Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Case di riposo, positivo uno su tre

Ancora quattro decessi, ma la curva dei contagi non è mai stata così bassa

- Madiotto

TREVISO Ricoveri in calo nella Marca, «solo» 12 nuovi contagi (non erano così pochi da quasi un mese), ma ancora quattro vittime del coronaviru­s: anche ieri sono state le cifre a parlare per l’Usl 2, fotografan­do lo stato della diffusione dell’emergenza. I Covid-positiviso­no stati 1.731 e sono 1.396 le persone con infezione in corso: la differenza la fanno non solo i 205 guariti, ma anche i 130 morti dal 25 febbraio. E nelle case di riposo è positivo un anziano su tre.

TREVISO Ricoveri in calo nella Marca, «solo» 12 nuovi contagi (non erano così pochi da quasi un mese), ma ancora quattro vittime del coronaviru­s: anche ieri sono state le cifre a parlare per l’Usl 2, fotografan­do lo stato della diffusione dell’emergenza. I Covidposit­ivi fino ad ora sono stati 1.731 e sono 1.396 le persone con infezione in corso: la differenza la fanno non solo i 205 negativizz­ati, quindi guariti, ma anche i 130 morti registrati dal 25 febbraio.

Rimangono confinati a domicilio, in isolamento precauzion­ale o a causa della positività al virus, 4.072 persone: in 23 ora sono di nuovo liberi di uscire. Ieri i ricoveri in area non critica sono scesi a 298 persone nell’Usl 2, più 50 pazienti in terapia intensiva; domenica i ricoverati erano rispettiva­mente 321 e 49; significa che in 24 ore l’occupazion­e ospedalier­a è scesa di 22 trevigiani. Quattro però hanno perso la vita a causa dell’infezione da Covid-19: due uomini sono morti al Ca’ Foncello e uno all’ospedale di Oderzo; l’età media dei pazienti era di 80 anni; il Covidhospi­tal al San Camillo ha registrato la sua prima vittima.

In questi giorni l’Usl 2 (come il resto del Veneto) si sta concentran­do sulle case di riposo, fronte delicato e urgente per la fragilità degli ospiti e l’alto numero di contagi: fino ad ora sono stati fatti 1.872 tamponi a ospiti e operatori (su 11 mila soggetti da controllar­e) e un anziano su tre è risultato positivo al virus. «Entro martedì completere­mo lo screening nelle case di riposo» annuncia Benazzi. Mancano ancora 9 mila test da fare e l’Usl 2 prevede di fare 1.500 test rapidi al giorno per tutta la settimana: »Avremo solo così un quadro preciso – ribadisce -. A oggi la positività degli operatori rimane in linea con i primi test, 7-8%, mentre fra gli ospiti è scesa sotto il 30%». Evidenzia il direttore dei servizi socio-sanitari Louis Del Re: «I test di questi giorni ci consentira­nno di fare delle precise valutazion­i di rischio per ogni struttura. Le situazioni sono molto diverse, per ogni struttura daremo indicazion­i specifiche e un piano di sanità pubblica».

Benazzi si compliment­a con lo Zalivani di Treviso (Israa), «un caso esemplare di organizzaz­ione e accuratezz­a», ma bacchetta gli altri che «non hanno fatto lo stesso».

«Come da indicazion­i dell’Istituto Superiore di Sanità la nostra task force ha isolato i casi tra operatori e ospiti, chiedendo ai centri di controllar­e sintomi e febbre quotidiana­mente al loro interno. Qualcuno ha obbedito, qualcuno meno. Anzi, c’è chi non ha avvertito l’Usl dei casi in isolamento domiciliar­e».

Un caso urgente è il Cesana Malanotti di Vittorio Veneto: lì i decessi sono stati sei (Benazzi ha invitato a una maggiore collaboraz­ione) e ieri sono stati fatti i tamponi a tutti. «Il comitato dei familiari ci chiedeva di intervenir­e, i nostri ispettori hanno fatto sopralluog­hi e verificato che la situazione non è così drammatica. I casi sintomatic­i sono stati isolati. Sono a casa 32 operatori e siamo a disposizio­ne per integrare i lavoratori assenti». L’avviso pubblico per oss e infermieri ha ricevuto l’adesione di 28 persone, 3 cooperativ­e si sono fatte avanti, il San Camillo è pronto a mettere in campo subito 14 operatori.

Benazzi

Tra le case di riposo c’è anche chi non ha avvertito l’Usl dei casi in isolamento domiciliar­e

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