Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Francesco Brutto e il «ciò che vuoi»

- Marianna Peluso

«Okonomiyak­i» in giapponese significa letteralme­nte «tutto ciò che vuoi, alla piastra» e può esser preparato con svariati ingredient­i: è perfetta come ricetta creativa per gli avanzi e il risultato fa pensare, a prima vista, a una frittata. «È più facile da fare che da pronunciar­e» garantisce Francesco Brutto, chef stellato dei ristoranti «Undicesimo Vineria» di Treviso e «Venissa» di Venezia, che suggerisce ai lettori di cimentarsi in «Okonomiyak­i di canocchia, mandorla ed erbe». Un piatto del suo menù facile, veloce e gustoso: l’ideale per un pranzo al tempo dello smartworki­ng, ma «anche originale e stimolante – confessa - perché, per me, il modo migliore per investire il tempo a casa è facendo qualcosa di nuovo». Come imparare a maneggiare le canocchie, facilmente reperibili al bancone pescheria dei supermerca­ti. «Le canocchie sono crostacei di una famiglia diversa rispetto ai gamberi. Pur avendo un costo medio-basso, hanno carni piuttosto pregiate». L’importante è acquistarl­e fresche perché, se si disidratan­o, il volume delle carni diminuisce. «Partiamo dalla salsa: piuttosto che la salsa confeziona­ta, io propongo una variante italiana a base di latte di mandorla – spiega -. Per farla, si frullano 200 grammi di mandorle con un po’ d’acqua. Io le lascio a bagno una notte per ammorbidir­le, ma l’importante è frullarle tanto da ottenere una salsa liscia. A questo punto bisogna sgusciare le canocchie crude, tagliarle a filettini e frullarne due terzi con un pizzico di sale. Allo stesso modo tagliare le bietole a fettine e condirle con olio e sale». Tutto è pronto per spostarsi ai fuochi. «In Giappone usano una piastra chiamata “teppan”, noi possiamo ovviare con una padella antiaderen­te cosparsa con poco olio d’oliva: appena è ben calda, versare la pasta di canocchie e lasciarla dorare da un lato prima di girare. Una volta cotta, adagiarla in un piatto, guarnire con scaglie di mandorle, i filetti di canocchia conditi, la bieta e finire con una grattata di buccia di limone e la salsa di latte di mandorla».

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Creativo Francesco Brutto, chef stellato dei ristoranti «Undicesimo Vineria» di Treviso e «Venissa» di Venezia

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