Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ripartono le udienze ma in ordine sparso I legali: «Così è il caos»
VENEZIA Giustizia e fase 2, i tribunali navigano a vista. Oggi scade lo stop per le prescrizioni, e in teoria i processi dovrebbero ricominciare, ma non sarà così per tutti. A Padova si riparte con le udienze «in presenza» solo per pochi casi e solo a partire dal 15 giugno, a Vicenza, Verona e Rovigo invece le udienze dal vivo ricominciano, ma Vicenza si terranno solo quelle che non hanno più di due testimoni e rigorosamente a porte chiuse, a Verona solo quelle« sbrigative» ossia già in battuta finale e che non prevedono lunghe e complicate discussioni. Da oggi le tre aule del tribunale di Belluno potranno contenere al massimo dieci persone, due saranno invece ammesse nell’aula del gip. Anche a Venezia la ripartenza è light ma c’è il problema delle aule piccole, a Treviso si fanno le urgenze,
Siamo lavorando con tutti i rappresentanti delle camere penali del Veneto per cercare di trovare una uniformità
Sarebbe stato meglio aspettare e fare una buona programmazione, invece così il 90 per cento verrà rinviato
le udienze in cui si va a sentenza subito e poi sulla carta anche gli abbreviati semplici, «ma non è detto spiega il presidente della camera penale di Treviso, Federico Vianelli - a me ne è stato rinviato uno proprio in questi giorni». Per le udienze civili più o meno tutti i tribunali si sono uniformati: separazioni, divorzi, affidamenti (a parte quelli i cui è necessaria ancora una fase istruttoria) e udienze del lavoro, si faranno, hanno avuto lo stop gli sfratti. Ma non a Padova, dove invece quelle per gli sfratti si faranno ma i provvedimenti saranno esecutivi solo dopo settembre. Gravi difficoltà invece sono registrate dagli avvocati penalisti che di norma girano più tribunali e che stanno studiando in questi giorni i provvedimenti emessi dai vari uffici per regolarsi con le udienze.
«Siamo lavorando con tutti i rappresentanti delle camere penali del Veneto per cercare di trovare una certa uniformità - spiega l’avvocato Renzo Fogliata, presidente della camera penale di Venezia - per ritornare il prima possibile in aula, e su questo abbiamo il pieno appoggio del procuratore Bruno Cherchi, al momento molto è affidato alla discrezione del giudice per quanto riguarda le udienze, a Venezia abbiamo il problema delle stanze senza finestre, a Padova non mi pare la situazione sia migliore, ma non sono solo il processi il problema, c’è una pesante criticità anche per le comunicazioni con gli uffici, noi avvocati passiamo il 99% del nostro tempo a inseguire informazioni sui processi che ci riguardano, non ce la caviamo mica con le mail, basti pensare che le segreterie possono comunicare via pec con noi, ma noi non possiamo comunicare via pec con il tribunale, anzi si può fare, ma di volta il volta il magistrato dovrebbe chiedere l’autorizzazione al Ministero, che in questo periodo ha altro da risolvere ovviamente, per cui ci ritroviamo con avvocati che ricevono la notifica del rinvio dell’udienza, altri che telefonano, altri ancora che “percepiscono” il rinvio dal momento che non si fa vivo nessuno, è un caos, sono sempre stato convinto che servirebbe una spinta federalista anche nel nostro settore». Ma forse anche questo non basterebbe dal momento che quand’anche tutto il Veneto trovasse un accordo, il problema arriverebbe da fuori regione. «Seguo processi in tutta Italia, non posso spostarmi da regione a regione e i colleghi non possono venire qui - dice l’avvocato Angelo Merlin - il processo per il disastro Miteni (il caso delle Pfas, ndr)si farà l’8 giugno, almeno sulla carta, ma siamo in tanti e non so come faremo a starci tutti». Il 19 maggio dovrebbe riprendere anche il processo sulla Popolare di Vicenza: «Anche questo è fissato, ma è un’incognita» afferma Dario Lunardon, presidente della camera penale di Vicenza. «Sarebbe stato opportuno valutare la possibilità di aspettare fino a settembre - suggerisce il professor Enrico Ambrosetti – e nel frattempo fare una buona programmazione, inutile fingere di far partire processi quando in realtà il 90% verrà rinviato».