Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Le richieste d’aiuto sono quintuplic­ate, il Comune mette a bilancio 600 mila euro Sempre più famiglie in difficoltà Boom di accessi ai servizi sociali

- Silvia Madiotto

TREVISO La bilancia, in questo momento, ce l’hanno in mano i servizi sociali di Ca’ Sugana: da lì passano gran parte delle nuove emergenze della città di Treviso. Con il lockdown imposto dalle autorità sanitarie gli accessi si sono moltiplica­ti: era previsto ed è successo. «Le richieste di aiuto sono quintuplic­ate – afferma il sindaco Mario Conte – e nella scelta fra rispondere ai cittadini e sistemare una strada, è più importante trovare soluzioni per le famiglie». Lo dice presentand­o il primo di una serie di interventi da 600 mila euro (parte dell’avanzo di bilancio liberato con l’ultimo consiglio) e che sarà destinato al rimborso delle rette nelle scuole cattoliche.

I numeri parlano già parecchio chiaro, a Treviso: a marzo 2019 le richieste di aiuto agli sportelli del Comune erano state 18; nel marzo di quest’anno sono state 50. In aprile c’è stato lo stesso trend e sono per la gran parte nuove povertà. «Molti accessi sono di utenti che non si erano mai rivolti a noi – spiega l’assessore al sociale Gloria Tessarolo -. Le richieste sono legate alla mancanza di liquidità, ci chiedono buoni spesa alimentari o aiuti per pagare l’affitto, perché manca il lavoro o la cassa integrazio­ne non è ancora arrivata. E sono cittadini di ogni nazionalit­à, italiani e stranieri». Le misure di sostegno ai trevigiani nascono anche dal dialogo con un altro comparto in sofferenza, quello del commercio, di cui si occupa il vicesindac­o Andrea De Checchi: la mancanza di liquidità, con le attività ferme da inizio marzo, oggi riguarda anche partite Iva, baristi, ristorator­i e negozianti.

Ca’ Sugana, dopo le iniziative a favore del terziario in ginocchio, ora lancia “Treviso for Family”, partendo con 227 mila euro a favore delle scuole paritarie. «Le rette erano un nervo scoperto, noi abbiamo sospeso i pagamenti nei nidi comunali ma le scuole convenzion­ate venivano escluse – spiega il sindaco -. Abbiamo stabilito una quota forfettari­a per tre mesi di copertura a 1.560 famiglie, 1.331 bambini delle scuole dell’infanzia e 206 dei nidi. Ma sarà solo il primo step. Lavoreremo anche sul rilancio dello sport e sul tema dei centri estivi».

Il parroco don Bernardo, responsabi­le degli asili parrocchia­li di Treviso, e il presidente della Fism Francis Contessott­o, ringrazian­o il Comune: «La Fism ha scontato le rette del 75% ricorrendo agli ammortizza­tori sociali e ai risparmi delle mense. Azzerarle era impossibil­e, ci sono dei costi di gestione fissi, ma non potevamo chiedere la retta senza fornire il servizio. Con questi aiuti possiamo rispondere alle famiglie in difficoltà». Il rimborso è di circa 40-50 euro a bambino: i fondi del Comune saranno distribuit­i a tutti, senza valutazion­i su Isee e redditi dei genitori.

Ma i soldi non crescono sugli alberi. A Ca’ Sugana hanno calcolato un mancato introito di circa 10 milioni di euro in due mesi: sei sono solo di mancate sanzioni per le riduzioni del traffico veicolare e per la sosta, resa gratuita in tutto il centro storico; e poi ci sono sconti e moratorie su tassa di soggiorno, tassa sulla pubblicità, plateatici, affitti e convenzion­i sospese. «I cinque milioni di euro che abbiamo liberato per istituire un fondo-Covid già non bastano – chiude Conte -. Nei prossimi mesi dovremo intervenir­e anche su altri ambiti, penso al trasporto pubblico, alla cultura, allo sport, alle convenzion­i». Ribadisce il suo appello al Governo affinché ristori le spese anticipate dai Comuni con i mancati incassi. Ma trapela poca fiducia sul fatto che arrivino, se non altro in tempi brevi.

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