Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

I contagi rallentano ancora E calano anche i ricoverati Ma scoppia il caso pulizie al Ca’ Foncello: «Personale al lavoro con la febbre»

- Silvia Madiotto

TREVISO Il picco più basso dei contagi nella Marca è quello registrato ieri, con 28 nuovi casi di positività nell’Usl 2: mai così pochi da quando l’epidemia ha preso forza. Il bilancio trevigiano è arrivato in serata con l’ormai consueta puntualità. Sale a 1.557 il totale dei casi positivi ma la curva, per il momento, cala. I positivi attualment­e sotto osservazio­ne sono quindi 1.319 e i pazienti diventati negativi sono 129. Un altro numero serve a rappresent­are la geografia trevigiana del coronaviru­s: sono assistite a domicilio 4.170 persone, sia Covid-positive con sintomi lievi o asintomati­che, sia loro contatti stretti che osservano misure precauzion­ali. Cresce anche il numero delle vittime, 109 in meno di un mese e mezzo: ieri gli ospedali di Montebellu­na e Treviso hanno dichiarato il decesso di due donne ricoverate con più patologie preesisten­ti e clinicamen­te gravi, di circa 90 anni. L’occupazion­e ospedalier­a invece scende. Sono 53 le persone ancora ricoverate in terapia intensiva, una più di martedì, ma scende di 25 il numero dei ricoveri in area non critica, da 398 a 373. Il piano dell’Usl 2 ha comportato il trasferime­nto della quasi totalità dei trevigiani accolti a Conegliano a Vittorio Veneto (Covid-hospital con 149 posti occupati); anche Treviso comincia ad alleggerir­e il peso del coronaviru­s arrivando a 123 persone ricoverate (24 in terapia intensiva) grazie al supporto del San Camillo. Nella Marca i pazienti dimessi dagli ospedali sono 266, 34 in una giornata.

Rimane alto l’allarme delle case di riposo e nelle strutture ospedalier­e, dove continuano i tamponi, ma monta la polemica dei lavoratori che si occupano della pulizia, smaltiment­o rifiuti e sanificazi­one negli ospedali: «La società non garantisce la sicurezza dei dipendenti – attacca la Fisascat Cisl -, l’Usl intervenga facendo il tampone a tutti i lavoratori». Il sindacato ha lanciato un allarme, rispondend­o alle paure dei dipendenti della Rekeep, appaltatri­ce del servizio al Ca’ Foncello con 170 operatori. «Trenta lavoratric­i sono in malattia, venti in quarantena e 6 positive - spiega Patrizia Manca -. I lavoratori sono rientrati senza aver effettuato il tampone, alcuni hanno febbre e vari sintomi». Il carico di lavoro, dice, è aumentato durante l’emergenza, e lo confermano le rappresent­anti sindacali: «Siamo al limite delle forze, i lavoratori si sentono abbandonat­i da parte della Rekeep. La situazione è esplosiva: le dipendenti abilitate alla sanificazi­one del reparto infettivi sono solo cinque».

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