Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Dalle staminali farmaco anti-rigetto efficace anche contro il Covid-19
VICENZA Per la prima volta in Italia, all’ospedale San Bortolo di Vicenza, è stato prodotto e utilizzato un farmaco derivante dalla moltiplicazione delle cellule staminali del cordone ombelicale. «E’ stato somministrato a un malato di leucemia che aveva rigettato il trapianto di midollo — spiega il dottor Marco Ruggeri, primario di Ematologia — e ha avuto buon esito, contrasta le infiammazioni. Stiamo lavorando a un protocollo per utilizzarlo anche nei pazienti colpiti da coronavirus». La novità è stata presentata nella «Cell Factory» di Vicenza, laboratorio di ricerca unico nel Triveneto, dove sei biotecnologi lavorano a questi progetti. L’anno scorso il centro, diretto da Giuseppe Astori, ha ottenuto il via libera dall’Aifa per produrre e usare farmaci partendo dalle cellule dei cordoni ombelicali. «Raccogliamo il frutto di quanto seminato per anni», osserva il dg dell’Usl Berica, Giovanni Pavesi.
«Rispetto all’approccio tradizionale, cioè quello con staminali ricavate dal midollo osseo, la nuova procedura presenta vantaggi importanti — dice Astori — le cellule del cordone ombelicali sono molto sicure per il paziente, non c’è il rischio che vengano riconosciute come estranee dall’organismo». Nella metà dei trapianti di midollo osseo si sviluppa una reazione di rigetto, con infiammazioni a volte molto gravi, curate con farmaci che però hanno effetti secondari non trascurabili. Le staminali da cordone ombelicale «sono così primitive da essere accettate dai pazienti senza rischio di rigetto. Spengono l’infiammazione e non sono tossiche». E poi c’è il secondo vantaggio: «Possiamo produrle utilizzando cordoni ombelicali donati dalle neomamme — sintetizza Astori —. La terapia è efficace anche contro il Covid-19. Lo abbiamo testato a Verona».