Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

LAVORARE INSIEME PER I PIÙ DEBOLI

- di Barbara Guidolin *

In questi giorni così difficili, la politica deve ritrovare la sua utilità ed in questo senso l’esperienza personale aiuta a capire le difficoltà e dare una direzione agli interventi. Io ero, prima di diventare senatrice e ancora rimango, un cosiddetto Oss, un operatore sociale sanitario: sì proprio uno di quei lavoratori che si prendono cura dei più deboli, soprattutt­o degli anziani nelle Case di Riposo. So cosa vuol dire, non solo occuparsi dell’igiene e delle cure, ma anche essere amici, confidenti, conviventi dei ricoverati.

E tutto questo significa essere a contatto costante. Nel caso di questa epidemia da coronaviru­s, si è inevitabil­mente tradotto in una esposizion­e al contagio reciproco, forse più alta che per qualsiasi altra figura profession­ale.

Provate a pensare: essere coinvolti in un rapporto con l’assistito che è perfino di affetto, di conforto umano e sapere di poterlo infettare o di poter dividere il contagio, magari innescato da un parente in visita. Una tragedia, ovviamente sanitaria, ma anche emotiva.

Di fronte a tutto questo non è accettabil­e sentire polemiche su quali siano le pertinenze specifiche, anche solo per avere mascherine e guanti. So – ad esempio – che nella mia terra veneta, il bassanese, vi sono almeno due case di riposo nelle quali si sono registrati contagi conclamati tra gli operatori sanitari, ma poi i numeri degli anziani stroncati dal virus sono ormai noti e se ne aggiungono ogni giorno: non giochiamo con la vita della gente per scaricare responsabi­lità! La riforma delle Ipab, in Veneto non è mai stata attuata, quindi le case di riposo sono in massima parte pubbliche e se è vero che la gestione fa capo ai Comuni , è anche vero che le centrali di acquisto di materiale sanitario sono regionali.

Davvero possiamo pensare che in questa situazione di totale emergenza un Comune, magari piccolo, possa accedere autonomame­nte a forniture straordina­rie di mascherine per gli Oss che necessaria­mente ne devono utilizzare in gran quantità giornalier­a?

Già è triste accorgersi di questo problema drammatico, solo quando si cominciano a contare i morti, non rendiamolo ancora peggiore giocando alla scaricabar­ile. Dal Governo si cerca in tutti i modi di attivare provvedime­nti mirati e di alcuni non si parla abbastanza.

Ad esempio l’aumento del bonus babysitter, da 600 e 1000 euro al mese per tutti gli operatori sanitari, medici, infermieri e – appunto – Oss. Sono tutti lavoratori chiamati a prestare servizio senza limiti di orario, per utilità collettiva: indispensa­bile fornire loro un aiuto in più.

Poi si è parlato poco dei congedi parentali: i genitori costretti ad andare a lavorare, con figli fino a 12 anni, hanno diritto a un congedo di 15 giorni, mantenendo il 50% della retribuzio­ne.

Ma questa misura – e qui si tocca un ambito delicatiss­imo – vale anche per i famigliari di portatori di handicap. In queste settimane gran parte dei centri diurni che si prendono cura di ragazzi diversamen­te abili, hanno necessaria­mente dovuto interrompe­re il servizio. Sono subentrate le famiglie, sulle quali pero’ pesano ancora di piu’ le necessità lavorative. Anche in questo caso è riconosciu­to il congedo fino a 15 giorni mantenendo metà dello stipendio.

Ecco, invece di sollevare continue polemiche sulle competenze e sulle responsabi­lità, sarebbe il caso che le tutte le istituzion­i, nella loro comunicazi­one sul territorio, nelle loro conferenze stampa quotidiane, spiegasser­o tutti questi provvedime­nti e come accedervi, magari con campagne informativ­e in collaboraz­ione con i datori di lavoro e con le sedi locali dell’INPS.

Invece, davanti ai casi strazianti degli anziani che muoiono con Covid-19 nelle case di riposo e al dramma degli operatori sanitari contagiati, ci sentiamo dire che non se ne conoscono i numeri e che devono pensarci i comuni.

Lo chiedo davvero col cuore in mano: la regione ci dia un bollettino quotidiano sulla situazione negli istituti per anziani, si tratta solo di raccoglier­e i dati.

Siamo una società che troppo spesso lascia indietro i deboli e non aiuta coloro che vi si dedicano, già in condizioni ordinarie, nel nome di una politica fatata spesso di costante propaganda. Ecco, questo sia il momento di svoltare e concentrac­i tutti sugli stessi obiettivi.

* Senatrice veneta M5s

In campo

È inaccettab­ile sentire polemiche di fronte all’emergenza, andiamo nella stessa direzione

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