottoscrivendo gli accordi con gli albergatori.
Quanto agli infermieri, dice
Stefano Bigarella, vicepresidente dell’Ordine di Vicenza e in servizio al Suem 118: “Mai come in questo momento siamo sottoposti a prove così dure e impegnative: fisicamente, psicologicamente e moralmente. Ci chiamate eroi, ma siamo gli stessi che fino a due mesi fa aggredivate ogni giorno, verbalmente e fisicamen
Manuela Lanzarin Si ammalano anche i bimbi e gli adolescenti, il Covid-19 non colpisce solo gli anziani, anche se gli over 70 rimangono comunque la categoria più a rischio
Stefano Bigarella Adesso ci chiamate eroi, ma siamo gli stessi infermieri che fino a due mesi fa aggredivate ogni giorno, a parole e fisicamente. Ricordatelo una volta finito tutto
stiere faticoso e rischioso. Finita l’emergenza, ognuno faccia la sua parte, con meno retorica e maggior visione sul futuro”.
E sempre pensando al “dopo”, il Veneto potrebbe diventare “donatore di postazioni di Rianimazione”. “Ad oggi tutto quello che potevamo allestire in termini di posti nelle Terapie intensive è stato fatto — dice Zaia —. Abbiamo preparato un contingente di letti da paura (sono 713 pubblici, e ne mancano ancora 47, e 65 privati, in tutto 825, ndr)e quando sarà finita l’emergenza ne regaleremo alle Regioni ancora in alto mare. Siamo pronti ad affrontare l’onda d’urto, mancano solo gli ultimi respiratori. Ma attenzione, dico ai veneti che in Terapia intensiva non ci devono finire (ospitano già 336 degenti, ndr): entrarci è come giocare alla roulette russa, quindi state a casa”. Può aiutare a rispettare le regole una app creata da un gruppo di ragazzi e già scaricabile sul telefonino, che misura i 200 metri intorno a casa concessi per passeggiare: quando li superi, suona. Chi non ce l’ha, per regolarsi può invece contare 263 passi.