Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il contagio di Geriatria ha toccato Ca’ dei Fiori metà ospiti sono positivi
Un anziano era ricoverato con la Mangiò
CASALE Nella mappa del coronavirus trevigiano, per molti versi il numero dei contagi è proporzionale alla popolazione residente. La città capoluogo a ieri contava 175 casi positivi, Conegliano 65, Vittorio Veneto 49, Montebelluna 38, Castelfranco 30, e sono i centri di maggiore rilievo anagrafico. Poi ci sono i picchi dei focolai, come i 35 casi di Cordignano e 36 di San Fior (quella che poi è diventata famosa come la partita a carte del contagio). Ma Casale sul Sile fa storia a sé. Sono 81 i casi di positività Covid.
«Quindici vengono dal territorio, due dei quali con ricovero ospedaliero e 13 in sorveglianza domiciliare dell’Usl 2, e questo ci mette tutto sommato in linea con il resto della provincia – spiega il sindaco Stefano Giuliato – ma gli altri pazienti sono tutti relativi alla casa di riposo Cosulich, gestita da Ca’ dei Fiori». E sono 66. Un numero estremamente preoccupante per la fragilità degli ospiti di quella struttura verde e serena all’interno della quale, un mese fa, è scoppiata l’epidemia. «Un anziano aveva trascorso un periodo di ricovero all’ospedale Ca’ Foncello, nel reparto di Geriatria – continua il sindaco -. Si trovava nella stessa stanza con la prima vittima accertata di coronavirus, Luciana Mangiò, ed era uscito da pochi giorni quando è scoppiato il caso». Il 25 febbraio per la prima volta l’Usl 2 rilevava un contagio e, a fine giornata, un decesso. Ma la signora, insegnante in pensione di Paese, era stata in Geriatria nei 18 giorni precedenti, quando ancora i tamponi non erano a disposizione. Il contagio è partito da lì ed è uscito, arrivando a Casale: l’uomo contagiato infatti era stato dimesso dall’ospedale e riammesso a Ca’ dei Fiori, ma ha portato il virus ad altri ospiti e tra il personale; quando si è scoperto della positività della signora Mangiò era già troppo tardi. L’anziano, residente nel veneziano, è morto a metà marzo. E a Casale è cominciato il caos.
«L’Usl 2 ha messo a disposizione una task force guidata dal dottor Franco Moretto per seguire i centri di servizi – continua il sindaco -. La situazione è sotto controllo, il focolaio è contenuto e costantemente monitorato. Siamo vicini ai lavoratori, al direttore e al presidente di Ca’ dei Fiori, e in particolar modo alle famiglie che non possono essere vicine ai propri cari, ai propri nonni. In questo momento è doloroso non poter dare il
L’Usl 2 ha messo a disposizione una task force per la casa di riposo di Casale
proprio affetto a chi soffre. Da parte del Comune e dell’azienda sanitaria c’è grande attenzione a questo caso e sono sicuro che, grazie all’impegno di tutti, nessuno rimarrà indietro e ciascuno riceverà le cure di cui ha bisogno».
A Casale Ca’ dei Fiori offre accoglie un centinaio di anziani residenti nella Marca e nel Veneziano; il primo piano, con 40 posti letto, è stato dedicato all’isolamento dei Covid positivi. Ma dei cinquanta lavoratori circa metà sono stati contagiati e la struttura è in difficoltà. «Il direttore ci ha chiesto aiuto per mitigare le criticità – racconta ancora Giuliato -. Grazie alla nostra protezione civile abbiamo trovato tre volontari con le caratteristiche adatte a sostituire alcuni degli operatori socio sanitari che non possono recarsi al lavoro».
Due giorni fa la Regione Veneto ha diffuso un report dettagliato sui contagi nelle case di riposo: a Treviso si contano 72 ospiti e 49 dipendenti positivi, con 11 decessi.