Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
LAVORARE INSIEME PER I PIÙ DEBOLI
In questi giorni così difficili, la politica deve ritrovare la sua utilità ed in questo senso l’esperienza personale aiuta a capire le difficoltà e dare una direzione agli interventi. Io ero, prima di diventare senatrice e ancora rimango, un cosiddetto Oss, un operatore sociale sanitario: sì proprio uno di quei lavoratori che si prendono cura dei più deboli, soprattutto degli anziani nelle Case di Riposo. So cosa vuol dire, non solo occuparsi dell’igiene e delle cure, ma anche essere amici, confidenti, conviventi dei ricoverati.
E tutto questo significa essere a contatto costante. Nel caso di questa epidemia da coronavirus, si è inevitabilmente tradotto in una esposizione al contagio reciproco, forse più alta che per qualsiasi altra figura professionale.
Provate a pensare: essere coinvolti in un rapporto con l’assistito che è perfino di affetto, di conforto umano e sapere di poterlo infettare o di poter dividere il contagio, magari innescato da un parente in visita. Una tragedia, ovviamente sanitaria, ma anche emotiva.
Di fronte a tutto questo non è accettabile sentire polemiche su quali siano le pertinenze specifiche, anche solo per avere mascherine e guanti. So – ad esempio – che nella mia terra veneta, il bassanese, vi sono almeno due case di riposo nelle quali si sono registrati contagi conclamati tra gli operatori sanitari, ma poi i numeri degli anziani stroncati dal virus sono ormai noti e se ne aggiungono ogni giorno: non giochiamo con la vita della gente per scaricare responsabilità! La riforma delle Ipab, in Veneto non è mai stata attuata, quindi le case di riposo sono in massima parte pubbliche e se è vero che la gestione fa capo ai Comuni , è anche vero che le centrali di acquisto di materiale sanitario sono regionali.
Davvero possiamo pensare che in questa situazione di totale emergenza un Comune, magari piccolo, possa accedere autonomamente a forniture straordinarie di mascherine per gli Oss che necessariamente ne devono utilizzare in gran quantità giornaliera?
Già è triste accorgersi di questo problema drammatico, solo quando si cominciano a contare i morti, non rendiamolo ancora peggiore giocando alla scaricabarile. Dal Governo si cerca in tutti i modi di attivare provvedimenti mirati e di alcuni non si parla abbastanza.
Ad esempio l’aumento del bonus babysitter, da 600 e 1000 euro al mese per tutti gli operatori sanitari, medici, infermieri e – appunto – Oss. Sono tutti lavoratori chiamati a prestare servizio senza limiti di orario, per utilità collettiva: indispensabile fornire loro un aiuto in più.
Poi si è parlato poco dei congedi parentali: i genitori costretti ad andare a lavorare, con figli fino a 12 anni, hanno diritto a un congedo di 15 giorni, mantenendo il 50% della retribuzione.
Ma questa misura – e qui si tocca un ambito delicatissimo – vale anche per i famigliari di portatori di handicap. In queste settimane gran parte dei centri diurni che si prendono cura di ragazzi diversamente abili, hanno necessariamente dovuto interrompere il servizio. Sono subentrate le famiglie, sulle quali pero’ pesano ancora di piu’ le necessità lavorative. Anche in questo caso è riconosciuto il congedo fino a 15 giorni mantenendo metà dello stipendio.
Ecco, invece di sollevare continue polemiche sulle competenze e sulle responsabilità, sarebbe il caso che le tutte le istituzioni, nella loro comunicazione sul territorio, nelle loro conferenze stampa quotidiane, spiegassero tutti questi provvedimenti e come accedervi, magari con campagne informative in collaborazione con i datori di lavoro e con le sedi locali dell’INPS.
Invece, davanti ai casi strazianti degli anziani che muoiono con Covid-19 nelle case di riposo e al dramma degli operatori sanitari contagiati, ci sentiamo dire che non se ne conoscono i numeri e che devono pensarci i comuni.
Lo chiedo davvero col cuore in mano: la regione ci dia un bollettino quotidiano sulla situazione negli istituti per anziani, si tratta solo di raccogliere i dati.
Siamo una società che troppo spesso lascia indietro i deboli e non aiuta coloro che vi si dedicano, già in condizioni ordinarie, nel nome di una politica fatata spesso di costante propaganda. Ecco, questo sia il momento di svoltare e concentraci tutti sugli stessi obiettivi.
* Senatrice veneta M5s
In campo
È inaccettabile sentire polemiche di fronte all’emergenza, andiamo nella stessa direzione