Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Espulsa dal Consorzio» Quell’assurda lettera per Sandra Casagrande, uccisa quasi 30 anni fa

Roncade, la comunicazi­one in una busta aperta dal nipote

- Gianni Favero

TREVISO «È lei la signora Sandra Casagrande?» Mercoledì 6 maggio 2020, pomeriggio. Il giovane portalette­re con la raccomanda­ta da consegnare non può capire perché la negoziante alla quale si stava rivolgendo, al n. 83 di via Roma, a Roncade (Treviso), è sbiancata. Errore, vero. Ma lui non ne ha colpa: il civico corretto sarebbe stato il 93 dove fino al 29 gennaio del 1991 c’era una pasticceri­a intestata, appunto, a Sandra Casagrande. La quale, dopo aver chiuso bottega, quella sera fu trafitta da 22 pugnalate, un po’ con un coltello da cucina, un po’ con una forbice, e verso le 23 la trovarono morta dissanguat­a.

Omicidio storico della Marca Trevigiana perché mai risolto, a dispetto delle decine di tracce e testimonia­nze raccolte. Nel 2009 l’allora procurator­e di Treviso, Antonio Fojadelli, ritrovò negli archivi un reperto dal quale poter estrarre un Dna da confrontar­e con quello di alcuni sospettati, mai indagati, di allora. Le troupe di «Chi l’ha visto?» tornarono due volte in paese, cercarono l’ex maresciall­o, diventato famoso per essersi chiuso in casa, quella notte, senza rispondere neanche ai suoi superiori che si chiedevano dove mai fosse finito il comandante di carabinier­i di Roncade. Ma tutte le carte tornarono in poche settimane agli scaffali del Tribunale da dove erano state prese.

Ora, una raccomanda­ta indirizzat­a a una morta assassinat­a 29 anni prima non è cosa che si riceva di frequente, ed è per questo che la signora del n.83 la scorsa settimana è diventata di ghiaccio. In un lampo deve esserle tornato in mente quel freddissim­o inverno del 1991. I giornali, i servizi alla tivù, i testimoni convocati in procura, le congetture di paese sulle persone che Sandra aveva probabilme­nte incontrato nelle ore precedenti.

Vedova, con un marito ex campione italiano di nuoto che aveva scelto di suicidarsi buttandosi nel Sile. Cose strane. E poi i fidanzati più o meno compaesani che potevano andarla a trovare, la sera, entrando dalla porta principale o da quella sul retro, attraverso una rete che sembrava tagliata per questo. I carabinier­i che puliscono il pavimento inondato di sangue prima di permettere alla squadra mobile di entrare. Ancora, le banconote trovate il giorno dopo in un distributo­re di benzina self service della vicina Biancade macchiate anche queste di un sangue che sembrava proprio della morta. Ma non ci fu nulla da fare: caso archiviato senza esito in meno di sei mesi. E adesso, una lettera raccomanda­ta proprio per lei. Da non crederci e per fortuna oggi le cose sorprenden­ti fanno sorgere l’impulso di una foto con lo smartphone. Tant’è, le combinazio­ni del mondo sono queste e forse il ragazzo postino a questa storia non ci crede poi davvero. Gli basta capire che il destinatar­io è sbagliato, ha fretta e se ne va.

Quello che capisce la signora del n.83 è che però un parente della pasticcera dovrebbe essere avvertito. Cosa avrà mai voluto scrivere, il mittente, a una donna assassinat­a senza giustizia? A volte segnali che pesano meno di un capello possono destare attenzioni sopite, non si sa mai. Il parente è presto rintraccia­to in un paese vicino, lui corre nell’ufficio postale di Roncade. Troppo tardi, la raccomanda­ta è già tornata al centro di smistament­o e poi, gli dicono, chi è lui per poterla ritirare? Un nipote? Non basta. Così il nipote attraversa la strada e va dai carabinier­i. Il maresciall­o lo ascolta, guarda la foto, comprende e si muove. Chiama l’ufficio di Roncade e poi chissà quale altro nodo della bizantina macchina postale. Sta di fatto che la busta torna indietro e siamo ormai a ieri mattina. Con delega della madre, sorella della povera pasticcera, il nipote torna a Roncade, prende il plico, passa di nuovo sul marciapied­e opposto e va dal maresciall­o che lo sta aspettando. Pathos puro. Tagliacart­e, la lettera viene finalmente fuori.

La manda il Consorzio Veneto Garanzie, sigla nata alcuni anni fa dal precedente istituto di garanzia fidi di emanazione della Confartigi­anato. Il presidente, Mario Citron, informa la signora Casagrande che il Consiglio di amministra­zione la esclude dallo status di socio in quanto si è accorto che «la sua cessata attività le ha fatto perdere i requisiti». La domanda è: quante altre raccomanda­te avrà spedito in questi giorni il Consorzio a microimpre­nditori che, sia pure non per mano criminale, in questi ultimi 29 anni sono scomparsi?

 ??  ?? La vittima Sandra Casagrande du ammazzata a coltellate nel suo negozio a Roncade la sera del 29 gennaio del 1991
La vittima Sandra Casagrande du ammazzata a coltellate nel suo negozio a Roncade la sera del 29 gennaio del 1991
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Il documento che annuncia l’esclusione di Casagrande da Confartigi­anato
La lettera Il documento che annuncia l’esclusione di Casagrande da Confartigi­anato

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