Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il Corriere del Veneto arriva a domicilio

Gli edicolanti recapitera­nno il giornale. «Importante informarsi e restare a casa»

- Di Milvana Citter

«Vi portiamo noi il giornale». Così Corriere della Sera e Corriere del Veneto arrivano a domicilio. È un nuovo e importante servizio, in questo momento di emergenza, che è partito grazie alla collaboraz­ione delle edicole. Pubblichia­mo l’elenco di quelle che si possono contattare sul territorio.

TREVISO All’edicola De Conto di Follina, ogni mattina all’alba, i primi clienti sono sempre gli stessi due anziani sugli 80 anni con un’abitudine così radicata da non cedere neppure di fronte alle raccomanda­zioni, ai divieti e alla paura del contagio. Poco importa che le edicole abbiano iniziato a fare il servizio a domicilio (e quella di De Conto è una di queste), per loro il giro per comprare il quotidiano è un rito sacro. «Sono gli irriducibi­li – spiega Luca De Conto che con la moglie Sonia Corbanese (seconda foto a destra partendo dall’alto) gestisce l’edicola di via Ligonto a Follina -. E si lamentano pure di non poter andare al bar per il caffè e le chiacchier­e quotidiane. Ma stiamo cercando di convincerl­i ad accettare che glielo portiamo noi a casa il giornale». Le edicole si sono attivate in città come nei piccoli paesi della provincia (sul sito www.primaedico­le.it/ edicoleape­rte si può trovare l’elenco dell’edicola più vicina a casa che consegna a domicilio) per dare un servizio essenziale a chi non può o non vuole muoversi di casa. «Io lo faccio già da tempo – spiega Caterina Wierzbicki ( terza foto in basso a destra) titolare dell’edicola di Borgo Padova a Castelfran­co Veneto -. Faccio il giro appena arrivano i giornali intorno alle 5. Li lascio nelle cassette della posta dei miei clienti e quando ho finito apro il negozio». Al momento il grosso delle consegne è sospeso perché i principali fruitori del servizio sono bar e negozi di parrucchie­ri. «Ora ce l’hanno chiesto molti privati, soprattutt­o anziani che devono restare a casa e io lo faccio con piacere – continua Caterina -. Li porto anche fuori comune se c’è qualcuno che ha bisogno».

In genere si tratta di clienti affezionat­i: «Alcuni la mattina mi aspettano al cancello – racconta ancora Luca De Conto -. Alcuni per darmi i soldi altri solo per fare due chiacchier­e visto che hanno pagato in anticipo le consegne. Perché, in questo momento di reclusione in casa, è anche questo un modo per sentirsi meno soli». Chi ha aumentato le consegne in questo periodo è la titolare dell’edicola Giornali e Riviste da Cathy Zanatta di Largo Molino a Villorba ( foto verticale sopra). «A chiederlo sono soprattutt­o anziani per non muoversi da casa. Io sono sola in negozio e le consegne le faccio in tarda mattinata, ma a loro va bene lo stesso. Hanno il mio numero di cellulare e sanno che posso chiamarmi quando vogliono». La consegna si svolge poi con tutte le precauzion­i: mascherine sul volto e guanti. «Certo la sicurezza prima di tutto. Sono misure che adottiamo anche in negozio» raccontano gli edicolanti. E c’è chi, il servizio di consegna a domicilio lo ha attivato proprio in questi giorni e proprio per una questione di sicurezza. Come Giovanni Lovadina e la compagna Marcella Buso che gestiscono l’edicola di Strada di Guja, nella piccola frazione di Valdobbiad­ene «Vogliamo evitare che i clienti creino assembrame­nti in negozio. In questo modo otteniamo due risultati, diamo un servizio in più e manteniamo le distanze che tanto ci raccomando le autorità sanitarie in questo periodo».

C’è invece chi, nelle consegne a domicilio e in negozio la mascherina evita di indossarla. Come Fabio Zanforlin (prima foto in alto) titolare dell’edicola Vittoria di via Cadorna a Treviso: «Il mio giro di consegne è all’alba quindi incontro pochissime persone. Mentre quando sono in edicola sto dietro al banco e questo basta a farmi mantenere la distanza di sicurezza. I clienti poi, sono tutti con la mascherina. Io invece la evito, perché mi piace accoglierl­i tutti con un sorriso e farci due chiacchier­e».

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