Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Telemedicina dalla Nasa
Medici di famiglia, al via la sperimentazione su 150mila pazienti, con dispositivi piccoli e portatili Intanto continua a scendere la curva del contagio
VENEZIA Arriva dai laboratori spaziali della Nasa il progetto per la «fase 2» della medicina territoriale in tempo di coronavirus. Si tratta dell’ultima frontiera della telemedicina, costruita su una piattaforma informatica creata dalla Fimmg, la federazione dei medici di famiglia, che non solo permette la videovisita ma anche l’aggiornamento costante e in tempo reale della scheda con l’anamnesi del paziente e il monitoraggio del quadro clinico, attraverso dispositivi che sembrano telecomandi, fasce elastiche per le braccia o cuffiette. E invece sono elettrocardiografi, Holter, pressometri per la misurazione dell’ossigeno nel sangue, dermatoscopi, retinoscopi portatili di dimensioni ridotte, agevoli da manovrare, portare nella borsa del dottore, utilizzare in ambulatorio o lasciare a casa del malato, che come il suo medico accede alla piattaforma web con qualsiasi pc, smartphone o tablet, senza dover fare slalom e attese tra ambulatori, Cup e ospedali.
Presentato lo scorso novembre a Roma, alla presenza del ministro della Salute, Roberto Speranza, e del governatore Luca Zaia, che l’ha sostenuto, il progetto è stato finanziato con 40mila euro dal gruppo Alì e dalla stessa Fimmg ed è in partenza in dieci Medicine di gruppo integrate e semplici di Padova città e provincia, per un totale di 150mila utenti. Poi si allargherà a Verona, Rovigo e gradualmente a tutto il Veneto. «Il sistema è utile in particolare per tenere sotto controllo i 30mila pazienti in assistenza domiciliare, in questo periodo un po’ trascurati per il rischio contagio — spiega Domenico Crisarà, segretario regionale della Fimmg, che ieri ha presentato l’iniziativa durante il consueto punto stampa di Zaia nella sede della Protezione civile di Marghera —. La piattaforma è stata messa gratuitamente a disposizione di tutti i 3200 medici di famiglia della regione ma in rete ci sono anche gli specialisti ai quali, in caso di dubbi, possiamo rivolgerci per un consulto di secondo livello, necessario a completare la diagnosi e garantito nelle 24 ore. I dispositivi, per esempio un elettrocardiografo grande come un telecomando che il paziente si appoggia al torace per registrare il tracciato cardiaco, si portano in borsa, possono essere lasciati in ambulatorio e a casa del malato, istruito a usarli». Tutti i devices sono collegati alla piattaforma e attraverso una Sim trasmettono i dati al camice bianco di riferimento, in qualsiasi parte del mondo lui o il malato si trovino. «Il vantaggio è doppio — aggiunge Crisarà — una serie di accertamenti che avrei dovuto solo prescrivere ora posso farli direttamente io in ambulatorio, modalità più comoda anche per l’utenza».
E le prestazioni sono diverse: cardiologiche, dermatologiche (per esempio il monitoraggio di nei sospetti, lesioni cutanee e macchie senili), oculistiche, con l’analisi della retina, oltre al controllo della pressione e all’Holter, che può durare da 24 ore a una settimana.
«Il sistema serve pure a riprogrammare le prestazioni specialistiche saltate in marzo e aprile (1,8 milioni nel Veneto, ndr) per l’emergenza Covid-19, senza perdere tempo in burocrazia — chiude Crisarà —. Io ne ho rivalutate 30 in venti minuti, basta schiacciare un pulsante per confermare o cambiare la priorità».
A proposito di coronavirus, la curva del contagio prosegue la sua discesa: ieri si sono contati 43 positivi e 24 vittime, oltre a 658 ricoveri in reparto e 70 nelle Terapie intensive. I guariti sono 11.960. Ma Zaia invita alla prudenza, anche riguardo il boom dei test rapidi, effettuati sul personale da molte aziende. «Noi ne abbiamo comprati 800mila — ricorda il presidente — ma l’esito va sempre confermato dal tampone. E quindi mi preoccupa tutta questa gente che corre a farsi il test sierologico: non ti cambia la vita, perché se anche il risultato è negativo puoi infettarti due secondi dopo. Ho l’impressione che si siano riposte troppe aspettative in questo strumento». Quanto all’accusa mossa dal Pd di non aver accolto in Terapia intensiva malati dalla Lombardia, il governatore non vuole polemiche: «Abbiamo ospitato quelli che potevamo, compresi i lombardi giunti con le loro gambe a Peschiera. Ci sono stati momenti in cui avevamo i letti contati anche per i veneti».
Novità infine nel Sociale: lunedì riaprono i Ceod, i centri semiresidenziali per ragazzi e adulti disabili. Lo ha deliberato ieri la giunta regionale, che ha predisposto un protocollo di sicurezza per il personale, da sottoporre a tampone ogni 20 giorni, e utenti, testati con la stessa modalità e accolti in piccoli gruppi di 5, in spazi predefiniti, tra loro isolati e spesso igienizzati. Obbligatorio l’uso di mascherine, guanti e gel.
Domenico Crisarà Questa nuova piattaforma taglierà anche i tempi per rifissare gli esami saltati a causa del coronavirus