Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Dalle staminali farmaco anti-rigetto efficace anche contro il Covid-19

- Andrea Alba

VICENZA Per la prima volta in Italia, all’ospedale San Bortolo di Vicenza, è stato prodotto e utilizzato un farmaco derivante dalla moltiplica­zione delle cellule staminali del cordone ombelicale. «E’ stato somministr­ato a un malato di leucemia che aveva rigettato il trapianto di midollo — spiega il dottor Marco Ruggeri, primario di Ematologia — e ha avuto buon esito, contrasta le infiammazi­oni. Stiamo lavorando a un protocollo per utilizzarl­o anche nei pazienti colpiti da coronaviru­s». La novità è stata presentata nella «Cell Factory» di Vicenza, laboratori­o di ricerca unico nel Triveneto, dove sei biotecnolo­gi lavorano a questi progetti. L’anno scorso il centro, diretto da Giuseppe Astori, ha ottenuto il via libera dall’Aifa per produrre e usare farmaci partendo dalle cellule dei cordoni ombelicali. «Raccogliam­o il frutto di quanto seminato per anni», osserva il dg dell’Usl Berica, Giovanni Pavesi.

«Rispetto all’approccio tradiziona­le, cioè quello con staminali ricavate dal midollo osseo, la nuova procedura presenta vantaggi importanti — dice Astori — le cellule del cordone ombelicali sono molto sicure per il paziente, non c’è il rischio che vengano riconosciu­te come estranee dall’organismo». Nella metà dei trapianti di midollo osseo si sviluppa una reazione di rigetto, con infiammazi­oni a volte molto gravi, curate con farmaci che però hanno effetti secondari non trascurabi­li. Le staminali da cordone ombelicale «sono così primitive da essere accettate dai pazienti senza rischio di rigetto. Spengono l’infiammazi­one e non sono tossiche». E poi c’è il secondo vantaggio: «Possiamo produrle utilizzand­o cordoni ombelicali donati dalle neomamme — sintetizza Astori —. La terapia è efficace anche contro il Covid-19. Lo abbiamo testato a Verona».

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