Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Negozi e locali pubblici, ripartenza-caos
Virus, commercianti, baristi e ristoratori rischiano di non aprire i battenti lunedì: «Troppe incertezze» Da Poz (Ascom): ancora un enigma distanze personali e orari di apertura. Non si sa chi deve decidere
Ripartenza nel caos. Lunedì dovrebbero rialzare le serrande negozi, bar e ristoranti. Solo allora la «Fase 2» potrà dirsi compiuta. Il condizionale però è più che mai d’obbligo: la confusione, al momento, regna sovrana. Baristi, ristoratori e negozianti bellunesi fermi al palo in attesa si dissolva la nebbia che avvolge le decisioni di governo e Regione.
«Ci dicono di ripartire, ma non ci dicono come — osserva sconsolato Luca Dal Poz, direttore di Ascom Belluno, l’associazione che rappresenta i commercianti — Tutti sanno che dovremmo riaprire, ma in realtà nessuno lo ha ancora messo per iscritto. E noi non possiamo che restare in attesa che escano queste benedette linee-guida». Dovrebbero essere pronte, almeno a sentire il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia.
Intanto, però, si naviga a vista. «Forse non è ben chiaro a chi deve decidere — continua Dal Poz — ma questa incertezza esaspera gli animi. C’è già molto nervosismo tra gli associati. Io dico: decidete. Se non ci sono le condizioni per riaprire, ditecelo chiaramente. Ma dateci un indennizzo adeguato, che non possono essere 600 euro. Altrimenti il rischio è di subire l’ennesima beffa: magari ci dicono che noi potremmo lavorare, ma con protocolli impossibili da rispettare nessuno riaprirebbe. E così perderebbe pure l’indennizzo».
Già, come riaprire? «Mi metto nei panni di un gestore di locale che lavora con gli aperitivi serali — argomenta Anna Maria Bristot, presidente del Consorzio Centro storico, che raccoglie una novantina di commercianti bellunesi — e mi chiedo come farà a far rispettare le distanze. Posto che ancora non sappiamo quali siano, così come non abbiamo idea di quali orari dovremo rispettare».
C’è poi il problema, terribilmente concreto, dei soldi. «Serve liquidità a breve — chiosa Bristot — Ci sono mutui, dipendenti, fornitori da pagare. Speriamo nel “Decreto rilancio”».
Ieri, intanto, incontro online tra Comune e Confcommercio per l’illustrazione delle nuove norme che agevoleranno l’ampliamento dei plateatici degli esercizi pubblici. Al confronto hanno partecipato il sindaco Jacopo Massaro, l’assessore Yuki d’Emilia, il comandante della Polizia Locale Roberto Rossetti e il presidente e il direttore di Confcommercio Belluno, Paolo Doglioni e Luca Dal Poz.
«Abbiamo ripreso il tema — spiega il sindaco del capoluogo, Jacopo Massaro — sospeso in seguito al lockdown. Assieme a Confcommercio avevamo steso le basi per la procedura agevolata. Ora che si va verso la riapertura abbiamo comunicato gli ultimi dettagli operativi, oltre a raccogliere le loro osservazioni e confrontarci sulle difficoltà comuni. Esempio? La Cosap (canone per l’occupazione di suolo pubblico,
Ndr). Senza un intervento governativo la sua sospensione aprirà una voragine nelle casse del Comune, col risultato di dover tagliare servizi».
A Feltre l’intero consiglio comunale presenta alla giunta un documento che l’impegna a incaricare l’«Azienda feltrina per i Servizi alla persona» di «sostenere economicamente» le richieste di aiuto di cittadini, imprese e commercianti, «per il pagamento di bollette e concorso al pagamento dei canoni di locazione» con la garanzia «che il Comune ristorerà a consuntivo il disavanzo del centro di costo Servizi sociali».
Tra le richieste, esenzione dalle tasse comunali fino all’autunno, prima ora gratis nei parcheggi a pagamento e acquisto di dispositivi di protezione per gli esercizi che ne siano sprovvisti. Un impegno quantificato in oltre 530 mila euro di mancati introiti, che si sommano al milione e 300 mila già perso nei due mesi di emergenza.
Plateatici ampliati
Snellire le procedure Incontro in remoto tra sindaco, assessore e Confcommercio
Feltre unita
Tutti i gruppi in municipio chiedono insieme alla giunta aiuti a imprese e famiglie
Bristot (Consorzio Centro storico)
Liquidità immediata, altro che bonus 600 euro O sarà disastro