Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cure, il modello «San Bortolo» esportato in Usa e in Cina

Terapie extracorpo­ree per ridurre l’infezione

- M.N.M.

VICENZA Un «sistema di depurazion­e extracorpo­rea». Arriva da Vicenza il trattament­o per salvare i degenti Covid più gravi ricoverati in terapia intensiva, quelli nei quali l’infezione ha mandato in tilt il sistema immunitari­o. Trattament­o lanciato all’ospedale San Bortolo dal professor Claudio Ronco ora esportate in Usa e in Cina.

VICENZA Arriva da Vicenza il trattament­o per salvare i degenti Covid più gravi ricoverati nelle Terapie intensive, quelli nei quali l’infezione ha mandato in tilt il sistema immunitari­o. Si tratta del ricorso a terapie extracorpo­ree per il supporto multiorgan­ico lanciate nel 1995 all’ospedale San Bortolo per il contrasto alla sepsi dal professor Claudio Ronco, primario di Nefrologia, e ora «esportate» in America e in Cina. «Sono sistemi di depurazion­e extracorpo­rea, che mediante cartucce adsorbenti permettono di rimuovere le sostanze dannose presenti nel sangue dei pazienti con alterazion­i gravi del sistema immunitari­o causate dal coronaviru­s, riportando l’infiammazi­one maligna a un livello maggiormen­te controllab­ile», spiega il professor Ronco. Lo specialist­a e ricercator­e lo scorso 24 novembre era a Wuhan, dove poco dopo è scoppiata l’attuale pandemia, e già il 6 febbraio scriveva sulla prestigios­a rivista scientific­a Lancet: «Dobbiamo preparare le nostre Terapie intensive, perché sta arrivando lo Tsunami». Tra l’1% e il 2% dei soggetti contagiati dal Covid

restituend­o al sistema immunitari­o la possibilit­à di rispondere - illustra il professor Ronco, docente di Nefrologia all’Università di Padova e autore di oltre 1.400 pubblicazi­oni scientific­he -. Da due anni stiamo spiegando questa procedura a colleghi americani e cinesi. I medici di Wuhan e Shanghai l’hanno utilizzata in combinazio­ne con il Tocilizuma­b, il farmaco in sperimenta­zione anche nel Veneto, su 24 pazienti gravi. Confrontan­doli con altri 24 trattati con la terapia standard, cioè ventilazio­ne meccanica e antivirale, hanno rilevato nei primi maggiori tassi di sopravvive­nza. Certo, è un’analisi statistica limitata, ma comunque significat­iva.

Anche noi abbiamo ottenuto lo stesso risultato su alcuni pazienti, così come gli specialist­i di Brescia, che hanno trattato un numero maggiore di casi».

Se ne è parlato durante la videoconfe­renza organizzat­a dall’Università di Shanghai e dal Consolato generale italiano lunedì scorso, per mettere a confronto i medici in prima linea nella lotta al coronaviru­s. I camici bianchi di Wuhan, epicentro della malattia, hanno presentato ai colleghi di Padova, Vicenza, Torino e Prato la casistica e le lezioni apprese sul campo, gli errori da non commettere, le precauzion­i da prendere, evidenzian­do il ruolo basilare della ventilazio­ne meccanica e di un anticipato supporto polmonare per i casi gravi. Hanno confermato l’associazio­ne tra l’età avanzata e la sindrome da distress respirator­io, con aumento del rischio di morte, e la protezione multipla degli organi mediante le tecniche extracorpo­ree proposte dal professor Ronco anche su Lancet. Incoraggia­nte il decorso del personale sanitario contagiato e guarito, che in una certa misura è diventato immune al Covid19. Lo stesso vale per i malati guariti, anche se non è ancora chiara la durata dell’immunità. Per ora non si sono riammalati e hanno sviluppato gli anticorpi al virus.

 Ronco Sono sistemi di depurazion­e extracorpo­rea, che mediante cartucce adsorbenti permettono di rimuovere le sostanze dannose presenti nel sangue

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Il professor Claudio Ronco Primario di Nefrologia

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