Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il pm Luca: «Leggi I Promessi Sposi e se ne vanno i cattivi pensieri»

- di Renato Piva

Dottor Luca, in quarantena è riuscito a fare un po’ di sport?

«Ho cercato di fare le scale di casa. Qui ne ho parecchie...».

A Padova, Paolo Luca ha passato tanti anni e lavorato a tanti casi delicati: uno per tutti, alla cattura di Michele Profeta, il serial killer delle carte. L’attuale capo della procura di Belluno, però, resta un uomo delle Marche: scherzo, eleganza, tocco di fascino che non guasta, piacere per le cose belle della vita.

Procurator­e, che quarantena è stata la sua? Come ha trascorso queste settimane?

«Continuand­o a lavorare, in gran parte da casa, con la formula a distanza. Poi, essendo capo di una procura, ho dovuto traghettar­e il lavoro dei colleghi durante la non semplice fase uno. Ora ci avviamo in questa fase due, che prevede un largo impiego del digitale. Insomma, non ho avuto quella quarantena meditativa cui tanti fanno riferiment­o...».

Libertà al minimo: il punto di vista di un pm?

«La limitazion­e della libertà contiene un elemento di rischio, è evidente. Il primario interesse della salute ha comportato questo sacrificio e ha determinat­o la situazione che si è venuta a creare. É un esperiment­o che spero non si debba più ripetere».

Come vede il futuro?

«Sento da molti visioni cupe, come se dovessimo restare per sempre in queste condizioni. Si dimentica che le pandemie ci sono state e poi sono state superate... Sono andato a rileggere i Promessi sposi, come mi è capitato anche in passato. C’è il racconto della peste del 1630 ma la lettura, una volta di più, mi ha tolto le visioni pessimisti­che. Passata l’epidemia, la gente ha ricomincia­to a vivere. É gia successo, succederà ancora».

Alla fine, però, un po’ di meditazion­e c’è stata...

«Un po’, dai...».

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Paolo Luca
Procurator­e Paolo Luca

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