Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Le richieste d’aiuto sono quintuplicate, il Comune mette a bilancio 600 mila euro Sempre più famiglie in difficoltà Boom di accessi ai servizi sociali
TREVISO La bilancia, in questo momento, ce l’hanno in mano i servizi sociali di Ca’ Sugana: da lì passano gran parte delle nuove emergenze della città di Treviso. Con il lockdown imposto dalle autorità sanitarie gli accessi si sono moltiplicati: era previsto ed è successo. «Le richieste di aiuto sono quintuplicate – afferma il sindaco Mario Conte – e nella scelta fra rispondere ai cittadini e sistemare una strada, è più importante trovare soluzioni per le famiglie». Lo dice presentando il primo di una serie di interventi da 600 mila euro (parte dell’avanzo di bilancio liberato con l’ultimo consiglio) e che sarà destinato al rimborso delle rette nelle scuole cattoliche.
I numeri parlano già parecchio chiaro, a Treviso: a marzo 2019 le richieste di aiuto agli sportelli del Comune erano state 18; nel marzo di quest’anno sono state 50. In aprile c’è stato lo stesso trend e sono per la gran parte nuove povertà. «Molti accessi sono di utenti che non si erano mai rivolti a noi – spiega l’assessore al sociale Gloria Tessarolo -. Le richieste sono legate alla mancanza di liquidità, ci chiedono buoni spesa alimentari o aiuti per pagare l’affitto, perché manca il lavoro o la cassa integrazione non è ancora arrivata. E sono cittadini di ogni nazionalità, italiani e stranieri». Le misure di sostegno ai trevigiani nascono anche dal dialogo con un altro comparto in sofferenza, quello del commercio, di cui si occupa il vicesindaco Andrea De Checchi: la mancanza di liquidità, con le attività ferme da inizio marzo, oggi riguarda anche partite Iva, baristi, ristoratori e negozianti.
Ca’ Sugana, dopo le iniziative a favore del terziario in ginocchio, ora lancia “Treviso for Family”, partendo con 227 mila euro a favore delle scuole paritarie. «Le rette erano un nervo scoperto, noi abbiamo sospeso i pagamenti nei nidi comunali ma le scuole convenzionate venivano escluse – spiega il sindaco -. Abbiamo stabilito una quota forfettaria per tre mesi di copertura a 1.560 famiglie, 1.331 bambini delle scuole dell’infanzia e 206 dei nidi. Ma sarà solo il primo step. Lavoreremo anche sul rilancio dello sport e sul tema dei centri estivi».
Il parroco don Bernardo, responsabile degli asili parrocchiali di Treviso, e il presidente della Fism Francis Contessotto, ringraziano il Comune: «La Fism ha scontato le rette del 75% ricorrendo agli ammortizzatori sociali e ai risparmi delle mense. Azzerarle era impossibile, ci sono dei costi di gestione fissi, ma non potevamo chiedere la retta senza fornire il servizio. Con questi aiuti possiamo rispondere alle famiglie in difficoltà». Il rimborso è di circa 40-50 euro a bambino: i fondi del Comune saranno distribuiti a tutti, senza valutazioni su Isee e redditi dei genitori.
Ma i soldi non crescono sugli alberi. A Ca’ Sugana hanno calcolato un mancato introito di circa 10 milioni di euro in due mesi: sei sono solo di mancate sanzioni per le riduzioni del traffico veicolare e per la sosta, resa gratuita in tutto il centro storico; e poi ci sono sconti e moratorie su tassa di soggiorno, tassa sulla pubblicità, plateatici, affitti e convenzioni sospese. «I cinque milioni di euro che abbiamo liberato per istituire un fondo-Covid già non bastano – chiude Conte -. Nei prossimi mesi dovremo intervenire anche su altri ambiti, penso al trasporto pubblico, alla cultura, allo sport, alle convenzioni». Ribadisce il suo appello al Governo affinché ristori le spese anticipate dai Comuni con i mancati incassi. Ma trapela poca fiducia sul fatto che arrivino, se non altro in tempi brevi.