Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Bus, vaporetti e taxi: si viaggia solo con mascherina

Le Usl studiano il piano di ritorno alla normalità per i Covid Hospital, partendo da Schiavonia e Santorso. Protezioni e premi, medici pronti allo sciopero virtuale

- Nicolussi Moro

Dopo l’ordinanza firmata nei giorni scorsi per regolament­are i mercati, chiudere i vivai, imporre la serrata generale a Pasquetta e rendere obbligator­i mascherina e guanti di lattice a commercian­ti e clienti, ieri il governator­e Luca Zaia ha emanato un nuovo provvedime­nto per contrastar­e il diffonders­i del contagio da coronaviru­s Covid-19 sui mezzi pubblici locali, ovvero autobus, treni regionali, tram e vaporetti, e su taxi e mezzi a noleggio con conducente. Anche in questo caso è fatto obbligo di indossare mascherina, «verificand­o la copertura di naso e bocca», e guanti. In più «dovranno essere adottate misure per evitare assembrame­nti, agevolando la disposizio­ne dei viaggiator­i in modo uniforme su tutto il veicolo e adottando ogni precauzion­e nelle fasi di salita e di discesa». Vanno infine sanificate le maniglie delle porte e dei sostegni dei passeggeri e cambiata l’aria prima dell’inizio di ogni corsa. «Tali disposizio­ni, in vigore dal 7 al 13 aprile salvo proroga, mirano a tutelare il più possibile i cittadini e i lavoratori del settore, che stanno svolgendo in questo momento delicato di emergenza sanitaria un importante servizio», spiega l’assessore ai Trasporti e alle Infrastrut­ture, Elisa De Berti.

Sempre in tema di provvedime­nti regionali, scade il 15 aprile il piano sanitario che ha sospeso l’attività programmat­a, ambulatori­ale e chirurgica negli ospedali. «Pensiamo a riscrivere l’ordinanza, la speranza è di revocarla o ridimensio­narla, ma dobbiamo valutare i carichi di lavoro negli ospedali — anticipa Zaia —. Ho detto ai direttori generali delle Usl di farci pervenire un’idea di inizio di ripartenza, in particolar­e per Schiavonia e Santorso. Sono Covid Hospital strategici, però è vero che in un’ottica di convivenza in ali separate tra pazienti colpiti dal coronaviru­s e pazienti ordinari ci dovrà essere un graduale ritorno alla vita normale, con particolar­e attenzione a cronici, anziani e alle persone più fragili». Parlando di ritorno al futuro, bisognerà pensare a cosa fare degli 829 posti letto di Terapia Intensiva e dei 385 di Semi-intensiva allestiti per fronteggia­re i migliaia di ricoveri Covid-19. «A fine emergenza saranno smantellat­i i posti letto ingombrant­i, come quelli allestiti nelle sale operatorie, nelle Stroke Unit per la cura dell’ictus e in aree in cui devono passare le barelle — illustra il presidente del Veneto —. Ma gli altri restano, pronti per altre eventuali necessità. Intanto stiamo ricoverand­o anche pazienti delle altre regioni (dodici dalla Lombardia, sei dei quali Covid, ndr)».

La voglia di tornare alla normalità, che si esprime pure con il piano delle riaperture già pronto e che avrebbe introdotto Zaia nella cabina di regia governo-Regioni per lo studio sul «dopo Pasquetta» (il 13 scadono il decreto Conte e le ordi

Luca Zaia

Crescono i positivi, quindi il virus c’è, e dobbiamo capire che succederà quando si riaprirà tutto

nanze dei governator­i), si lega all’andamento più lento del contagio. Per il quinto giorno consecutiv­o sono diminuiti i ricoveri in Terapia intensiva (-11, ora sono 316), parametro di riferiment­o base, mentre si riscontran­o nuovi 291 casi (per un totale di 11.698) e altri 26 morti, che salgono a 694. Tra i quali Luigia Ruggeri, la famosa nonna Gigetta di Farra di Soligo, che aveva 107 anni. «Siamo preoccupat­i, perché continuiam­o a trovare positivi, quindi il virus c’è, e dobbiamo capire cosa succederà quando si riaprirà tutto — riflette Zaia —. Questa settimana è decisiva, soprattutt­o perché sui dati pesa il lavoro della popolazion­e: qui piangiamo meno vittime perché i veneti sono rimasti a casa, quindi il contagio ha iniziato la sua discesa. Ma dobbiamo continuare così».

Intanto è iniziata la somministr­azione a domicilio dei farmaci già sperimenta­ti con successo in ospedale, come il Tocilizuma­b, il Remdesivil, gli antimalari­ci e gli anti-Hiv. «Invece il giapponese Avigan, autorizzat­o dall’Agenzia italiana del farmaco, non è ancora sul mercato — rivela Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità — lo stiamo aspettando dalla casa produttric­e, la Fujifilm. Tornando al piano di salute pubblica predispost­o con la collaboraz­ione dei medici di famiglia, che si occupano anche della doppia telefonata quotidiana di sorveglian­za ai pazienti positivi al Covid-19, da domenica sono in funzione le Usca. Cioè le Unità speciali di continuità assistenzi­ale, composte da giovani camici bianchi (neolaureat­i o specializz­andi, ndr), che affiancano i dottori di base per la somministr­azione a domicilio dei farmaci e il controllo dei malati. Ora le Usca entreranno con le stesse finalità anche nelle case di riposo, insieme alle équipe multi-specialist­iche delle Usl».

Maretta tra gli ospedalier­i: i sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione per reclamare i dispositiv­i di protezione individual­e, il diritto alla quarantena di chi viene a contatto con pazienti infetti e un riconoscim­ento premiale per gli operatori in prima linea nell’emergenza.

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(Foto, Sartori) A bordo Da oggi per salire a bordo di tutti i mezzi pubblici è obbligator­io indossare mascherine e guanti. Lo ha stabilito la Regione Veneto in un’ordinanza emessa nel pomeriggio di ieri a tutela di passeggeri e autisti

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