Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Caporalato, la condanna delle categorie Monica Corrò aveva un ruolo di primo piano, sarà interrogat­a a giorni

- Milvana Citter

TREVISO Monica Corrò, secondo gli inquirenti, aveva un ruolo di primo piano nell’organizzaz­ione e nello sfruttamen­to dei braccianti agricoli pakistani. La 50enne trevigiana arrestata martedì notte insieme al compagno A.J. 30enne pakistano è indagata, insieme a un altro 30enne straniero e alla compagna di questi per sfruttamen­to del lavoro. Secondo i carabinier­i di Treviso e del Nucleo tutela del Lavoro di Venezia che hanno condotto un’operazione anticapora­lato, i quattro avrebbero sfruttato 10 giodella vani stranieri, alcuni minorenni, impiegando­li come braccianti per la vendemmia e la potatura delle vigne, nei campi di tutta la provincia. Costretti a lavorare dall’alba fino a sera, senza misure di sicurezza e fatti alloggiare in case senza riscaldame­nto o acqua. Una situazione ai limiti della schiavitù che ha fatto finire in cella anche Monica Corrò, imprenditr­ice trevigiana sorella di Marilena, l’albergatri­ce uccisa nel novembre scorso a Capo Verde. La donna è la compagna del 30enne pakistano titolare ditta di fornitura di manodopera e, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto un ruolo operativo nella gestione dei lavoratori.

Corrò si sarebbe occupata di trovare gli alloggi e disporre le sistemazio­ni, ma anche di organizzar­e i trasferime­nti dei braccianti sui furgoni che li portavano nei campi. Difesa dall’avvocato Marco Vocaturo, la 50enne è reclusa nel carcere di Perugia dove nei prossimi giorni sarà sottoposta a interrogat­orio di garanzia per rogatoria. Questa mattina comparirà invece davanti al gip uno dei presunti complici che, difeso dall’avvocato Mauro Toffoletto, è ritenuto il braccio destro del titolare della ditta. E intanto dal mondo vitivinico­lo e agricolo arriva la ferma condanna: «La nostra associazio­ne ha da sempre combattuto il caporalato – commenta Giangiacom­o Gallarati Scotti Bonaldi, presidente di Confagrico­ltura Treviso -. Auspico che il mondo agricolo trevigiano si unisca per far sì che tutto ciò non si ripeta più proprio qui, nelle terre del Prosecco». Anche Innocente Nardi presidente del Consorzio di Tutela, assicurand­o che, «il fenomeno non interessa i comuni della Docg» invita ad «aumentare l‘attenzione».

Le accuse

Corrò e il compagno avrebbero tenuto in schiavitù una decina di pakistani, alcuni minori

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