Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Tumore, cure anti Covid
PADOVA Uno studio condotto su un campione di 4532 veneti rivela che i pazienti in cura per il cancro alla prostata con terapie di deprivazione androgenica hanno meno probabilità di essere infettati dal coronavirus e, qualora succeda, il decorso della malattia è meno grave. Lo studio, pubblicato sull’importante rivista scientifica Annals of Oncology, sottolinea che la deprivazione di androgeni sembra proteggere gli uomini dal Covid-19. Partita dall’intuizione del professor Andrea Alimonti, punta di diamante dell’Istituto veneto di Medicina Molecolare (VIMM) di Padova, e del professor Francesco Pagano, presidente della Fondazione per la Ricerca biomedica avanzata onlus (di cui il VIMM è il braccio operativo),la ricerca si basa sui dati aggiornati al primo aprile 2020 forniti dalla Regione, in particolare dal Registro Tumori di Azienda Zero. Gli scienziati hanno rilevato che su 4532 uomini colpiti dal coronavirus, 430 soffrono di cancro e 118 di tumore alla prostata. I pazienti oncologici presentano un rischio aumentato di 1,8 volte di insorgenza del Covid-19 rispetto all’intera popolazione maschile e sviluppano la malattia in forma più grave. Tuttavia, quando i ricercatori hanno esaminato tutti i veneti con carcinoma prostatico, hanno scoperto che solo 4 su 5.273 sottoposti alla terapia antiandrogena hanno sviluppato l’infezione e nessuno di loro è morto. «I pazienti con carcinoma prostatico in terapia con deprivazione androgenica — spiega il professor Alimonti — hanno riscontrato un rischio ridotto di quattro volte di contrarre il Covid-19 rispetto ai pazienti che non hanno ricevuto queste cure. Quando abbiamo confrontato i soggetti con carcinoma prostatico sottoposti a tale terapia con malati di altre forme tumorali, è emersa una riduzione di oltre cinque volte nel rischio di infezione».