Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«A Parigi? Non sfidai Jordan ma con lui andai in discoteca» Pittis ricorda il McDonald’s Open 1997 e l’amicizia con il mito dei Bulls

- Matteo Valente

Era l’ttobre 1997. A Treviso si respirava l’aria del grandissim­o basket: lo scudetto vinto pochi mesi prima, l’arrivo di Zeljko Obradovic in panchina e l’immediata conquista della Supercoppa.

In questo contesto in Ghirada arriva l’invito al McDonald’s Open di Parigi, l’evento mondiale alla presenza dei mitici Chicago Bulls. Proprio i Bulls del giocatore più amato da tutti gli appassiona­ti di basket: Michael Jordan. «Sono passati tanti anni da quell’esperienza — racconta Riccardo Pittis, uno dei fari di quella squadra — ma i ricordi sono comunque ben chiari. L’atmosfera a Parigi era incredibil­e: io avevo già giocato due Mc’Donald con Milano, a Milwaukee e Roma. Ma quello di Parigi era davvero qualcosa di particolar­e proprio perché arrivavano i mitici Bulls, che sarebbero stati però senza due stelle del calibro di Scottie Pippen e Dennis Rodman». I tifosi e la squadra iniziarono a sognare in grande con la caccia al biglietto per vedere Pittis e compagni sfidare Jordan. «Ma il sogno non si realizzò — continua Pittis — perché perdemmo subito la prima partita con gli argentini di Cordoba 87-78, precludend­oci la possibilit­à di andare a sfidare Michael. Però siamo riusciti almeno a vederli giocare: ricordo bene che Jordan era poco più che al 30%, ma riuscì lo stesso a essere senza dubbio il migliore in campo e a regalare grande spettacolo, portando i Bulls alla vittoria. Noi invece ci siamo dovuti accontenta­re della finale di consolazio­ne vinta con il Barcellona».

Ma se la Benetton non riuscì a sfidare Jordan e soci, c’è chi con MJ è riuscito a vivere comunque una serata indimentic­abile, anche se non proprio sul parquet. «L’ultinostra ma sera ero a cena con alcuni amici — confida Pittis — e nello stesso locale entra anche Jordan assieme a suoi amici. Posso solo dire che grazie a uno dei presenti siamo riusciti ad allacciare un’amicizia con Jordan, tanto che la serata e la mia avventura parigina si è conclusa in una bellissima discoteca. E indovinate chi c’era con noi? Proprio Michael Jordan. È stato davvero incredibil­e». Certo sarebbe stato più affascinan­te poterlo sfidare sul parquet francese, regalando una serata memorabile a tutto il popolo trevigiano, ma anche così non è stato male: «È chiaro che è rimasto in tutta la squadra il grande rammarico per non aver giocato contro i Bulls in quell’occasione. Era il sogno di tutti poter giocare vicino al più grande giocatore di tutti i tempi, pensate poi all’emozione di sfidarlo in una gara ufficiale...».

Un sogno che però non si realizzò, tanto che nemmeno coach Obradovic aveva pensato in maneira preventiva a qualche strategia speciale per fermare Michael e i giocatori dei Bulls. «Non ci eravamo preparati per sfidare i Bulls — confida Pittis — e Obradovic non era certo il tipo di allenatore da preparare partite che non si giocavano... Ci sono delle leggende attorno a questo, ma posso assicurarv­i che i Bulls sono rimasti per noi solo un sogno». Un sogno che per qualcuno si è trasferito sulla pista da ballo.

Il torneo tra le big

«Il sogno di tutti era giocare contro le stelle Nba ma perdemmo subito con Cordoba»

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Bandiera Riccardo Pittis, per molti anni capitano della Benetton

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