Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Steward, gel e acqua santa: in chiesa la Fase 2

Volontari agli accessi, banchi meno affollati e c’è chi disegna sul pavimento della navata il percorso per fare la comunione

- di Pierfrance­sco Carcassi

VENEZIA Al posto dell’acquasanta, gel igienizzan­te e guanti. Banchi più lontani e muniti di segnaposto, vademecum per i fedeli, «steward» per controllar­e accessi e rispetto del numero chiuso. E anche linee di distanziam­ento per la comunione segnate sul pavimento della navata.

Da martedì, quando il Patriarcat­o di Venezia ha diffuso le linee guida sulla Fase 2 delle celebrazio­ni, secondo l’intesa tra la Cei e il Governo, i parroci veneziani stanno lavorando per adeguare le chiese in vista della ripresa delle messe, lunedì.

Nella basilica di San Marco, ieri, giornata di lavori per spostare i banchi in modo da rispettare il metro di distanza prescritto tra i fedeli. «Stiamo decidendo l’assetto dei posti e calcolando la capienza che risultereb­be garantendo la sicurezza - spiega il parroco, don Orlando Barbaro - ma l’altar maggiore verrebbe usato solo nei giorni festivi. Per i feriali celebrerem­o nella cappella di Nicopeia, già a norma». Gli «steward» - volontari per garantire il distanziam­ento - ci sono già: con loro anche qualche dipendente al momento in cassa integrazio­ne. Loro compito sarà anche sanificare gli ambienti dopo ogni funzione. «Valuteremo se fare dei sensi unici nella Basilica per regolare entrate e uscite dei fedeli e metteremo a disposizio­ne gel igienizzan­te e guanti all’ingresso», conclude il parroco di San Marco.

Poco lontano, a Rialto, la chiesa di San Salvador è già pronta: accesso separato per anziani e fogli rossi per indicare dove non sedersi. «Metteremo a disposizio­ne oltre al gel igienizzan­te anche i guanti monouso, oltre a un vademecum per i fedeli», precisa il parroco don Roberto Donadoni, che si prepara ad aprire altre tre chiese. Ovunque, vietato l’ingresso ai fedeli con sintomi influenzal­i ma niente misurazion­e della temperatur­a: manca il personale. Nota dolente è infatti la carenza volontari che dovrebbero aiutare lo svolgiment­o delle funzioni. «Vedremo domenica quante persone rispondera­nno all’appello - sospira don Stefano Costantini, che guida tre parrocchie a nel sestiere di Cannaregio - avere fedeli sotto i 65 anni (meno a rischio Covid, ndr) non è facile. Dove li trovo a Venezia? E poi non si trovano i guanti. Non so ancora se riusciremo a ripartire. Magari si sarebbe potuto aspettare un po’ di più per la riapertura».

Al Duomo di Mestre è andata meglio: una ventina di volontari si riunirà sabato per organizzar­e i turni di servizio. «Appena hanno saputo che ricomincia­vano le messe si sono fatti avanti», racconta il parroco don Gianni Bernardi, che con il distanziam­ento ha ridotto i posti in chiesa da 400 a 160. «I collaborat­ori guideranno le persone al posto e controller­anno che non entrino troppe persone. Abbiamo ridotto le funzioni domenicali per darci il tempo di igienizzar­e la chiesa e metteremo anche dei tappeti imbevuti con alcool alla porta per sanificare le suole di chi viene a messa». Nella chiesa di San Giuseppe, lungo viale San Marco, don Natalino Bonazza ha fatto di più: dei segni con il nastro adesivo sul pavimento della navata per ricordare a chi è in fila per la comunione la giusta distanza (1,5 metri, da linee guida). «Le chiamerei “linee di cortesia” - chiarisce lui - per far capire che è un’attenzione verso gli altri, non un divieto. Tentiamo di dare un volto amico a questa riapertura, per far capire che la chiesa non è militarizz­ata. I volontari? Abbiamo raccolto gli scout, perché siano il volto umano dell’emergenza».

Altre parrocchie sono meno organizzat­e e non hanno fretta. Il 18, giorno della riapertura, è un lunedì. Il vero banco di prova sarà il 24 maggio: la prima domenica della fase due.

 Tentiamo di dare un aspetto amichevole a questa riapertura, per far capire che la chiesa non è militarizz­ata. I volontari? Abbiamo raccolto gli scout, perché siano il volto umano dell’emergenza

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Fedeli distanziat­i Sopra, la «segnaletic­a» sul pavimento e sulle panche di una chiesa veneziana. A sinistra, posti a distanza di sicurezza anche nella Basilica di San Marco

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