Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Scaligera, notte magica di aprile «Partita storica»
Ventidue anni fa, 1 aprile ‘98, al Pionir di Belgrado la Scaligera vinceva la Coppa Korac battendo la Stella Rossa. «Quella di Belgrado fu più di una semplice partita», ricorda coach Andrea Mazzon.
Successe nella bolgia infernale del Pionir di Belgrado, 1 aprile 1998. La sera della Coppa Korac sollevata da Verona. Ventidue anni, tra allora e oggi. E un coach, Andrea Mazzon, classe 1966, veneziano «da esportazione» (tra le tante Aris Salonicco, Panionios, Reyer, Fortitudo Bologna, un’esperienza in Cina e una negli Usa), che quei ragazzi li sente ancora.
Mazzon, la domanda sarebbe cosa fanno quei ragazzi ventidue anni dopo…
«Senza di loro non sarei qui a parlare da allenatore. Con Rudy Keys ci si telefona spesso. Ha gestito bene i soldi, vive nel Mississippi. Sua figlia Jasmine fece il “debutto” nel basket venendoci a vedere in un torneo ad Amsterdam: un’ottima cestista, gioca a Schio e in Nazionale».
Iuzzolino e Gnad allenano, qui a Verona Dalla Vecchia si occupa di giovanili, Boni è dirigente, Jerichow ha aperto un’agenzia di cicloturismo, negli States Brown partecipa ai basket camp…
«Con tutti c’è un rapporto umano speciale. La prima immagine della Korac sono io che li guardo, felici, dopo aver dimostrato la loro durezza mentale. Al Pionir, con cinquemila tifosi serbi, fu più di una partita».
Andrea Mazzon La promozione in A? Provarci è giusto, vedo una società sana con un ottimo sponsor
Uno di quei gialloblù gioca ancora, Bullara, classe ’64: sente pure lui?
«Sì, Roberto continuerà a essere un tiratore letale anche a ottant’anni. L’estate scorsa ha vinto il mondiale con l’Italia over 55. Uno così non può smettere».
Altre cartoline di Belgrado?
«La gioia di Mario Vicenzi, che coronava il sogno europeo coltivato insieme al fratello, Giuseppe».
Parlava della durezza mentale di quella Verona…
«Oggi una squadra così sarebbe tra le prime quattro in Italia. Non erano molto atletici ma per intensità…».
Il suo assistente dell’epoca, Alessandro Giuliani, è l’attuale gm della Scaligera.
«Classica persona con una visione. Vedi l’Academy creata per lavorare sui giovani. Il futuro del nostro basket, dopo il coronavirus, è tornare a produrre giocatori: penso alla Verona dei Galanda e Frosini e a un’Italia del basket che vinceva medaglie».
In quella Scaligera cresceva anche lei, Mazzon, erano i primi anni 90 e capitava di vedere Scottie Pippen e Charles Barkley al PalaOlimpia: rammenta?
«A quell’amichevole c’era gente arrampicata sulle finestre della tribuna. Per tre giorni passai la palla a Pippen in allenamento. Faceva un piegamento poi tre tiri alla maggior velocità possibile. La forza che diventa rapidità. Oggi un fatto base del lavoro Nba: allora, una rivelazione».
Per la Scaligera la fine del campionato significherebbe rimandare il sogno-promozione…
«Provarci è giusto, mai automatico. Basta un infortunio per mandare a rotoli una stagione. E il collo di bottiglia dei regolamenti è ingiusto: oggi, con gli effetti del coronavirus, non ha senso che una società sana, con un imprenditore come Pedrollo e uno sponsor come Tezenis, vada a giocare con avversari che fanno 200 spettatori».