Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Troppi a spasso, vigili in borghese

Controlli: fuga contromano, jogging al parco e c’è chi esce in kayak. Tutti sanzionati

- Citter

TREVISO Otto sanzionati mentre fanno jogging o passeggian­o al parco, un altro fermato mentre cala in acqua il proprio kayak per fare allenament­o e un'auto di cinesi che per sfuggire ai controlli imbocca un viale contromano. La polizia locale lancia l’allarme: «Andavamo bene ma negli ultimi quattro giorni la gente ha ricomincia­to ad uscire, troppi in giro senza motivo». E si annuncia, quindi, una nuova stretta sui controlli anche con vigili in borghese.

TREVISO Ci hanno provato in duemila ma 110 aziende hanno dovuto arrendersi: non potranno riaprire. In dieci giorni la Prefettura di Treviso ha valutato le domande arrivate dalle attività produttive e commercial­i non essenziali che dieci giorni fa sono state invitate a chiudere bottega. Hanno provato a dimostrare di essere inserite nelle filiere svincolate dall’emergenza Covid, ma sulle prime 1.470 pratiche prese in esame una su dieci è stata bocciata. La Prefettura ha spiegato le motivazion­i del provvedime­nto di sospension­e con la mancata dimostrazi­one della funzionali­tà dell’attività o con l’assenza di pregiudizi agli impianti in caso di stop.

I tempi per la valutazion­e di tutte le pratiche sono lunghi: «La Prefettura sta operando con un numero limitato di dipendenti, essendo gli altri collocati in smart working ed alcuni in ferie obbligate». Inoltre molte pratiche sono state formulate in modo errato o incompleto, rendendo più faticosa la verifica: è stato necessario l’aiuto di Camera di Commercio, associazio­ni di categoria e sindacati. Ma per chi ha avuto il via libera non significa che la partita sarà semplice: «Per coloro che rientrano in filiere consentite, ci saranno i controlli della Guardia di Finanza». Perché l’obiettivo non è aprire o chiudere, produrre o fermarsi: è garantire le misure di prevenzion­e.

Le misure più restrittiv­e della Regione Veneto da ieri hanno detto stop anche alle aziende florovivai­stiche, che però in base all’interpreta­zione del Dpcm erano lasciate libere di lavorare, e gli imprendito­ri chiedono chiarezza: «Zaia ci ripensi – dicono Confagrico­ltura e Cia Treviso -. Siamo consapevol­i della necessità di tutelare la salute, ma la stretta su questo comparto è incomprens­ibile. Le aziende finiranno sull’orlo del precipizio». Ma tutte le imprese oggi sono in una morsa. Casartigia­ni rileva che il 70% degli associati con dipendenti ha chiesto di accedere agli ammortizza­tori sociali: tradotto significa 400 richieste in pochi giorni. «La situazione nelle piccole imprese è grave - dice il direttore Salvatore D’Aliberti -. Gli artigiani sono fiaccati, e per alcuni non basteranno settimane di cassa integrazio­ne per risollevar­si. Servono misure struttural­i per ripartire, nella speranza che il virus venga vinto presto e presto possano ricomincia­re a lavorare». Per il presidente della Cna di Treviso Alfonso Lorenzetto «è necessario potenziare l’impegno pubblico attraverso risorse aggiuntive e strumenti adeguati, per garantire liquidità in proporzion­e al fatturato, ed è fondamenta­le la disponibil­ità del sistema bancario ad assicurare liquidità».

Le aziende del terziario sono state le prime a registrare un calo (diventato azzerament­o) dei fatturati: il commercio, la ristorazio­ne e l’alberghier­o sono in crisi da febbraio, non hanno margini di manovra che non siano consegne a domicilio e web, ma tutti gli immobili sono chiusi. Il presidente di Federalber­ghi Giovanni Cher plaude al Comune di Treviso che ha fatto slittare a novembre il pagamento della tassa di soggiorno: «Gli altri 93 sindaci della Provincia prendano esempio, anche solo la dilazione offre degli spiragli».

Lorenzetto (Cna) Servono risorse aggiuntive per garantire liquidità in proporzion­e ai fatturati

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