Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Zauli, l’eurogol Quando il Lane di Guidolin battè il Chelsea
Coppa delle Coppe, 22 anni fa il Vicenza vinse al Menti e sfiorò la finale
Il 2 aprile 1998 è una data storica per il calcio veneto: 22 anni fa al Menti il Vicenza superava il Chelsea e arrivava a un solo passo dalla finale.
«Il 2 aprile? È una sorta di compleanno. Mi arrivano tantissimi messaggi e chiamate». Parola di Lamberto Zauli. Ovvero il trequartista del Vicenza che, nella notte magica del 2 aprile 1998, segnò al Menti il gol vincente nell’andata di semifinale di Coppa delle Coppe contro il Chelsea.
Lo zenit del calcio veneto a livello internazionale, un momento di storia del pallone nostrano che nessuno ha dimenticato. Sono passati esattamente ventidue anni da allora. Il Principe, com’era soprannominato Zauli, oggi allena la Primavera della Juventus. Ma le emozioni di quella gara sono ancora tutte lì, impresse nella memoria. Per il Vicenza di Francesco Guidolin, e di Ulivieri prima, fu l’apice di un cammino straordinario: dalla C1 alla serie B e poi in A, la vittoria della
Coppa Italia contro il Napoli il 29 maggio 1997 e poi la cavlacata in Coppa delle Coppe. Un cammino europeo che portò il Vicenza ad un passo dalla finale, dopo aver eliminato Legia Varsavia, Shacktar Donetsk e Roda. Senza mai perdere una partita. Delle quattro semifinaliste tra Chelsea, Stoccarda e Lokomotiv Mosca, il Vicenza alle urne pescò proprio i Blues. La squadra di Gianluca Vialli giocatore-allenatore, di Zola, Leboeuf e Di Matteo. Gara d’andata al Menti il 2 aprile 1998, appunto. «Ricordo tutto — continua Lamberto Zauli — l’atmosfera della città, la preparazione della partita. Il pubblico, lo stadio gremito come non mai». Già, un Menti con 19.300 spettatori, ufficialmente, pronto a vivere emozioni che non si sarebbero più ripetute negli anni a venire. Anzi. Il 14 del Vicenza era arrivato in biancorosso dal Ravenna nel 1997, a 27 anni.
Già due gol in Coppa a Varsavia e contro il Roda al Menti, al Chelsea al 16’ segnò un gol incredibile: lungo lancio di Viviani, controllo di destro a far fuori due difensori e diagonale di sinistro si insacca alle spalle di De Goey. «Ho ancora nelle orecchie il boato dei tifosi — ricorda Zauli — un’emozione grandissima.
Era il mio primo anno in serie A. A Vicenza sono diventato calciatore. E’ qualcosa che resta per sempre». Al gol di Zauli il Menti, un tripudio di bandiere e sciarpe biancorosse, esplose fino a far tremare gli spalti. Impassibile invece in panchina Guidolin. «Di quella sera ricordo la partita e la prestazione straordinaria dei ragazzi — dice il tecnico — ma anche l’atmosfera che si respirava. Entusiasmo è la parola che mi viene in mente: della gente, della città. Il piccolo grande Vicenza che si misurava contro una protagonista assoluta del panorama europeo. Nessuno ci obbligava a vincere, il nostro l’avevamo già fatto. Ma in spogliatoio c’era quel clima da “adesso o mai più”. Avevamo una gran voglia di giocarcela, avevamo consapevolezza e fiducia. E
Lamberto Zauli
A Vicenza sono diventato calciatore, sono cose che non puoi dimenticare: il mio cuore è ancora lì
Francesco Guidolin
Ricordo ancora la partita straordinaria dei ragazzi: quella squadra andava a mille, che attesa in città
non c’era bisogno di stimolare la squadra, andava da sola. Il gol di Lamberto? Certo, lo ricordo benissimo. Però troppo volte ho trattenuto la mia gioia, esultare poco dopo un gol è uno degli errori che ho fatto in carriera».
Vicenza dopo quella vittoria iniziava ad accarezzare il sogno della finale. Un sogno che si infranse il 16 aprile allo Stamford Bridge di Londra. Il
Chelsea vinse 3-1 con i gol di Poyet, Zola e Hughes. Una gara in cui i biancorossi di Guidolin passarono in vantaggio con Luiso. E sempre con il «Toro di Sora» riuscirono a fare anche il secondo gol, annullato per fuorigioco. «Con la Var avrebbe vinto il Vicenza» ha rimarcato di recente l’attaccante. «A Londra ci sono andati male gli episodi», ricorda Zauli. Tant’è. Vicenza sconfitto e addio finale, il trofeo lo vinse proprio il Chelsea contro lo Stoccarda, ma la squadra, la «Nobile Provinciale», uscì da quella sfida a testa altissima. E quella semifinale rimane una pagina indimenticabile della storia del calcio veneto e non solo. «Fa piacere ricordare quei momenti — sorride Zauli — e ricevere ancora attestati di affetto. Fu tutto molto bello e ce l’ho nel cuore».