Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Liquidità subito o le aziende saltano con le scadenze di fine mese»

I Confidi: «Non c’è più tempo»

- Di Federico Nicoletti

VENEZIA «Il fenomeno ha proporzion­i gigantesch­e. Abbiamo la coda di imprese fuori dalla porta alla ricerca di soluzioni». È di corsa Mauro Vignandel, direttore di Cofidi Veneziano, tra i maggiori e più attivi tra i confidi vigilati veneti, 11 mila soci tra Venezia e Treviso. La sua è una delle voci che lanciano l’allarme sul rischio che la rete delle micro e piccole imprese, sotto la pressione dello stop indotto dalla crisi da coronaviru­s, salti già al giro di boa di fine mese. Perché le scadenze corrono più veloci dei tempi burocratic­i per mandare a regime le misure di sostegno. Così il giro di telefonate tra imprese, commercial­isti e confidi a caccia di soluzioni, nel conto alla rovescia di fine mese, si fa sempre più frenetica.

L’urgenza ha un nome: liquidità. «Abbiamo al lavoro tutti i nostri dipendenti, pur se in smart working - dice Vignandel -. I Confidi sono diventati una sorta di pronto soccorso, ma le condizioni sono difficili. Abbiamo bisogno di aiuto, dallo Stato e dalla Regione. Ma il tempo è decisivo. Non ce n’è più: chi deve e può deve agire subito».

Liquidità, si diceva. «Prima avevamo 50 richieste alla settimana su questo fronte - specifica il direttore - , ora sono 35 al giorno. E la preoccupaz­ione delle imprese è fortissima». Perché la boa che potrebbe rivelarsi un punto di non ritorno è semplice: le scadenze di fine mese. I costi continuano a correre, da quelli fissi alla cassa integrazio­ne per i dipendenti che arriverà, ma intanto non è ancora attiva e bisogna pagarli. Ma gli incassi dalle fatture, i cui soldi sono già stati anticipati dalle banche, non arrivano. «Il risultato è che i portafogli vanno a scadenza - la fa breve Vignandel - e si bloccano i conti correnti».

La soluzione sarebbe ovvia: nuova liquidità per tirar avanti e sperare che l’emergenza finisca presto. Nella pratica meno ovvia. Anche perché le banche sono di fatto chiuse o lavorano a scartament­o ridotto. «Le esigenze di liquidità sono molto forti anche per le esigenze più semplici. Un noto ristorator­e mi chiedeva come avrebbe pagato i dipendenti - aggiunge Vito Sanfilippo, direttore di Consorzio veneto garanzie, 17 mila associati tra artigiani e commercian­ti -. Anche perché, al di là delle moratorie, la valutazion­e delle banche sulle piccole medie imprese non è cambiata».

«Servirebbe­ro subito piccoli prestiti per la liquidità con preammorta­menti lunghi a sei mesi, un anno - riprende Vignandel -. Questa è la richiesta. Ma anche le banche hanno molti problemi e reti di filiali con maglie sempre più larghe. Da questo punto di vista siamo messi peggio rispetto alla crisi del 2008 e 2011. Servono interventi immediati. Lo Stato e la regione devono accorciare i tempi».

E la Regione, da quel che si capisce, sta attrezzand­o una soluzione a sostegno della liquidità, insieme alla finanziari­a Veneto Sviluppo. «Ci stiamo lavorando, i ferri sono in acqua, a giorni dovremo esser pronti con la risposta», anticipa l’assessore all’economia, Roberto Marcato. Le soluzioni sono allo studio, ma i canali immediati possono andare da ulteriori fondi sulla sezione regionale del Fondo centrale di garanzia, oltre i 30 milioni già messi nel 2019, per aumentare la copertura delle garanzie e l’ammontare dei prestiti, ad una riattivazi­one della riassicura­zione sul credito che fece il pieno negli anni della crisi.

Il nodo finale, su chi potrà salvarsi, resta la linea che terranno le banche sui rating meno favorevoli. Il tam tam tra i piccoli imprendito­ri accenna già a chi si è sentito dire di sì a nuovo credito a condizione di non chiedere la moratoria. «Per ora c’è solo quella ma solo se si è in regola con le rate - sostiene al volo un imprendito­re nel cuore della regione -. Il resto va avanti con le regole di prima: le banche erogano solo a chi è a posto con tutto e ha buoni rating. Sarebbe come se i medici curassero chi ha 36 di febbre e 40 anni lasciando indietro già chi ne ha 50 e il termometro a 37,5».

 ??  ?? Al lavoro
Sopra, un operaio controlla i macchinari A lato, l’assemblea straordina­ria di Cofidi
Al lavoro Sopra, un operaio controlla i macchinari A lato, l’assemblea straordina­ria di Cofidi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy