Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Wanbao Acc, il nuovo commissario: non ho paura Sindacati e Provincia insistono: «Nomina errata»
L’azienda in crisi. Parla Anna Di Pasquale, l’avvocato friulano incaricato del rilancio
BORGO VALBELLUNA «Non ho alcun timore nell’affrontare la situazione». Parole, poche per ora, di Anna Di Pasquale, l’avvocato di Udine che ieri l’altro il Tribunale delle imprese di Venezia ha inaspettatamente nominato commissario straordinario di «Wanbao Acc Italia». C’era un solo uomo in corsa, a quanto se ne sapesse: Maurizio Castro, grande esperto di questioni industriali e, in un certo senso, «ghost manager» dello stabilimento di compressori per frigoriferi «abbandonato» dalla proprietà cinese.
Per mesi, Castro aveva tenuto i rapporti con clienti e fornitori, partecipando a tutti i tavoli sulla crisi, in Regione o al Mise (ministero per lo Sviluppo economico). Era stato indicato dallo stesso ministro per i rapporti con il Parlamento, il trichianese Federico D’Incà, che aveva seguito con attenzione la vicenda.
Molti, nel Bellunese, non l’hanno presa bene. Continua la Di Pasquale: «Mi spiace che si sia creato del caos, ma non sarà un problema. Ciò che c’è da fare, è unire le forze di tutti i soggetti coinvolti per conseguire l’obiettivo comune: la salvezza della fabbrica e dei suoi dipendenti». L’avvocato, già nello staff della Direzione del Personale di «Autovie Venete», viene nominata amministratore unico della società «in house» Autostrade Alto Adriatico (che ha rimpiazzato di Autovie Venete, il gestore dell’A4 nel tratto Venezia-Trieste) dalla giunta per le nomine del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Regione che in quel momento, nel marzo 2018 era guidata da Debora Serracchiani (Pd).
Sulla vicenda ieri il presidente della Provincia, Roberto
Padrin. «Questa decisione mi lascia molto perplesso: vorrei conoscerne le motivazioni, se ce ne sono» ha detto.
Per i sindacati di categoria (Fiom-Cgil, Fim-Cisl Uilm-Uil) la nomina della Di Pasquale è uno sbaglio cui occorre rimediare. «Siamo preoccupati per la futura sostenibilità del percorso dell’amministrazione straordinaria e chiediamo con forza la ripresa di un sistema di interlocuzioni tra istituzioni, Misee professionisti di comparto perché venga al più presto posto rimedio all’errore».
Questo perché, sempre secondo le sigle, «si rischia di far arretrare velocemente, e probabilmente bloccare, quel percorso di rassicurazione internazionale che nei mesi precedenti il Mise e Castro avevano portato avanti con fornitori e interlocutori internazionali».