Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
E il Bo prepara le linee guida
Merigliano: «Pronto in 10 giorni»
Riaprire le fabbriche in sicurezza. Gruppo di lavoro al Bo studia le linee guida.
PADOVA Il mondo produttivo scalpita per tornare al lavoro, ma vuole farlo in sicurezza, possibilmente appoggiandosi alla scienza. Un’esigenza recepita dall’Università di Padova, che ha creato un gruppo di lavoro, coordinato dal rettore Rosario Rizzuto, medico e ricercatore, per produrre nel giro di dieci giorni linee guida ad hoc. Dell’équipe fanno parte specialisti di Medicina di Laboratorio e del Lavoro, microbiologi, epidemiologi, virologi e il presidente della Scuola di Medicina, professor Stefano Merigliano, che spiega: «L’idea è di valutare le misure idonee a garantire una riapertura di imprese e fabbriche più sicura possibile. Senza volerci sovrapporre a governo o Regioni, stiamo studiando il modo per minimizzare il rischio di nuovi contagi, per i lavoratori e per la popolazione generale. Il dibattito è ampio e noi abbiamo aperto una riflessione per contribuirvi, ognuno con la propria esperienza, ma nell’ottica di un lavoro di Ateneo, che va al di là dei personalismi».
Gli esperti, che stanno raccogliendo documentazione scientifica sul coronavirus Covid-19, sul suo comportamento e sull’efficacia delle misure di controllo dell’infezione, si sono assegnati ciascuno un compito. Che si tradurrà nell’indicazione di come garantire un rientro sicuro in azienda procedendo per ambiti. Per esempio le linee guida dovranno indicare quando un lavoratore potrà considerarsi a rischio alto, basso o zero di contrarre il virus; se sia necessario o meno misurare la temperatura all’ingresso o mettere a disposizione dei termometri; quante persone possano stare in una stessa stanza e a quale distanza; se sia consigliabile continuare a usare la mascherina per l’intera durata della giornata di lavoro; se prima di tornare al proprio posto sia necessario sottoporsi a tampone. E altre disposizioni utili. «Arriveremo a un protocollo agile, di 6-7 pagine, che il rettore deciderà se diffondere pubblicamente o se notificare alla Regione — chiarisce Merigliano —. Tra i provvedimenti sotto analisi, per esempio, ci sono i test sierologici per il riscontro degli anticorpi nel sangue. Potrebbero rientrare nelle linee guida come no, a seconda dei risultati accertati, perché ogni giorno ci sono nuovi contributi scientifici in materia. Ognuno dice la sua, quindi abbiamo ritenuto opportuno partecipare alla discussione in maniera concreta. Siamo vicini al territorio — aggiunge il presidente della Scuola di Medicina di Padova — la cultura dell’Università si mette a disposizione della società. Produrremo indicazioni di massima per rendere il più sicuro possibile il rientro sul posto di lavoro».
E l’obiettivo è di riuscirci prima della riapertura delle imprese, per dare il tempo alla categoria di organizzarsi e seguire le indicazioni della scienza. Di conseguenza, poiché il nuovo decreto Conte durerà fino al 13 aprile, e così l’ordinanza firmata ieri dal governatore Luca Zaia, dopodiché potrebbe iniziare a riaprire qualcosa, i tempi sono stretti. Teoricamente le linee guida dovrebbero essere pronte entro dieci giorni. E’ stata insomma recepita l’esipresidente genza espressa da Confindustria, Unioncamere, Confagricoltura e molte altre associazioni di categoria di poter disporre di indicazioni macro a breve termine.
E nel frattempo l’Ateneo tende la mano anche al Sistema sanitario, che ha bisogno di sempre nuove forze. Accogliendo la richiesta della Regione, sono state anticipate le lauree degli infermieri, consegnando il diploma di fine corso a 80 di loro, che hanno discusso la tesi per via telematica. «E’ l’ennesima testimonianza del fatto che l’Università è coesa con l’attività clinica e l’Azienda ospedaliera — completa Merigliano — siamo un’unica forza monolitica». «Tutto ciò è stato reso possibile anche dall’organizzazione interna all’Azienda ospedaliera, che a differenza di quanto accaduto in altre città del Veneto non è mai stata un focolaio del virus — aggiunge Giampiero Avruscio, presidente Anpo (primari) —. L’attenta gestione dei pazienti ha limitato i contagi all’1,3% del personale, consentendo all’ospedale e all’Università di dedicarsi pure alla sperimentazione di farmaci e a una serie di studi sulla pandemia e gli aspetti ad essa correlati. Tra i quali quest’ultimo».
L’obiettivo
L’idea è di valutare le misure idonee a garantire una riapertura di imprese e fabbriche minimizzando il rischio di nuovi contagi
Le ipotesi
Il tampone prima di tornare in fabbrica, termometri all’ingresso, mascherina da indossare per l’intera durata del turno, distanze sicure