Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Quarantena di tre settimane «Decisione inevitabile»
Giù ricoveri e letti in intensiva ma altri 4 morti. L’Usl: non è ancora finita
TREVISO Calano i ricoveri, calano le terapie intensive, il numero dei contagi si tiene su un morbido rallentamento. Ma aumentano i trevigiani in isolamento domiciliare, ben 4.196 persone che non possono uscire di casa, con rischi penali se saranno trovati anche solo in strada. La brutta notizia è che i tempi per superare la quarantena si sono allungati e se due settimane sembravano tante, l’Usl 2 ha allungato il periodo per il tampone definitivo fino a 21 giorni. «Finché non cambieranno le ordinanze» annuncia il dg Francesco Benazzi.
In un mese e mezzo i tamponi nella Marca sono stati 16 mila e continua il monitoraggio sul personale sanitario. I tamponi hanno evidenziato 161 positività, 56 operatori sono rientrati in servizio e in quarantena ce ne sono ancora 105. Si tratta di 68 infermieri, 45 oss, 28 medici, 7 studenti di professioni sanitarie, 4 ostetriche, 3 specializzandi, 2 fisioterapisti e 1 dipendente amministrativo. Tra i medici di famiglia, su 550 test l’1,6% ha dato esito positivo. «Ringrazio tutti per il lavoro che fanno e continuano a fare» commenta Benazzi. Fino ad ora i tamponi fatti nella Marca sono 16 mila e la necessità di far rientrare prima gli operatori, utili ai reparti, e il controllo sulle case di riposo ha costretto l’Usl a una scelta. «Epidemiologi e virologi ci dicono che purtroppo il virus, in alcuni casi, può sopravvivere nell’organismo più di 14 giorni, dobbiamo fare i tamponi prima ai nostri operatori perché, in caso di negatività, possono tornare in servizio. Per loro abbiamo tenuto la quarantena a 14 giorni. Per tutti gli altri abbiamo spostato a 21 giorni». I segnali di speranza arrivano dai reparti dei sette ospedali della Marca: sono 377 i ricoveri in area non critica (- 22 in una giornata) e cala anche il numero delle terapie intensive, l’assistenza respiratoria è necessaria a 51 persone. Il bollettino di ieri indicava 1.655 trevigiani positivi al Covid da inizio epidemia, con un aumento di 38 casi; i pazienti attualmente positivi sono 1.380, ieri 23 persone sono risultate negative arrivando 167 persone guarite.
Aumenta invece il numero dei decessi con un bilancio provinciale di 118 morti dal 25 febbraio: ieri le vittime sono state 4. Tre sono state registrate negli ospedali di Treviso, Conegliano, Vittorio Veneto: durante la notte, in sinistra Piave, sono morti due uomini over 70 che rientrano nel cluster della «partita a carte», e che riguarda i comuni di San Fior, Orsago e Cordignano; nel corso della giornata è spirato al Ca’ Foncello un uomo over 80; tutti e tre i pazienti presentavano anche altre patologie gravi. Una vittima è stata registrata anche nel centro di servizi di Ormelle. «Non abbassiamo la guardia perché siamo ancora in trincea, è chiaro che i dati in diminuzione dei contagi fanno ben sperare ma non dobbiamo illuderci – chiude Benazzi -. Noi speriamo di essere in fase “piatta” dei contagi ma dobbiamo tenere alta la sorveglianza. Non ne siamo ancora usciti. Rimanete a casa, è una sfida che coinvolge tutti. Qualcuno ha invocato l’esercito: non ne abbiamo bisogno, abbiamo il nostro esercito, le nostre persone, le nostre task force che lavorano da settimane in modo sinergico».
La partita a carte
Fra le vittime di ieri anche due ultra settantenni della «partita a carte» fatale