Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
L’addio a Guizzo bomber di serie A Punta di Venezia e Reggina negli anni ‘60 e’70
Lo sport trevigiano piange un campione: è mancato infatti ieri Gabriele Guizzo, storico attaccante di Venezia e Reggina con cui ha giocato in serie A e in serie B tra gli anni ’60 e ’70.
Guizzo, nato a Volpago del Montello l’1 aprile 1942, aveva esordito in serie A l’11 febbraio del 1962, in uno degli stadi più prestigiosi d’Italia, quello di San Siro: con la maglia del Venezia andò a sfidare il Milan di Altafini che si impose per 1-0. «Ricordo ancora quella giornata – racconta Dino D’Alessi, trevigiano di Paese, suo compagno di squadra in quel Venezia e poi da calciatore al Brescia e alla Fiorentina oltre che allenatore, tra gli altri, di Venezia, Giorgione, Treviso e Cittadella – avevamo entrambi appena 17 anni e il sabato sera il mister ci dice che avremmo giocato contro il Milan a San Siro. L’emozione fu incredibile, passammo la notte praticamente insonne, e poi una volta entrati allo stadio fu davvero tutto incredibile. Quella convocazione arrivò all’improvviso perché in squadra c’erano tanti infortunati e così mister Quario ci convocò. Non ce la cavammo nemmeno così male: finì 1-0 e segnò Altafini».
Guizzo era un grande attaccante e con Venezia e Reggina collezionò due presenze in serie A e 49 in B, realizzando 5 reti. Nella sua carriera ha vestito anche le maglie di Rimini, Pescara, Ancona, Spezia e
Brindisi. «Era un attaccante straordinario, ma ancora di più una persona meravigliosa – commenta D’Alessi – siamo cresciuti assieme, prendevamo lo stesso treno per andare ad allenarci e da lì è iniziata un’amicizia che ci ha tenuti legati per sempre. Nonostante fossimo stati poi divisi per le rispettive carriere, abbiamo mantenuto forti i nostri rapporti, e anche le nostre famiglie erano molto unite. Posso dire che da ieri mi manca un pezzo di me stesso, perché Gabriele era davvero una gran bella persona».
Gabriele Guizzo era anche il suocero dell’ex sindaco di Treviso, Giovanni Manildo, che l’ha voluto ricordare soprattutto come un grande nonno: «Lo ricordo come un nonno fantastico — le parole commosse dell’ex primo cittadino — con la battuta sempre pronta, capace di sdrammatizzare ogni cosa con ironia e intelligenza».