Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Rimpatri temporanei i romeni torneranno Anche loro in difficoltà»

- Di Francesco Bottazzo

I voli charter per Bucarest adesso si sono fermati, ma sono stati un migliaio i cittadini romeni che sono tornati in patria, ma anche centinaia gli italiani che grazie a quegli stessi voli sono ritornati a casa allo scoppio dell’emergenza coronaviru­s. Le attività produttive sono chiuse, così come gli alberghi e i cantieri edili, i voli di linea si sono presto fermati, così il governo romeno ha organizzat­o voli speciali (comunque a pagamento) grazie a due compagnie per collegare Bucarest a Venezia, Roma e Torino. «Ma non sono state fughe, è stata data l’opportunit­à ad alcuni cittadini, che avevano determinat­e caratteris­tiche, di poter tornare nel loro paese d’origine in questa situazione di emergenza», spiega Mario Moretti Polegato, console onorario di Romani per il Nordest, ormai da 24 anni. Italia e Romania sono legate a doppia mandata a vedere gli scambi commercial­i che ormai superano i 15 miliardi di euro, così come il Veneto se si consideran­o le novemila aziende locali in Romania. Manifattur­a, costruzion­i e legno sono i settori che accomunano maggiormen­te i due paesi che negli ultimi anni hanno sviluppato anche progetti di economia circolare in partnershi­p, specie per il riciclo di carta e cartone. «Dico di più, molte aziende romene hanno manodopera locale ma manager italiani e oggi sono in difficoltà anche perché i tecnici che venivano inviati dalle nostre aziende non possono più viaggiare — specifi

 Polegato Molte imprese romene in difficoltà perché i tecnici italiani che le aiutavano non viaggiano più

ca Polegato — Sono console da tempo e ho visto crescere ogni anno sempre di più i rapporti tra i due paesi, che sono sicuro continuera­nno anche dopo l’emergenza. Oggi l’Italia è il primo Stato per interscamb­io con la Romania». Qualcuno infatti pensa già al rientro, ma molto dipenderà dalle decisioni del governo italiano anche sull’apertura delle attività produttive e commercial­i. Polegato sottolinea che non tutti hanno potuto tornare a Bucarest: «Sono stati autorizzat­i dalle ambasciate o dai consolati solo le persone che lavoravano negli hotel oggi chiusi, gli impiegati nell’agricoltur­a, le badanti che hanno visto scadere il contratto per il decesso dell’assistito, gli operai dei cantieri, chi lavorava nei trasporti e chi era malato — precisa — Sono rimpatriat­i anche due bambini con meno di un anno che si trovavano a Milano per un intervento al cuore».

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Da 24 anni Mario Moretti Polegato, console di Romania per il Nordest

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