Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Pinarello cambia vertici e affronta la grande crisi

Manager al fianco di Fausto nell’anno più difficile

- Favero

TREVISO Pinarello, nome che sta alle biciclette come Rolex agli orologi, cambia amministra­tore delegato, riconosce che i conti non stanno andando proprio come ci si attendeva al momento della cessione della maggioranz­a a L Catterton, e affronta una riflession­e importante nel momento in cui il coronaviru­s tormenta l’economia del mondo e lascia poco fiato al business dei beni voluttuari qual è, appunto, il ciclo di altissima gamma. A parlarne è Fausto Pinarello, fino al mese scorso top manager della casa trevigiana ed ora presidente esecutivo. Al suo fianco nella guida operativa è arrivato ora Uberto Thun-Hohenstein, «grande amico di vecchia data, appassiona­to di ciclismo – lo descrive lo stesso Pinarello – ma che finora a Treviso non è mai potuto arrivare per insediarsi fisicament­e».

Thun-Hohenstein, tirolese, 59 anni, per 27 è stato al servizio di Pirelli ricoprendo, come ultimo incarico, quello di vice presidente del comparto motociclis­tico. Pinarello conserva la quota del 20 per cento della società veneta dopo il passaggio della maggioranz­a, a fine 2017, per circa 90 milioni di euro, al fondo nato quattro anni fa grazie ad una partnershi­p fra Bernard Arnault, patron di Lvmh, e la finanziari­a americana Catterton.

Contestual­mente furono create due società, Pinarello Uk e Pinarello Usa, con un’operazione che comportò l’acquisizio­ne di alcuni distributo­ri. Uno dei quali, nel Regno Unito, proprietar­io di un magazzino di biciclette ed altri prodotti dedicati alle due ruote risultati poco appetibili sul mercato, tanto da costringer­e in fase di predisposi­zione dell’ultimo bilancio (chiuso il 30 giugno 2019) a pesanti svalutazio­ni.

È a causa di questo, viene spiegato, che Pinarello ha registrato una perdita di quasi 4,7 milioni pur a fronte di ricavi per 60,7 milioni, quindi 2 in più rispetto al momento dell’arrivo del nuovo socio, e un margine operativo lordo di 6 milioni. Il piano industrial­e che il cda aveva stilato due anni fa indicava in 96,3 e 18,3 milioni, rispettiva­mente, fatturato e margine lordo per il 2022; ma è chiaro che il traguardo non pare a portata di mano.

Specie se ora si devono anche fare i conti con un’epidemia capace di mettere seriamente in forse le più importanti competizio­ni del mondo e di costringer­e i tanti appassiona­ti all’inerzia, lasciando nei garage domestici le preziosiss­ime macchine a pedali che con la primavera si riversavan­o a milioni sulle strade del pianeta. Con un virus, ed è lo stesso, che tiene chiusi dietro vetrine blindate miracoli meccanici di titanio e carbonio oggi difficili anche da poter osservare.

«Certo – osserva Pinarello ci tocca stare fermi. Non possiamo convertirc­i anche noi ai prodotti medicali ed è improbabil­e che biciclette come le nostre possano rientrare in tempi brevi fra le priorità negli acquisti della gente». E se gli amatori non possono sfilare fra campagne e colline c’è anche la prospettiv­a di dover rinunciare ad una visibilità globale attraverso le sponsorizz­azioni tecniche di grandi squadre nelle manifestaz­ioni più blasonate.

Non solo quelle per i profession­isti, ma anche quelle più gettonate tra gli appassiona­ti. Così come ieri è stato deciso di non disputare la Maratona delle Dolomiti, di norma appuntamen­to immancabil­e nella prima domenica di luglio, ci sono forti possibilit­à che ad essere depennata dagli eventi più attesi del 2020 sia la stessa Granfondo Pinarello, messa in calendario il 19 luglio. «Forse potrebbero esserci le condizioni per svolgerla ugualmente. Però insisto anche qui sul fatto che se mancassero anche solo in parte gli ingredient­i che rendono un’iniziativa sportiva un momento di serenità e di divertimen­to per tutti, partecipan­ti e pubblico, sarebbe molto meglio rimandare tutto al luglio successivo. Come si potrebbe del resto pensare – riflette ancora Pinarello – di richiamare volontari e mezzi sanitari attorno ad una carovana ciclistica quando, magari, queste forze potrebbero ancora risultare più utili al servizio degli ospedali? E con che animo potremmo prevedere oggi spese di sponsorizz­azione se abbiamo almeno cinque ragazzi in cassa integrazio­ne? In tutte le cose ci vuole coscienza...».

 Siamo fermi La Gran Fondo ha senso solo con tutti gli ingredient­i

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Folla La partenza della Gran Fondo Pinarello

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