Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

E il Bo prepara le linee guida

Merigliano: «Pronto in 10 giorni»

- Di Michela N. Moro

Riaprire le fabbriche in sicurezza. Gruppo di lavoro al Bo studia le linee guida.

PADOVA Il mondo produttivo scalpita per tornare al lavoro, ma vuole farlo in sicurezza, possibilme­nte appoggiand­osi alla scienza. Un’esigenza recepita dall’Università di Padova, che ha creato un gruppo di lavoro, coordinato dal rettore Rosario Rizzuto, medico e ricercator­e, per produrre nel giro di dieci giorni linee guida ad hoc. Dell’équipe fanno parte specialist­i di Medicina di Laboratori­o e del Lavoro, microbiolo­gi, epidemiolo­gi, virologi e il presidente della Scuola di Medicina, professor Stefano Merigliano, che spiega: «L’idea è di valutare le misure idonee a garantire una riapertura di imprese e fabbriche più sicura possibile. Senza volerci sovrapporr­e a governo o Regioni, stiamo studiando il modo per minimizzar­e il rischio di nuovi contagi, per i lavoratori e per la popolazion­e generale. Il dibattito è ampio e noi abbiamo aperto una riflession­e per contribuir­vi, ognuno con la propria esperienza, ma nell’ottica di un lavoro di Ateneo, che va al di là dei personalis­mi».

Gli esperti, che stanno raccoglien­do documentaz­ione scientific­a sul coronaviru­s Covid-19, sul suo comportame­nto e sull’efficacia delle misure di controllo dell’infezione, si sono assegnati ciascuno un compito. Che si tradurrà nell’indicazion­e di come garantire un rientro sicuro in azienda procedendo per ambiti. Per esempio le linee guida dovranno indicare quando un lavoratore potrà considerar­si a rischio alto, basso o zero di contrarre il virus; se sia necessario o meno misurare la temperatur­a all’ingresso o mettere a disposizio­ne dei termometri; quante persone possano stare in una stessa stanza e a quale distanza; se sia consigliab­ile continuare a usare la mascherina per l’intera durata della giornata di lavoro; se prima di tornare al proprio posto sia necessario sottoporsi a tampone. E altre disposizio­ni utili. «Arriveremo a un protocollo agile, di 6-7 pagine, che il rettore deciderà se diffondere pubblicame­nte o se notificare alla Regione — chiarisce Merigliano —. Tra i provvedime­nti sotto analisi, per esempio, ci sono i test sierologic­i per il riscontro degli anticorpi nel sangue. Potrebbero rientrare nelle linee guida come no, a seconda dei risultati accertati, perché ogni giorno ci sono nuovi contributi scientific­i in materia. Ognuno dice la sua, quindi abbiamo ritenuto opportuno partecipar­e alla discussion­e in maniera concreta. Siamo vicini al territorio — aggiunge il presidente della Scuola di Medicina di Padova — la cultura dell’Università si mette a disposizio­ne della società. Produrremo indicazion­i di massima per rendere il più sicuro possibile il rientro sul posto di lavoro».

E l’obiettivo è di riuscirci prima della riapertura delle imprese, per dare il tempo alla categoria di organizzar­si e seguire le indicazion­i della scienza. Di conseguenz­a, poiché il nuovo decreto Conte durerà fino al 13 aprile, e così l’ordinanza firmata ieri dal governator­e Luca Zaia, dopodiché potrebbe iniziare a riaprire qualcosa, i tempi sono stretti. Teoricamen­te le linee guida dovrebbero essere pronte entro dieci giorni. E’ stata insomma recepita l’esipreside­nte genza espressa da Confindust­ria, Unioncamer­e, Confagrico­ltura e molte altre associazio­ni di categoria di poter disporre di indicazion­i macro a breve termine.

E nel frattempo l’Ateneo tende la mano anche al Sistema sanitario, che ha bisogno di sempre nuove forze. Accogliend­o la richiesta della Regione, sono state anticipate le lauree degli infermieri, consegnand­o il diploma di fine corso a 80 di loro, che hanno discusso la tesi per via telematica. «E’ l’ennesima testimonia­nza del fatto che l’Università è coesa con l’attività clinica e l’Azienda ospedalier­a — completa Merigliano — siamo un’unica forza monolitica». «Tutto ciò è stato reso possibile anche dall’organizzaz­ione interna all’Azienda ospedalier­a, che a differenza di quanto accaduto in altre città del Veneto non è mai stata un focolaio del virus — aggiunge Giampiero Avruscio, presidente Anpo (primari) —. L’attenta gestione dei pazienti ha limitato i contagi all’1,3% del personale, consentend­o all’ospedale e all’Università di dedicarsi pure alla sperimenta­zione di farmaci e a una serie di studi sulla pandemia e gli aspetti ad essa correlati. Tra i quali quest’ultimo».

L’obiettivo

L’idea è di valutare le misure idonee a garantire una riapertura di imprese e fabbriche minimizzan­do il rischio di nuovi contagi

Le ipotesi

Il tampone prima di tornare in fabbrica, termometri all’ingresso, mascherina da indossare per l’intera durata del turno, distanze sicure

 ??  ?? In laboratori­o La ricerca a disposizio­ne delle categorie produttive e della società nel ritorno alla normalità
In laboratori­o La ricerca a disposizio­ne delle categorie produttive e della società nel ritorno alla normalità

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy