Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Virus, c’è un piano per le case di riposo» Fatti 1.600 tamponi su un terzo delle strutture, positivo il 42% degli ospiti
TREVISO Sono 1.600 i tamponi nelle case di riposo della Marca, osservate speciali: il 7% degli operatori e il 42% degli ospiti risultano positivi al Covid-19. Numeri elevati che, però, secondo l’Usl 2 sono parziali in quanto riguardano 18 strutture, il 30% del totale. Si tratta dei centri per anziani in cui sono emerse criticità, con numeri elevati e la necessità di percorsi specifici per arginare i contagi. Li elenca Louis Del Re, direttore dei servizi sociali: 13 residenze (Casale, Crocetta, Treviso, Vittorio Veneto, Castelfranco, Monastier, Vedelago, Zero Branco, Conegliano, Valdobbiadene, Volpago, Mogliano, San Pietro
di Feletto, Ormelle e San Vendemiano) e 3 strutture di altro tipo (a Villorba, Treviso e Spresiano).
«Il piano di screening e contenimento, come da circolare regionale, è pronto – spiega il dirigente -. In particolare al Cesana Malanotti e a Casa Fenzi sono partiti dei progetti specifici per la sorveglianza attiva e i tamponi, la fornitura dei dispositivi individuali e la formazione con team di professionisti». E a Volpago tutti i tamponi sono stati negativi. «Fino ad ora non abbiamo trovato situazioni disastrose – commenta il dg dell’Usl 2 Francesco Benazzi -. La task force e le strutture sono in stretto contatto, voglio dare tranquillità agli ospiti e alle famiglie. I Covid-positivi sono stati identificati, per contenere i contagi è preferibile che il paziente assuma la terapia a domicilio. Qualche sindaco ha detto che i tamponi sono arrivati tardi. L’importante invece è isolare, dopo si fanno tamponi». Rimane il nodo del personale carente: «Abbiamo fatto un avviso pubblico per reperire infermieri e oss, invito tutti ad aderire, scade il 10 aprile. Ringrazio il San Camillo e suor Lancy che hanno dato disponibilità degli operatori oggi a casa, dopo che l’ospedale è diventato Covid-hospital». La popolazione anziana è la più esposta al virus: l’Iss ha studiato il picco dei decessi, con una forte incidenza tra gli 80 e gli 89 anni e sui soggetti con più patologie. (s.m.)
Operatori Resta il nodo del personale carente: bando per infermieri e oss in scadenza il prossimo 10 aprile