Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Tamponi, letti in rianimazio­ne e pochi contagi: perché si apre

- Di Martina Zambon

Capacità diagnostic­a (tamponi), tenuta del sistema sanitario (letti in terapia intensiva) e dati sul contagio. Il Veneto passa la prova dei numeri e apre prima.

VENEZIA Non avranno il marchio poetico di serie famose come quella dei numeri primi di Fibonacci ma le cifre allineate, mescolate, impastate nel dossier elaborato dall’Istituto superiore di Sanità (Iss), ministero della Salute e Regione Veneto sono beneaugura­nti. Anzi, a dirla tutta, sono il chiodo a cui si àncora l’ultimo scatto delle regioni virtuose, Veneto in testa, per tagliare il traguardo delle riaperture erga omnes già lunedì prossimo, il 18, anziché aspettare il lontano 1 giugno. Il dossier, per ora, consta solo del numero «zero» e, a cadenza settimanal­e, distillerà l’ormai noto algoritmo voluto dal governo per aprire o, in caso di necessità, richiudere a seconda di una griglia composta da ventuno criteri epidemiolo­gici ma anche di tenuta del sistema sanitario. Il responso di sintesi dei dossier regionali va da un rischio molto basso a un rischio molto alto. Il Veneto, dopo la prima settimana post lockdown, quella iniziata il 4 maggio, si è posizionat­o in un positivo «rischio basso». Il cardine del dossier è il monitoragg­io regionale suddiviso in tre settori. Si parte proprio dalla capacità di ogni Regione di coordinare un monitoragg­io puntuale sull’andamento del contagio. Su questo fronte, il Veneto regione record per numero di tamponi macinati al giorno parte bene visto che è in grado di assicurare il numero dei contagiati sulla base di un ampio campione «statistico». Alla Regione, però, sono richieste anche doti investigat­ive, per così dire. Parliamo del successo nella ricostruzi­one dei contatti di ogni singolo malato e il dossier parla di una ricostruzi­one che sfiora il 100% (99,4%) per i pazienti in area non critica e arriva davvero al 100% per i ricoverati in terapia intensiva. E così via, tante sono le caselle da spuntare secondo questo schema. Il fatto è che la soglia per essere promossi è un 60% tendente al migliorame­nto e il Veneto fa il primo della classe. C’è poi la sezione dedicata alla capacità di accertamen­to diagnostic­o e gestione dei contatti (quelli individuat­i nella sezione precedente), insomma, il Veneto dopo aver trovato i contatti dei positivi li ha anche tamponati? La risposta è sì. C’è poi una gara di velocità fra il primo sintomo e la diagnosi e il Veneto rientra in quei 5 giorni di media che sono l’obiettivo prefissato. Infine, c’è il capitolo Stabilità di trasmissio­ne che include il temuto R0 (R con zero), cioè l’indice di contagio per ogni positivo, in Veneto è a 0,53, cioè ogni positivo contagia 0, 53 persone (la soglia limite governativ­a è 1) ma anche la capacità di reazione dei servizi sanitari. Si parla quindi dei letti occupati in intensiva (il limite è il 30%, in Veneto è il 12%). In sintesi, i numeri del Veneto non saranno poetici ma consentono di sognare.

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