Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il prefetto sospende 70 aziende
TREVISO Sono settanta le aziende della provincia di Treviso, per le quali la Prefettura ha disposto la sospensione dell’attività. Tutte avevano fatto richiesta di deroga al decreto del governo che le aveva escluse. «Non si tratta di imprenditori che vogliono violare le regole, ma che chiedono di poter continuare a lavorare – precisa il prefetto, Maria Rosaria Laganà - Abbiamo ricevuto circa 2 mila domande: ne abbiamo visionate la metà e tra queste ci sono quelle per le quali abbiamo dovuto disporre la sospensione perché non sono legate alle filiere indispensabili». Tra queste era finita anche un’azienda che produce mascherine: «Si è trattato chiaramente di un errore che abbiamo subito corretto revocando la sospensione - precisa il prefetto - In questi giorni abbiamo ricevuto richieste presentate anche da aziende che sono autorizzate a lavorare ma che, per scrupolo, hanno voluto verificare di essere in regola». Destinataria di una di queste sospensioni è anche un’azienda metalmeccanica segnalata dai sindacati perché continuava a lavorare pur non rientrando tra i codici Ateco autorizzati. Continuano intanto i controlli sulle misure di sicurezza per fabbriche e laboratori che sono aperti. A controllarle non ci sono solo gli ispettori dello Spisal e l’ispettorato del lavoro ma anche le forze dell’ordine. «Le verifiche ci sono e continueranno anche nelle prossime settimane – continua Laganà - ma va detto che sto riscontrando un grande senso di responsabilità da parte degli imprenditori. Molti hanno spiegato di aver cercato di ridurre il più possibile le presenze in azienda con turni ridotti, sospensione della produzione non indispensabile. Del resto è chiaro anche a loro che in questi casi è meglio prevenire che ritrovarsi con l’azienda bloccata da positività e contagi».